Tra Apparenza e Essenza
Nel vasto mare delle percezioni umane, la realtà non è mai una verità assoluta e univoca. Ogni esperienza, ogni emozione, ogni informazione che riceviamo passa attraverso un sistema complesso di lenti interiori, un meccanismo sottile che modella ciò che vediamo, sentiamo e crediamo. Questo processo è ciò che ho voluto esplorare con la mia opera intitolata "Filtro... Uno".
Questa raffigurazione, volutamente realizzata in un'intensa scala di grigi, bianco e nero, è un tentativo di spogliare la realtà dal suo velo di colore, per concentrarsi sull'essenza, sulle forme e sui contrasti che definiscono la nostra percezione. Il bianco e nero non è una limitazione, ma una scelta stilistica che amplifica il messaggio, costringendo l'osservatore a guardare oltre la superficie, a cercare il significato nelle tonalità e nelle trame.
Al centro della composizione, in alto, emerge una forma che evoca un cuore, ma non un cuore tradizionale, perfetto. È un cuore che sembra quasi un bocciolo, una gemma, o forse una forma organica in fase di trasformazione, quasi fatto di terra e radici, o di pietra lavorata dal tempo. Questa imperfezione, questa materialità, suggerisce la complessità dell'amore e delle emozioni. Non sono entità eteree, ma profondamente radicate nella nostra fisicità e nella nostra esperienza. Questo cuore, posto quasi a galleggiare o a emergere da uno sfondo che evoca increspature, vibrazioni, o forse una superficie d'acqua che riflette, simboleggia la nostra essenza più profonda, il nostro centro emotivo.
Sotto di esso, emerge una figura stilizzata, delle mani o una sagoma antropomorfa, con le braccia aperte, quasi in atto di ricevere, di accogliere, o di offrire. È una posizione di apertura, di vulnerabilità ma anche di forza. Questa figura rappresenta l'individuo, il "filtro" stesso. Siamo noi che, con le nostre esperienze, le nostre convinzioni, i nostri stati d'animo, accogliamo o respingiamo ciò che il mondo ci presenta. Siamo noi che, consapevolmente o meno, elaboriamo le informazioni, diamo forma alle emozioni e interpretiamo la realtà.
Il "filtro" è il nostro sguardo interiore. È il modo in cui le nostre gioie passate influenzano come percepiamo una nuova felicità. È il modo in cui le nostre ferite non rimarginate possono distorcere la percezione di un gesto d'affetto. È la somma delle nostre paure e delle nostre speranze che plasma il modo in cui affrontiamo il futuro. Questo quadro invita a riflettere su quanto di ciò che "vediamo" sia effettivamente esterno a noi e quanto sia una proiezione del nostro mondo interiore.
In un'era dominata dai filtri digitali che modificano le immagini, "Filtro... Uno" ci spinge a guardare ai nostri filtri più autentici, quelli dell'anima. Ci chiede di essere consapevoli di come percepiamo il mondo, di riconoscere che la nostra realtà è un'interazione costante tra ciò che è fuori e ciò che è dentro di noi. Non è un giudizio, ma un invito all'introspezione: quanto siamo aperti a ciò che l'universo ci offre? Quanto permettiamo ai nostri preconcetti di limitare la nostra visione? E quanto siamo disposti a guardare il cuore delle cose, anche quando non sono perfette, anche quando sono espresse solo in bianco e nero, per coglierne la vera, profonda essenza?
Attraverso le sue tonalità di grigio e le sue forme evocative, "Filtro... Uno" ci ricorda che la vera percezione risiede nella capacità di leggere oltre le apparenze, di sentire il cuore pulsare al di là del velo, e di accogliere la complessità della vita con mente e spirito aperti.