Privacy Policy Cookie Policy
Termini e Condizioni

mercoledì 29 novembre 2023

Filtro …Quattro…


 


La Complessità del Passaggio e della Selezione

C'è una costante ricerca nel dare forma a concetti astratti, a quelle dinamiche invisibili che regolano la nostra percezione della realtà. La serie "Filtro" nasce proprio da questa indagine: come percepiamo, come elaboriamo e come lasciamo passare ciò che ci circonda. "Filtro... Quattro..." è una delle espressioni più intense di questa serie, un'opera che esplora la natura della selezione, del velamento e della trasparenza, non solo a livello visivo, ma anche emozionale e concettuale.

L'idea alla base di "Filtro... Quattro..." proviene dalla riflessione sul ruolo dei "filtri" nella nostra vita. Pensiamo ai filtri fisici che purificano, che separano il puro dall'impuro; ma anche ai filtri mentali ed emotivi che applichiamo costantemente: le nostre esperienze passate, le nostre convinzioni, le nostre aspettative. Essi influenzano ciò che percepiamo, ciò che tratteniamo e ciò che lasciamo andare. Quest'opera è un tentativo di visualizzare questo processo complesso: come la realtà si presenta a noi attraverso strati di interpretazione, come alcune informazioni ci raggiungono in modo chiaro, mentre altre rimangono velate o vengono completamente bloccate. È una meditazione su ciò che permettiamo di entrare nella nostra consapevolezza e su ciò che, consapevolmente o inconsapevolmente, escludiamo.

La scelta di una palette quasi monocromatica, dominata dalle sfumature di grigio, bianco e nero, non è casuale. Il bianco e nero, o il grigio nelle sue infinite tonalità, eliminano la distrazione del colore, costringendo l'occhio a concentrarsi sulla texture, sulla luce e sull'ombra, elementi essenziali per evocare l'idea di un filtro. L'assenza di colore diretto permette all'osservatore di proiettare le proprie emozioni e interpretazioni sull'opera, rendendola una tela su cui il subconscio può disegnare i propri significati.

La composizione è caratterizzata da bande orizzontali sovrapposte, ognuna con una texture e una densità diverse. Alcune bande sono più chiare e quasi trasparenti, suggerendo un passaggio agevole, una chiarezza nella percezione. Altre sono più scure, più dense, quasi materiche, evocando l'idea di una barriera più spessa, di un blocco o di una distorsione. Queste variazioni creano un ritmo visivo, una sorta di "respiro" che invita l'occhio a muoversi lungo la tela, esplorando i diversi livelli di permeabilità. Le piccole "bolle" o rilievi sulla superficie aggiungono un ulteriore strato di complessità, quasi come impurità che vengono trattenute, o come informazioni che cercano di farsi strada attraverso il filtro. Il processo stesso di pittura ha mirato a replicare l'idea di stratificazione e di sedimentazione, proprio come i pensieri e le esperienze si accumulano e si "filtrano" dentro di noi.

"Filtro... Quattro..." è un'opera che invita alla riflessione sulla natura della verità e della percezione. Ogni strato rappresenta una dimensione diversa della realtà, o una diversa modalità di elaborazione. Ci spinge a chiederci: cosa stiamo lasciando passare? Cosa stiamo bloccando? Quanto di ciò che vediamo è la realtà oggettiva e quanto è filtrato dalle nostre stesse lenti interiori? L'opera suggerisce che la nostra comprensione del mondo non è mai diretta, ma sempre mediata, interpretata attraverso una serie di "filtri" invisibili ma potenti.

È un promemoria visivo che la trasparenza e l'opacità coesistono, e che la bellezza può essere trovata anche nelle sfumature del grigio, nelle intersezioni tra luce e ombra. "Filtro... Quattro..." è una celebrazione della complessità del nostro sistema percettivo e un invito a esplorare le proprie lenti, a comprendere come esse influenzano la nostra visione del mondo e le nostre interazioni con esso. Un'opera che, pur nella sua apparente semplicità cromatica, si rivela profondamente concettuale e stimolante.


~Mia.

domenica 26 novembre 2023

Corpo …Due…



L'Anima Inscritta nella Materia e nel Colore

Nel mio percorso artistico, l'esplorazione del "corpo" va ben oltre la mera rappresentazione anatomica. La serie "Corpo" è un'indagine sulla sua essenza, sulla sua relazione con l'ambiente circostante, con le emozioni e con la dimensione spirituale. "Corpo... Due..." è una delle espressioni più intense e liriche di questa serie, un'opera che cerca di catturare la vitalità, la fragilità e la forza della presenza umana, non come entità statica, ma come un'energia in continua trasformazione, intrinsecamente legata al flusso della vita e dei sentimenti.

