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giovedì 8 dicembre 2022

Nero Luce

Mamma, in fine cos’è tutto questo ?
Forse la nostra lotta
per qualcosa di più profondo;
il bene in cui crediamo ?
Eppure non riconosciamo quei posti 
ormai troppo lontani
oppure facilitati
in un tempo e uno spazio
più veloce di quanto possiamo,
sospesi in quei secondi di vita
per ridurci poi in un attimo assente.
Ora, presenti verso un futuro inconsapevole
in cui dominano nostri
nuovi sentimenti,
io credo 
perseverante
in noi.



Smarrimento e Fede 

Esistono domande che ci portiamo dentro per una vita intera. Domande sul senso delle cose, sulla direzione del nostro cammino, sulla natura della nostra lotta. La mia poesia "Nero Luce" nasce da una di queste domande fondamentali, ma cerca di trasformare l'oscurità del dubbio in un'affermazione di speranza.

Il titolo è un ossimoro, una contraddizione in termini: il Nero del disorientamento, del futuro ignoto, dell'attimo in cui ci sentiamo assenti; e la Luce della fede, della perseveranza, della convinzione che, nonostante tutto, valga la pena credere "in noi".

La poesia si apre con la domanda più semplice e al contempo più complessa, rivolta alla figura primordiale: la madre. Rivolgersi alla "Mamma" è un ritorno alle origini, un cercare risposte non nelle filosofie complesse, ma nella fonte stessa della vita. È un gesto di vulnerabilità e di fiducia.

La prima risposta che il poeta si dà è una definizione nobile dell'esistenza: la vita è "la nostra lotta / per qualcosa di più profondo". Non un'esistenza casuale, ma una battaglia mirata, una tensione verso "il bene in cui crediamo". Questa prima strofa definisce l'essere umano come un idealista, un combattente per un valore.

Subito dopo questa affermazione di principio, però, si insinua il dubbio, lo smarrimento. "Eppure non riconosciamo quei posti". Quei punti di riferimento, forse i valori stessi per cui lottiamo, sembrano svanire. E per quale motivo? La poesia offre due spiegazioni incredibilmente attuali:

  1. Sono "ormai troppo lontani": C'è un senso di distanza, di disconnessione da un passato o da ideali che non sentiamo più nostri.
  2. Oppure sono "facilitati / in un tempo e uno spazio / più veloce di quanto possiamo": Questa è una critica lucida alla modernità. La velocità del mondo contemporaneo, la "facilità" con cui si ottiene tutto, finisce per svuotare di significato le esperienze. Viviamo in un flusso così rapido che non abbiamo il tempo di creare legami profondi con i luoghi, le persone, i valori.

Questa accelerazione ci porta a una condizione esistenziale precaria: siamo "sospesi in quei secondi di vita", incapaci di afferrare il presente, finendo per essere ridotti a un "attimo assente". È la fotografia perfetta dell'uomo moderno: perennemente connesso ma fondamentalmente assente, sempre in movimento ma esistenzialmente immobile.

Proprio quando il "Nero" sembra prendere il sopravvento, la poesia ha una svolta. Un "Ora" potente segna un cambio di rotta: "Ora, presenti verso un futuro inconsapevole". Nonostante lo smarrimento e l'assenza, c'è una decisione cosciente di essere "presenti". È l'accettazione del paradosso: si può essere pienamente nel presente anche se ci si muove verso un futuro di cui non si sa nulla ("inconsapevole"). Si accetta l'incertezza, ma non si rinuncia a vivere.

In questo futuro, inoltre, "dominano nostri / nuovi sentimenti". È il riconoscimento che siamo esseri in divenire. La lotta e lo smarrimento ci trasformano, creano in noi nuove emozioni, nuove consapevolezze. Non siamo più quelli che eravamo all'inizio della lotta.

Ed eccoci al finale, il punto in cui la "Luce" del titolo vince sul "Nero". Dopo il dubbio, la lotta e la trasformazione, emerge una certezza. Non una certezza sul futuro, ma una fede incrollabile: "io credo / perseverante / in noi."

  • "Io credo": È una dichiarazione personale, forte, che nasce dall'esperienza, non da un dogma.
  • "perseverante": Questa fede non è ingenua. È una fede che ha attraversato il dubbio ed è sopravvissuta. È tenace, ostinata, consapevole delle difficoltà.
  • "in noi": Questo "noi" è la destinazione di tutta la poesia. Potrebbe essere il "noi" intimo tra figlio e madre, il legame che resiste a tutto. Ma, in senso più ampio, è un "noi" universale. È la fede nella connessione umana, nella nostra capacità collettiva di lottare per il bene, nella resilienza della nostra specie.

"Nero Luce" è quindi il racconto di un'anima che si interroga, si perde e infine si ritrova non in una verità assoluta, ma nella fede perseverante nel legame umano come unica, vera luce nell'oscurità dell'esistenza.



~Mia.


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