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giovedì 16 novembre 2023

Filtro …Tre…





L'Occhio Interiore e la Percezione della Verità

Nel vasto e complesso tessuto della nostra esistenza, la percezione gioca un ruolo fondamentale. Ogni informazione che riceviamo, ogni esperienza che viviamo, è inevitabilmente elaborata attraverso un "filtro" personale: la nostra storia, le nostre emozioni, le nostre convinzioni. La serie "Filtro" nasce proprio da questa profonda consapevolezza, dall'esigenza di esplorare come ciò che percepiamo sia sempre una versione "filtrata" della realtà, una lente attraverso cui interpretiamo il mondo.

Questo dipinto, in particolare, è un'immersione nell'essenza di questo concetto. La scelta del bianco e nero non è affatto casuale; è una decisione intenzionale per eliminare le distrazioni del colore e concentrarsi sulla forma, sulla texture e sulla profondità intrinseca del messaggio. Nel monocromo, ogni sfumatura di grigio, ogni linea, ogni punto assume un'importanza amplificata, invitando lo spettatore a guardare oltre la superficie, a sentire la vibrazione dell'immagine.

Al centro dell'opera, si staglia una forma che ricorda un occhio, o forse un vortice, una spirale che attira l'attenzione e la trascina verso il suo nucleo. Questa forma circolare e le texture concentriche evocano il processo di elaborazione interiore: come un'informazione, una sensazione, entra nel nostro essere e viene rielaborata, distorta, arricchita o depurata dalle nostre esperienze. È il punto focale dove la realtà esterna incontra la nostra interpretazione soggettiva. Non è un occhio che vede nel senso comune, ma un "occhio interiore", quello della coscienza o dell'anima, che filtra e processa.

Le marcate texture che circondano e compongono questa forma centrale non sono solo un elemento stilistico; sono la rappresentazione visiva dei "rumori", delle interferenze, delle stratificazioni di pensieri ed emozioni che inevitabilmente accompagnano ogni nostra percezione. Sembrano quasi rocce o strati geologici, a simboleggiare la solidità e la sedimentazione delle nostre esperienze che formano il nostro filtro. Ogni scanalatura, ogni ombra, racconta una storia di ciò che è stato assorbito, trattenuto o respinto.

Il mio processo creativo per "Filtro" è stato un'esplorazione del subconscio, un tentativo di dare forma a quel meccanismo intangibile che determina ciò che "vediamo" e come lo "sentiamo". Lascio che le forme emergano quasi spontaneamente, guidate da una sensibilità intuitiva, come se stessi cercando di catturare l'immagine di un pensiero. Il bianco e nero, in questo contesto, enfatizza l'idea di una verità essenziale, purificata, che trascende le apparenze superficiali.

Spero che questa opera vi spinga a riflettere sui vostri stessi "filtri". Come percepite il mondo? Quali sono le lenti attraverso cui guardate le situazioni, le persone, voi stessi? L'arte, per me, è un mezzo per stimolare queste domande, per invitare a una maggiore consapevolezza di sé e del proprio modo di interagire con la realtà. Questo "Filtro" è un promemoria che la verità è spesso un mosaico complesso, e che la nostra personale interpretazione è una parte irrinunciabile e affascinante di quel quadro.


~Mia.

giovedì 9 novembre 2023

Corpi o Anime

Il fervore di un tempo inatteso
quando rimane nulla in cui credere
ché su se stessi. 



Tempi di Inattesa

Questi pochi versi, che ho racchiuso nel titolo "Corpi e Anime", sono un frammento di un'esplorazione poetica che risuona profondamente con le esperienze umane più intime e universali. La poesia, nella sua essenza, è un tentativo di distillare l'immensa complessità del sentire in poche, significative parole, e in questo caso, ho cercato di catturare un momento di rivelazione, un punto di svolta che molti di noi potrebbero aver vissuto.