L'ispirazione per "Corpo... Due..." nasce dalla profonda consapevolezza che il corpo è molto più di un involucro fisico; è il veicolo attraverso cui esperiamo il mondo, un ricettacolo di sensazioni, emozioni, memorie e desideri. È il punto di incontro tra l'interiorità e l'esteriorità. Ho voluto rappresentare il corpo non in una posa statica o definita, ma in uno stato di fluidità e integrazione con il suo ambiente. È come se la figura umana fosse immersa in un turbine di vita, di sentimenti contrastanti – la gioia, il dolore, la passione, la calma – che si manifestano attraverso l'esplosione dei colori. La linea scura che emerge suggerisce una forma, una presenza, ma che non è rigida, bensì aperta, porosa, permeabile alle energie circostanti. È l'idea di un corpo che respira, che sente, che si fonde con l'universo che lo avvolge.

La palette cromatica di "Corpo... Due..." è un'esplosione di vita: i rosa carnali si mescolano ai gialli luminosi, ai blu profondi e ai rossi vibranti, creando un caleidoscopio di emozioni. Questi colori non sono applicati in modo piatto, ma con pennellate dense e materiche che creano texture e profondità. La gestualità è evidente: i tratti sembrano danzare sulla tela, simulando il movimento, il respiro, la pulsazione della vita. Ho cercato di non definire rigidamente i contorni della figura, ma di lasciarla emergere e dissolversi nel colore, suggerendo l'interconnessione tra l'essere e l'ambiente.

La figura, pur essendo stilizzata e quasi astratta, comunica una profonda umanità. La linea scura che delinea parzialmente una parte del "corpo" non è una barriera, ma piuttosto un accento, un modo per far emergere la presenza dalla pura astrazione del colore. Il corpo non è isolato, ma si intreccia con i vortici cromatici, quasi a voler comunicare che le nostre esperienze fisiche ed emotive sono inseparabili dal contesto in cui viviamo. L'uso di strati sovrapposti di colore contribuisce a questa sensazione di profondità e complessità, suggerendo che ogni individuo è un universo di sfumature, di luci e di ombre.

"Corpo... Due..." è un'ode alla complessità e alla bellezza dell'esistenza. Non è una rappresentazione idealizzata, ma una celebrazione del corpo come un'entità dinamica, un confine poroso tra l'io e il mondo. L'opera ci invita a riflettere su come le nostre emozioni e le nostre esperienze si manifestino fisicamente, e su come il nostro corpo sia costantemente in dialogo con l'ambiente che lo circonda.

La vita è un'esplosione di colori e sensazioni, e che ogni corpo, con le sue peculiarità e le sue storie, è un'opera d'arte in continua evoluzione. "Corpo... Due..." ci incoraggia a sentire, a vivere pienamente, a non temere la fluidità delle emozioni e a riconoscere la profonda bellezza che emerge quando ci permettiamo di essere parte integrante del vibrante flusso dell'esistenza. L'opera è un invito a celebrare la nostra presenza nel mondo, con tutte le sue sfumature e le sue intense manifestazioni.


~Mia.

venerdì 24 novembre 2023

Giorni …Tre…


 


Riflessi Cromatici

Oggi voglio condividere con voi un frammento della mia serie "Giorni", un percorso intimo e continuo che si snoda attraverso la tela, catturando l'essenza fluida e mutevole del tempo. Questo particolare dipinto, che vedete qui, è una delle tappe più significative di questo viaggio, un'esplorazione visiva che ho voluto intitolare, semplicemente, "Giorni...".

Ogni opera di questa serie nasce dal desiderio di immortalare l'impermanenza, di dare forma ai momenti che scivolano via, lasciando dietro di sé impronte indelebili sulla nostra percezione. Non si tratta di una cronaca fedele di eventi, ma piuttosto di un'interpretazione emotiva delle esperienze, delle sensazioni e degli stati d'animo che si susseguono, giorno dopo giorno.

Osservando la texture ricca e quasi tattile di questo quadro, spero riusciate a percepire il dinamismo che ho cercato di infondere. Ho lavorato con stratificazioni di colore, quasi a voler replicare la sedimentazione dei ricordi e delle emozioni che si accumulano nel corso del tempo. Ogni pennellata, ogni strato cromatico, non è casuale; è il risultato di un dialogo interiore, un tentativo di dare voce al non detto, al percepito.

La palette di colori che ho scelto per questa composizione non è meramente estetica, ma profondamente simbolica. Vedrete i toni scuri e profondi che si mescolano a esplosioni di luce, come il rosso vibrante e i gialli accesi che emergono dalla profondità. Questi contrasti cromatici rappresentano la dualità della vita: le ombre e le luci, le sfide e le gioie, la malinconia e la speranza che si alternano costantemente. I blocchi orizzontali di colore potrebbero evocare il succedersi inesorabile dei giorni, ognuno con la sua specifica atmosfera, la sua temperatura emotiva.

