Il Cuore sull'Altalena
Ci sono immagini che hanno il potere di riportarci immediatamente a un tempo e a un'emozione precisa. L'altalena è una di queste: un simbolo universale dell'infanzia, di un movimento che è insieme gioco e piccola sfida. La mia poesia "Fanciullo" parte da questa immagine per esplorare la capacità, tipica dei bambini, di trasformare la paura in una straordinaria avventura. Questo post offre un'interpretazione di questa poesia breve, un commento al testo poetico che indaga la nostalgia dell'infanzia e il modo in cui la nostra prospettiva può trasformare un vuoto spaventoso in un cielo su cui librarsi.
L'analisi di questa poesia è guidata interamente dal suo titolo, "Fanciullo", che ci invita a leggere i versi attraverso lo sguardo di un bambino. L'apertura, "Un'altalenante altalena", con la sua dolce ripetizione, non descrive solo un oggetto, ma un'azione, un ritmo che "rincuora il mio cuore". Il punto di partenza è una sensazione di conforto, di gioia semplice e pura, un'emozione legata al ricordo o all'atto stesso del dondolarsi. È il cuore della poesia sulla nostalgia dell'infanzia. Ma il testo non si ferma a questa immagine rassicurante. Introduce un elemento di tensione, di rischio: "le vertigini del vuoto". Questa è l'esperienza fisica di chi spinge l'altalena più in alto, di chi sperimenta il brivido, la sensazione di cadere, la paura che si prova guardando in basso. Qui la poesia tocca il tema della paura e il coraggio.
Il genio del "fanciullo", e il cuore del significato della poesia, risiede nella trasformazione che avviene nel verso finale. Quel "vuoto" che provoca vertigini non è visto come un abisso in cui precipitare, ma come lo spazio "sul quale volare". Questa è una potente metafora della vita come un'altalena. La prospettiva del bambino non nega la paura (le vertigini ci sono), ma la reinterpreta, la usa come trampolino di lancio per l'immaginazione. Il vuoto diventa il cielo. Il rischio diventa il volo dell'immaginazione.
La poesia ci dice che il coraggio non è l'assenza di paura, ma la capacità di vedere un'opportunità di volo là dove altri vedono solo un baratro. È una lezione profonda su come affrontare le incertezze della vita: le "vertigini del vuoto" sono inevitabili, ma la scelta di vederle come uno spazio su cui librarsi appartiene solo a noi, a quel "fanciullo" che dovremmo sempre custodire dentro.
"Fanciullo" è un invito a riscoprire la prospettiva magica dell'infanzia. Ci ricorda che la gioia più autentica spesso convive con un brivido di paura, e che la nostra più grande risorsa è la capacità di trasformare le nostre paure in avventure. È un promemoria per guardare ai vuoti della nostra vita non con terrore, ma con gli occhi di un fanciullo pronto a spiccare il volo.
Ricordate anche voi quella sensazione? Quel misto di paura e gioia su un'altalena? E riuscite ancora, oggi, a trasformare le vostre "vertigini del vuoto" in un'occasione per "volare"?