Il primo verso, "Il fervore di un tempo inatteso", evoca subito una sensazione di urgenza, di energia inaspettata, o forse di un'attesa prolungata che culmina in un'intensità improvvisa. Un "tempo inatteso" può essere un periodo di crisi, di incertezza, ma anche di epifania, un momento in cui le coordinate abituali della nostra esistenza sembrano dissolversi. È un tempo che ci coglie impreparati, ma che allo stesso tempo accende una scintilla, un "fervore" interiore che ci spinge a una nuova consapevolezza. Questo fervore non è necessariamente gioia, può essere la tensione di una ricerca, l'intensità di un dubbio, la forza di una riscoperta.

Ed è proprio in questo "tempo inatteso" che emerge la condizione descritta nel secondo verso: "quando rimane nulla in cui credere". Questa è una frase che risuona con una risonanza quasi esistenziale. Ci sono momenti nella vita in cui le certezze esteriori – le istituzioni, le ideologie, persino le relazioni – possono vacillare o apparire prive di significato. È una fase di disorientamento, di spoliazione, in cui i pilastri su cui abbiamo costruito la nostra fiducia sembrano sgretolarsi. Questo senso di vuoto, però, non è necessariamente negativo; può essere il preludio a una nuova fondazione.

E qui arriviamo al cuore della poesia, al terzo e ultimo verso, così incisivo nella sua brevità: "ché su se stessi". Questa clausola finale offre la chiave di volta, la soluzione, o forse l'unica ancora di salvezza in quel "tempo inatteso" e di disillusione. Quando ogni altro punto di riferimento esterno crolla, l'unica verità, l'unico luogo di fede rimasto è il proprio io. Non si tratta di egoismo, ma di un profondo atto di auto-affidamento, di una riscoperta della propria forza interiore, della propria bussola etica e spirituale. "Credere su se stessi" significa riconoscere il proprio valore intrinseco, la propria resilienza, la capacità di trovare risposte e direzioni all'interno, anche quando il mondo esterno offre solo incertezza.

La scelta del titolo "Corpi e Anime" per questa poesia non è casuale. Mentre il corpo è ciò che ci lega al mondo materiale, l'anima è il nostro centro più profondo, il luogo dove risiedono le nostre credenze più autentiche e la nostra forza vitale. La poesia suggerisce che è proprio nel "fervore" di un tempo difficile che questa connessione tra corpo e anima si rafforza, permettendoci di radicarsi in noi stessi quando tutto il resto sembra effimero. È un invito a esplorare il proprio santuario interiore, a riscoprire la propria fede più pura, quella che non dipende da fattori esterni ma che sgorga dalla propria essenza.

Spero che questa mia breve riflessione possa offrirvi un punto di partenza per la vostra personale interpretazione di questi versi. La bellezza della poesia risiede proprio nella sua capacità di evocare risposte diverse in ciascuno di noi, stimolando una conversazione silenziosa tra l'autore e il lettore.


~Mia.

mercoledì 8 novembre 2023

Giorni …Due...




Il Fango e la Luce degli Angeli

Oggi desidero condividere con voi un'opera che, sebbene non sia un quadro nel senso tradizionale, porta con sé il peso e l'intensità di un'esperienza collettiva profonda. Fa parte della mia serie "Giorni", ma con una specificità che la distingue: è un'esplorazione artistica ispirata ai giorni di alluvione che hanno colpito diverse città, lasciando dietro di sé una traccia indelebile non solo sul paesaggio, ma anche nell'anima di chi ha vissuto quei momenti.

Questa raffigurazione è nata da una riflessione sul colore del fango. Non un semplice marrone terroso, ma quella tonalità opaca, quasi vischiosa, che diviene simbolo universale di devastazione e perdita. Per me, il fango non è stato solo un elemento materiale che ha sommerso case e oggetti; è diventato il colore stesso del panico. Quegli istanti di incertezza, di paura, di disorientamento che si sono impadroniti delle menti di migliaia di persone, rimarranno per sempre collegati a quella specifica, inconfondibile cromia. È un colore che la nostra memoria collettiva ha ormai tatuato sulla propria pelle emotiva, un ricordo che riemerge ogni volta che la natura si manifesta con la sua forza più indomita.