Il processo creativo dietro "Giorni..." è stato per me un atto di meditazione. Ho lasciato che il colore si esprimesse quasi autonomamente, guidato però da un'intenzione profonda. Non si tratta di un'opera puramente astratta nel senso più rigido del termine; piuttosto, la vedo come un'astrazione del sentire, una materializzazione delle vibrazioni interiori. Le linee e le forme che emergono sono il riflesso di un paesaggio emotivo, una mappa dell'anima che si evolve e si trasforma con il trascorrere delle ore e dei giorni.

Mi auguro che, osservando questo quadro, ognuno di voi possa trovare un pezzo dei propri "Giorni". Forse vi riporterà a un ricordo, a un'emozione particolare, o semplicemente vi inviterà a riflettere sulla bellezza e la complessità del vivere quotidiano. L'arte, per me, è un ponte tra l'io interiore dell'artista e l'anima del fruitore, un invito a guardare oltre la superficie e a connettersi con qualcosa di più profondo.

Grazie per aver dedicato il vostro tempo a esplorare con me questo frammento della mia arte. Spero di poter condividere presto altri "Giorni" con voi.


~Mia.

domenica 19 novembre 2023

Muro …Tre…




Oltre l'Ostacolo, la Visione Completa

Quante volte nella vita ci troviamo di fronte a un "muro"? Non un muro fisico, fatto di mattoni e cemento, ma una barriera invisibile che sembra precludere la nostra visione, impedendoci di godere appieno del "panorama" che la vita ci offre. Oggi voglio presentarvi un'opera della mia serie intitolata, appunto, "Muro", un ciclo di lavori nato dalla profonda riflessione su questi momenti di fronteggiamento e sulle innumerevoli sfumature che possono assumere.

Questo dipinto, in particolare, incarna l'essenza stessa di quella battaglia interiore e, soprattutto, della successiva rivelazione. Ci sono stati momenti in cui sentivo il desiderio ardente di contemplare la bellezza del mondo, di assaporare la serenità di un orizzonte aperto, ma mi trovavo inspiegabilmente bloccata, con una sensazione di impedimento. È proprio in queste circostanze che nasce l'ispirazione per questa serie: l'idea che la vita, con le sue curve inaspettate e le sue apparenti interruzioni, a volte ci ponga dinanzi a degli ostacoli che sembrano insormontabili, oscurando la nostra prospettiva.

Osservate le forme che emergono in primo piano, queste "barriere" cromatiche. Non sono blocchi rigidi e invalicabili, ma piuttosto entità con una loro vitalità, quasi organiche. Ho scelto di dipingerle con colori intensi e stratificati – i rossi vibranti, i gialli luminosi, i verdi profondi, i blu sereni – per suggerire che anche ciò che percepiamo come un ostacolo non è mai privo di colore, di energia, di una propria complessa bellezza. Sono come delle presenze significative che si stagliano, ma non annullano, ciò che sta dietro.

La parte superiore del quadro, con le sue sfumature di azzurro e verde, rappresenta proprio quel "panorama" agognato, la vastità del cielo e la promessa di orizzonti aperti. Il contrasto tra il primo piano e lo sfondo è fondamentale: non c'è una netta separazione, ma una continuità, un'interazione. Questo è il cuore del messaggio che voglio trasmettere con "Muro": l'epifania che si verifica quando decidiamo non di abbattere l'ostacolo, ma di includerlo, di integrarlo nella nostra visione complessiva.

Vi è mai capitato di accorgervi che proprio quella difficoltà, quel limite apparente, in realtà definiva o arricchiva ciò che stavate guardando? Che senza quel "muro", forse, la prospettiva non sarebbe stata altrettanto unica, altrettanto significativa? Il mio processo creativo per questa serie è stato un viaggio personale verso questa consapevolezza. Invece di lottare contro la presenza di questi "ostacoli" sul mio cammino, ho imparato a riconoscerli, a dar loro spazio, e a scoprire come possano diventare parte integrante di un quadro più grande, talvolta persino contribuendo alla sua profondità e al suo carattere.

"Muro" è quindi un invito a riflettere sulla nostra capacità di adattamento, sulla resilienza dell'animo umano. È un promemoria che la vera bellezza non risiede nell'assenza di sfide, ma nella capacità di vedere la completezza, di godere del panorama con i propri ostacoli, riconoscendoli come parte integrante della nostra unica e irripetibile esperienza di vita. Spero che questa opera vi ispiri a guardare i vostri "muri" non come fine, ma come elementi che arricchiscono il vostro personale e meraviglioso panorama.

Grazie per essere qui e per aver condiviso con me questo momento di riflessione artistica.


~Mia.

giovedì 16 novembre 2023

Filtro …Tre…





L'Occhio Interiore e la Percezione della Verità

Nel vasto e complesso tessuto della nostra esistenza, la percezione gioca un ruolo fondamentale. Ogni informazione che riceviamo, ogni esperienza che viviamo, è inevitabilmente elaborata attraverso un "filtro" personale: la nostra storia, le nostre emozioni, le nostre convinzioni. La serie "Filtro" nasce proprio da questa profonda consapevolezza, dall'esigenza di esplorare come ciò che percepiamo sia sempre una versione "filtrata" della realtà, una lente attraverso cui interpretiamo il mondo.

Questo dipinto, in particolare, è un'immersione nell'essenza di questo concetto. La scelta del bianco e nero non è affatto casuale; è una decisione intenzionale per eliminare le distrazioni del colore e concentrarsi sulla forma, sulla texture e sulla profondità intrinseca del messaggio. Nel monocromo, ogni sfumatura di grigio, ogni linea, ogni punto assume un'importanza amplificata, invitando lo spettatore a guardare oltre la superficie, a sentire la vibrazione dell'immagine.

Al centro dell'opera, si staglia una forma che ricorda un occhio, o forse un vortice, una spirale che attira l'attenzione e la trascina verso il suo nucleo. Questa forma circolare e le texture concentriche evocano il processo di elaborazione interiore: come un'informazione, una sensazione, entra nel nostro essere e viene rielaborata, distorta, arricchita o depurata dalle nostre esperienze. È il punto focale dove la realtà esterna incontra la nostra interpretazione soggettiva. Non è un occhio che vede nel senso comune, ma un "occhio interiore", quello della coscienza o dell'anima, che filtra e processa.

Le marcate texture che circondano e compongono questa forma centrale non sono solo un elemento stilistico; sono la rappresentazione visiva dei "rumori", delle interferenze, delle stratificazioni di pensieri ed emozioni che inevitabilmente accompagnano ogni nostra percezione. Sembrano quasi rocce o strati geologici, a simboleggiare la solidità e la sedimentazione delle nostre esperienze che formano il nostro filtro. Ogni scanalatura, ogni ombra, racconta una storia di ciò che è stato assorbito, trattenuto o respinto.

Il mio processo creativo per "Filtro" è stato un'esplorazione del subconscio, un tentativo di dare forma a quel meccanismo intangibile che determina ciò che "vediamo" e come lo "sentiamo". Lascio che le forme emergano quasi spontaneamente, guidate da una sensibilità intuitiva, come se stessi cercando di catturare l'immagine di un pensiero. Il bianco e nero, in questo contesto, enfatizza l'idea di una verità essenziale, purificata, che trascende le apparenze superficiali.

Spero che questa opera vi spinga a riflettere sui vostri stessi "filtri". Come percepite il mondo? Quali sono le lenti attraverso cui guardate le situazioni, le persone, voi stessi? L'arte, per me, è un mezzo per stimolare queste domande, per invitare a una maggiore consapevolezza di sé e del proprio modo di interagire con la realtà. Questo "Filtro" è un promemoria che la verità è spesso un mosaico complesso, e che la nostra personale interpretazione è una parte irrinunciabile e affascinante di quel quadro.


~Mia.

giovedì 9 novembre 2023

Corpi o Anime

Il fervore di un tempo inatteso
quando rimane nulla in cui credere
ché su se stessi. 



Tempi di Inattesa

Questi pochi versi, che ho racchiuso nel titolo "Corpi e Anime", sono un frammento di un'esplorazione poetica che risuona profondamente con le esperienze umane più intime e universali. La poesia, nella sua essenza, è un tentativo di distillare l'immensa complessità del sentire in poche, significative parole, e in questo caso, ho cercato di catturare un momento di rivelazione, un punto di svolta che molti di noi potrebbero aver vissuto.

Il primo verso, "Il fervore di un tempo inatteso", evoca subito una sensazione di urgenza, di energia inaspettata, o forse di un'attesa prolungata che culmina in un'intensità improvvisa. Un "tempo inatteso" può essere un periodo di crisi, di incertezza, ma anche di epifania, un momento in cui le coordinate abituali della nostra esistenza sembrano dissolversi. È un tempo che ci coglie impreparati, ma che allo stesso tempo accende una scintilla, un "fervore" interiore che ci spinge a una nuova consapevolezza. Questo fervore non è necessariamente gioia, può essere la tensione di una ricerca, l'intensità di un dubbio, la forza di una riscoperta.

Ed è proprio in questo "tempo inatteso" che emerge la condizione descritta nel secondo verso: "quando rimane nulla in cui credere". Questa è una frase che risuona con una risonanza quasi esistenziale. Ci sono momenti nella vita in cui le certezze esteriori – le istituzioni, le ideologie, persino le relazioni – possono vacillare o apparire prive di significato. È una fase di disorientamento, di spoliazione, in cui i pilastri su cui abbiamo costruito la nostra fiducia sembrano sgretolarsi. Questo senso di vuoto, però, non è necessariamente negativo; può essere il preludio a una nuova fondazione.

E qui arriviamo al cuore della poesia, al terzo e ultimo verso, così incisivo nella sua brevità: "ché su se stessi". Questa clausola finale offre la chiave di volta, la soluzione, o forse l'unica ancora di salvezza in quel "tempo inatteso" e di disillusione. Quando ogni altro punto di riferimento esterno crolla, l'unica verità, l'unico luogo di fede rimasto è il proprio io. Non si tratta di egoismo, ma di un profondo atto di auto-affidamento, di una riscoperta della propria forza interiore, della propria bussola etica e spirituale. "Credere su se stessi" significa riconoscere il proprio valore intrinseco, la propria resilienza, la capacità di trovare risposte e direzioni all'interno, anche quando il mondo esterno offre solo incertezza.

La scelta del titolo "Corpi e Anime" per questa poesia non è casuale. Mentre il corpo è ciò che ci lega al mondo materiale, l'anima è il nostro centro più profondo, il luogo dove risiedono le nostre credenze più autentiche e la nostra forza vitale. La poesia suggerisce che è proprio nel "fervore" di un tempo difficile che questa connessione tra corpo e anima si rafforza, permettendoci di radicarsi in noi stessi quando tutto il resto sembra effimero. È un invito a esplorare il proprio santuario interiore, a riscoprire la propria fede più pura, quella che non dipende da fattori esterni ma che sgorga dalla propria essenza.

Spero che questa mia breve riflessione possa offrirvi un punto di partenza per la vostra personale interpretazione di questi versi. La bellezza della poesia risiede proprio nella sua capacità di evocare risposte diverse in ciascuno di noi, stimolando una conversazione silenziosa tra l'autore e il lettore.


~Mia.

mercoledì 8 novembre 2023

Giorni …Due...




Il Fango e la Luce degli Angeli

Oggi desidero condividere con voi un'opera che, sebbene non sia un quadro nel senso tradizionale, porta con sé il peso e l'intensità di un'esperienza collettiva profonda. Fa parte della mia serie "Giorni", ma con una specificità che la distingue: è un'esplorazione artistica ispirata ai giorni di alluvione che hanno colpito diverse città, lasciando dietro di sé una traccia indelebile non solo sul paesaggio, ma anche nell'anima di chi ha vissuto quei momenti.

Questa raffigurazione è nata da una riflessione sul colore del fango. Non un semplice marrone terroso, ma quella tonalità opaca, quasi vischiosa, che diviene simbolo universale di devastazione e perdita. Per me, il fango non è stato solo un elemento materiale che ha sommerso case e oggetti; è diventato il colore stesso del panico. Quegli istanti di incertezza, di paura, di disorientamento che si sono impadroniti delle menti di migliaia di persone, rimarranno per sempre collegati a quella specifica, inconfondibile cromia. È un colore che la nostra memoria collettiva ha ormai tatuato sulla propria pelle emotiva, un ricordo che riemerge ogni volta che la natura si manifesta con la sua forza più indomita.

Attraverso le texture e le sfumature che ho cercato di catturare in quest'opera, ho voluto rappresentare proprio quella sensazione di sospensione, di un mondo che si disfa e si ricompone con una nuova, drammatica veste. Le linee verticali e le velature che emergono non sono state create con l'intento di riprodurre fedelmente una scena, ma piuttosto di evocare la sensazione di un passaggio, di un'onda che ha travolto, lasciando dietro di sé strati di detriti e, soprattutto, di memoria. È un'immagine che vuole essere un promemoria visivo di come la natura possa essere implacabile, ma anche di come l'essere umano sia costretto a confrontarsi con la propria vulnerabilità.

Eppure, in mezzo a quella desolazione cromatica, in quel mare di fango e incertezza, c'è stata una luce che ha saputo perforare l'oscurità: la straordinaria mobilitazione degli "angeli del fango". Giovani e meno giovani, volontari, cittadini comuni che, spinti da un'onda di solidarietà e altruismo, si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato instancabilmente, senza risparmiarsi. Loro sono stati i veri eroi silenziosi di quei giorni, figure di speranza che hanno dimostrato la resilienza e la compassione che risiedono nel cuore dell'umanità.

In questa raffigurazione, sebbene il fango sia il colore dominante, spero che si possa intravedere anche la tenacia, la forza che emerge da quella stessa materia, la capacità di ricostruire, di purificare, di ricominciare. Gli angeli del fango non hanno solo spalato detriti; hanno spalato la disperazione, hanno offerto mani, sguardi, parole di conforto, e in questo modo hanno contribuito a ridefinire il significato di quel colore. Da simbolo di distruzione, il fango è diventato anche il terreno su cui è germogliata una straordinaria rete di solidarietà e coraggio.

Quest'opera è un omaggio a tutti coloro che hanno vissuto quei giorni difficili, a chi ha perso qualcosa ma ha trovato la forza di rialzarsi, e soprattutto a quegli "angeli" che, con il loro indefesso lavoro, hanno trasformato un'immagine di distruzione in un ricordo di umanità e speranza. È un monito a non dimenticare, e un invito a credere nella forza del legame umano.


~Mia.

sabato 4 novembre 2023

Muro ...Due…



Il Giardino Interiore

Continuando il mio viaggio all'interno della serie "Muro", oggi voglio presentarvi un'opera che, pur mantenendo il tema centrale dell'ostacolo e della percezione, si arricchisce di una dimensione profondamente umana e spirituale. Se nel precedente dipinto ci siamo concentrati sulla natura delle barriere stesse, in "Muro... Due" l'attenzione si sposta su come l'individuo si relaziona con esse, e su cosa fiorisce nonostante o proprio a causa di questi impedimenti.

A prima vista, la tela ci accoglie con un'esplosione di texture e colori che richiamano la complessità del mondo circostante, un "muro" non più solo fisico ma fatto di stimoli, di pensieri, di emozioni che si stratificano. Ma è la figura centrale a catturare immediatamente lo sguardo: un volto, dai tratti quasi eterei, che emerge da questo sfondo caotico e denso. Ho cercato di dipingere questa figura in modo che sembri trasparente, quasi un'anima che si fa strada attraverso la materia, o forse una manifestazione della coscienza che si rivela. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma l'archetipo della persona che, pur trovandosi di fronte a un "muro", non si arrende alla sua imponenza. I suoi occhi, sebbene non dettagliati, sembrano scrutare oltre, e le labbra appena schiuse suggeriscono una parola non detta, un respiro trattenuto, o forse un canto silenzioso.

Intorno e attraverso questa figura, ho integrato elementi che per me sono carichi di simbolismo. I fiori, in particolare quelli rossi in primo piano, rappresentano la vita che rinasce, la bellezza che trova sempre il modo di fiorire anche nelle crepe, sui detriti, o proprio al di là di un ostacolo. Sono un simbolo di resilienza, di speranza e di un'inesauribile forza vitale. Non sono fiori perfetti, ma hanno la robustezza e la texture di chi è cresciuto lottando, di chi ha saputo trasformare l'avversità in linfa vitale.

Sullo sfondo, e in parte sovrapposti alla figura, si distinguono dei cerchi cromatici che fluttuano come astri, o forse come bolle di pensiero. Questi elementi circolari richiamano l'idea di un universo più vasto, di cicli che si ripetono, di una prospettiva cosmica che a volte ci aiuta a ridimensionare i nostri "muri" terreni. Possono rappresentare opportunità, idee che brillano, o forse i diversi "filtri" attraverso cui percepiamo la realtà, come ho esplorato anche in altre mie opere. Il loro posizionamento suggerisce che, pur essendo radicati nella nostra realtà, siamo anche parte di qualcosa di più grande, che le nostre sfide personali sono immerse in un contesto universale.

Il processo creativo di "Muro... Due" è stato un'immersione profonda nella dialettica tra interno ed esterno, tra la fragilità umana e la sua intrinseca forza. Ho lasciato che i colori e le texture si fondessero e si scontrassero, proprio come le emozioni che si agitano quando si affronta un ostacolo. Questa opera è un invito a guardare al di là del blocco apparente, a riconoscere la propria capacità di fiorire nonostante le difficoltà, e a trovare la propria luce interiore anche quando il mondo esterno sembra denso e intricato. È un promemoria che il vero "muro" da superare, o da accettare e integrare, è spesso quello che costruiamo dentro di noi. E che proprio lì, in quel giardino interiore, può fiorire la più autentica bellezza.

Grazie per aver esplorato con me questo frammento del mio percorso artistico e per aver dedicato il vostro tempo a queste riflessioni.


~Mia.

martedì 31 ottobre 2023

Filtro …Due…




La Ragnatela della Percezione e le Ombre della Mente

Nel mio percorso artistico, la serie "Filtro" rappresenta un'indagine continua su come la realtà esterna venga costantemente elaborata e rimodellata dalla nostra coscienza individuale. Dopo aver esplorato l'idea di un "occhio interiore" che decifra il mondo, con "Filtro... Due" mi addentro in una dimensione più intricata, dove il velo della percezione si fa denso, quasi una ragnatela di pensieri e sensazioni.

Anche in questa raffigurazione, la scelta del bianco e nero è fondamentale. È un modo per spogliare l'immagine di ogni distrazione cromatica, invitando lo spettatore a concentrarsi sulla pura forma, sulla profondità delle ombre e sulla texture vibrante. Il monocromo accentua il senso di un mondo interiore, di un filtro che non è solo una lente trasparente, ma una matrice complessa che modula ogni stimolo.

Osservando l'opera, si nota immediatamente un groviglio di linee e forme che si intersecano, quasi un tessuto organico o un reticolo di radici e rami. Non è una rappresentazione figurativa, ma piuttosto un'evocazione di quei momenti in cui la mente è un intricato labirinto di pensieri, memorie e anticipazioni. Questo "intreccio" visivo simboleggia i molteplici strati di interpretazione che applichiamo a ogni cosa. La realtà non ci arriva mai "pura"; è sempre mediata da un complesso sistema di credenze, esperienze passate, emozioni attuali e aspettative future. Questo groviglio è il nostro filtro attivo, in costante movimento.

Ci sono elementi che sembrano allungarsi, quasi a voler raggiungere qualcosa, o a trattenere. Altri sembrano frammenti spezzati, o forme che si dissolvono. Questa dinamica visuale riflette la fluidità e la complessità della percezione: a volte vediamo chiaramente, altre volte la visione è offuscata da preconcetti o da un eccesso di informazioni. Le aree più scure e dense possono rappresentare i punti ciechi, le incertezze, o forse le ombre che la nostra mente proietta sulla realtà. Le zone più chiare, invece, suggeriscono i momenti di lucidità, le intuizioni che riescono a farsi strada attraverso il caos.

Il processo creativo di "Filtro... Due" è stato un'immersione nell'ambiguità e nella non-linearità del pensiero. Ho lavorato per strati, costruendo e decostruendo le forme, quasi a voler replicare il modo in cui i nostri pensieri si accumulano e si modificano. Non c'è un punto focale unico, ma un flusso continuo che invita l'occhio a perdersi e a ritrovarsi, proprio come accade quando tentiamo di districare un pensiero complesso o un'emozione ambivalente. È un invito a esplorare il proprio paesaggio mentale, a riconoscere i "nodi" e le "aperture" che influenzano il nostro modo di vedere il mondo.

Questa opera è un promemoria che la percezione non è una ricezione passiva, ma un atto creativo, un costante processo di costruzione e interpretazione. Il "filtro" non è solo uno schermo, ma un meccanismo dinamico che modella la nostra verità. Spero che "Filtro... Due" vi spinga a riflettere su come le vostre personali "ragnatele" di pensiero influenzino ciò che percepite e, in ultima analisi, il modo in cui vivete la vostra realtà.

Grazie per aver esplorato con me questi intricati sentieri della percezione.


~Mia.

domenica 29 ottobre 2023

Evoluzione



Il Mutamento Continuo

Nel mio percorso artistico, c'è un tema che mi affascina e mi spinge costantemente alla ricerca: quello dell'evoluzione. Non solo l'evoluzione intesa in senso biologico, ma quella trasformazione interiore, personale e collettiva, che ci modella giorno dopo giorno, rendendoci ciò che siamo e ciò che saremo. Oggi desidero condividere con voi un'opera che ho intitolato, semplicemente, "Evoluzione".

Quest'opera è un'immersione in quella costante dinamica di cambiamento. A prima vista, si percepisce un volto, o meglio, una forma che ricorda una testa o una maschera, che emerge da un contesto di colori e texture dense e stratificate. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma piuttosto l'archetipo dell'essere in divenire, una rappresentazione visiva dell'anima che si fa strada attraverso le esperienze e le sfide. La figura centrale, quasi primordiale, sembra pulsare di vita propria, inglobando e al tempo stesso distinguendosi dal suo ambiente.

Il colore gioca un ruolo cruciale in "Evoluzione". Le pennellate dense e sovrapposte sullo sfondo creano un effetto di profondità e complessità, suggerendo la stratificazione del tempo, delle esperienze, dei pensieri e delle emozioni che si accumulano e ci trasformano. Si possono intravedere lampi di rosso, blu, giallo, che si mescolano in un caotico ma armonioso turbinio. Questi colori rappresentano le diverse fasi, gli scontri e le fusioni che caratterizzano il processo evolutivo: le gioie e i dolori, le intuizioni e le incertezze, tutto ciò che contribuisce a scolpire il nostro essere.

Ma sono gli occhi a catturare e trattenere lo sguardo. Quel blu intenso, quasi elettrico, si staglia con forza dal resto della composizione. Sono occhi che sembrano guardare con una profonda saggezza, una consapevolezza che trascende il tempo. Non sono occhi che esprimono un'emozione specifica, quanto piuttosto una presenza, un'intensa osservazione del mondo e di sé. Per me, questi occhi simboleggiano la scintilla della coscienza, la parte più profonda di noi che rimane immutata pur nel continuo mutamento, il nucleo dell'anima che osserva e impara da ogni fase dell'evoluzione.

Il processo creativo dietro "Evoluzione" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di identità fluida. Non ho cercato di definire con precisione i tratti della figura, ma piuttosto di lasciarla emergere dalle texture, quasi come un'apparizione che si rivela gradualmente. Questa tecnica vuole richiamare l'idea che la nostra "forma" definitiva non è mai statica, ma è il risultato di un costante processo di scultura interiore, influenzato da ogni istante vissuto. È un promemoria che siamo in continua trasformazione, e che ogni esperienza, ogni caduta e ogni risalita, contribuisce a definire il nostro cammino.

"Evoluzione" è un invito a riflettere sul proprio percorso, sui cambiamenti che ci hanno reso chi siamo oggi e su quelli che ancora ci attendono. È un'opera che celebra la capacità umana di adattarsi, di imparare, di crescere, mantenendo sempre quella scintilla interiore che ci rende unici. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire il respiro dell'evoluzione che pulsa in ognuno di noi.


~Mia.

mercoledì 25 ottobre 2023

Corpi …Uno…




L'Anima Multiforme e la Rete dell'Esistenza

Nel vasto universo della mia arte, c'è un tema che mi spinge a esplorare le profondità dell'essere umano: quello dei "Corpi". Non intendo solo il corpo fisico come involucro, ma la complessa interazione tra la nostra fisicità, le nostre emozioni, i nostri pensieri e le connessioni invisibili che ci legano gli uni agli altri. Quest'opera, che ho intitolato "Corpi... Uno", è una delle prime e più intense manifestazioni di questa ricerca.

A prima vista, il quadro ci accoglie con una composizione densa e stratificata, dove emergono figure stilizzate, quasi delle presenze ancestrali o archetipiche. Non sono ritratti individuali, ma piuttosto la rappresentazione di corpi come contenitori di esperienze, di storie, di anime. Le texture ricche e le pennellate vigorose suggeriscono una vitalità pulsante, quasi un'energia che si sprigiona dalla tela. Ho voluto che ogni strato di colore, ogni segno, contribuisse a costruire la complessità di queste forme, a richiamare l'idea che ogni corpo è un universo in sé, intessuto di mille fili.

I colori sono un elemento fondamentale in "Corpi... Uno". Vediamo un'esplosione di tonalità vibranti e terrose che si mescolano e si sovrappongono: i rossi ardenti, i blu profondi, i gialli luminosi e i verdi vitali. Questa palette non è casuale; essa evoca la vasta gamma di emozioni e stati d'animo che abitano il corpo umano. Il giallo potrebbe rappresentare la gioia o l'intelletto, il blu la calma o la malinconia, il rosso la passione o la rabbia. La loro fusione e interazione suggeriscono la costante danza tra queste forze dentro di noi, e come esse influenzino la nostra percezione e interazione con il mondo.

Gli occhi, sebbene non dettagliati, sono un punto focale potente. Sono grandi, quasi onnipresenti, e sembrano osservare con una consapevolezza profonda, quasi primordiale. Non sono occhi che giudicano, ma che comprendono, che portano il peso della storia e della vita. Suggeriscono l'idea che il corpo, pur essendo fatto di materia, è anche un veicolo per l'anima, e che attraverso gli occhi si può intravedere la profondità dell'essere. Il loro posizionamento e la loro forma irregolare potrebbero anche richiamare l'idea di molteplici punti di vista, di prospettive diverse che si fondono.

Il processo creativo dietro "Corpi... Uno" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di interconnessione. Ho lasciato che le forme emergessero gradualmente, quasi che i corpi si componessero e si scompongero sotto le mie mani, riflettendo l'idea che siamo tutti parte di una rete più grande, che le nostre singole esistenze sono intessute nel vasto arazzo dell'umanità. Le texture granulare e i dettagli minuti, quasi fossero punti e nodi, enfatizzano questa tessitura.

Questa opera è un invito a riflettere sulla propria corporeità non solo come un guscio, ma come un'entità complessa e ricca di significato, un crocevia di esperienze, emozioni e connessioni. "Corpi... Uno" celebra la molteplicità dell'identità umana e la bellezza che emerge dall'intreccio delle nostre esistenze. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire la risonanza di tutti quei "corpi" e "anime" che, in modi visibili e invisibili, ci circondano e ci definiscono.


~Mia.

Random 3

Siamo Davvero Liberi di Scegliere o è Già Tutto Scritto nel Nostro Cervello? Ciao a tutti, appassionati della mente e curiosi dell'unive...