Attraverso le texture e le sfumature che ho cercato di catturare in quest'opera, ho voluto rappresentare proprio quella sensazione di sospensione, di un mondo che si disfa e si ricompone con una nuova, drammatica veste. Le linee verticali e le velature che emergono non sono state create con l'intento di riprodurre fedelmente una scena, ma piuttosto di evocare la sensazione di un passaggio, di un'onda che ha travolto, lasciando dietro di sé strati di detriti e, soprattutto, di memoria. È un'immagine che vuole essere un promemoria visivo di come la natura possa essere implacabile, ma anche di come l'essere umano sia costretto a confrontarsi con la propria vulnerabilità.

Eppure, in mezzo a quella desolazione cromatica, in quel mare di fango e incertezza, c'è stata una luce che ha saputo perforare l'oscurità: la straordinaria mobilitazione degli "angeli del fango". Giovani e meno giovani, volontari, cittadini comuni che, spinti da un'onda di solidarietà e altruismo, si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato instancabilmente, senza risparmiarsi. Loro sono stati i veri eroi silenziosi di quei giorni, figure di speranza che hanno dimostrato la resilienza e la compassione che risiedono nel cuore dell'umanità.

In questa raffigurazione, sebbene il fango sia il colore dominante, spero che si possa intravedere anche la tenacia, la forza che emerge da quella stessa materia, la capacità di ricostruire, di purificare, di ricominciare. Gli angeli del fango non hanno solo spalato detriti; hanno spalato la disperazione, hanno offerto mani, sguardi, parole di conforto, e in questo modo hanno contribuito a ridefinire il significato di quel colore. Da simbolo di distruzione, il fango è diventato anche il terreno su cui è germogliata una straordinaria rete di solidarietà e coraggio.

Quest'opera è un omaggio a tutti coloro che hanno vissuto quei giorni difficili, a chi ha perso qualcosa ma ha trovato la forza di rialzarsi, e soprattutto a quegli "angeli" che, con il loro indefesso lavoro, hanno trasformato un'immagine di distruzione in un ricordo di umanità e speranza. È un monito a non dimenticare, e un invito a credere nella forza del legame umano.


~Mia.

sabato 4 novembre 2023

Muro ...Due…



Il Giardino Interiore

Continuando il mio viaggio all'interno della serie "Muro", oggi voglio presentarvi un'opera che, pur mantenendo il tema centrale dell'ostacolo e della percezione, si arricchisce di una dimensione profondamente umana e spirituale. Se nel precedente dipinto ci siamo concentrati sulla natura delle barriere stesse, in "Muro... Due" l'attenzione si sposta su come l'individuo si relaziona con esse, e su cosa fiorisce nonostante o proprio a causa di questi impedimenti.

A prima vista, la tela ci accoglie con un'esplosione di texture e colori che richiamano la complessità del mondo circostante, un "muro" non più solo fisico ma fatto di stimoli, di pensieri, di emozioni che si stratificano. Ma è la figura centrale a catturare immediatamente lo sguardo: un volto, dai tratti quasi eterei, che emerge da questo sfondo caotico e denso. Ho cercato di dipingere questa figura in modo che sembri trasparente, quasi un'anima che si fa strada attraverso la materia, o forse una manifestazione della coscienza che si rivela. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma l'archetipo della persona che, pur trovandosi di fronte a un "muro", non si arrende alla sua imponenza. I suoi occhi, sebbene non dettagliati, sembrano scrutare oltre, e le labbra appena schiuse suggeriscono una parola non detta, un respiro trattenuto, o forse un canto silenzioso.

Intorno e attraverso questa figura, ho integrato elementi che per me sono carichi di simbolismo. I fiori, in particolare quelli rossi in primo piano, rappresentano la vita che rinasce, la bellezza che trova sempre il modo di fiorire anche nelle crepe, sui detriti, o proprio al di là di un ostacolo. Sono un simbolo di resilienza, di speranza e di un'inesauribile forza vitale. Non sono fiori perfetti, ma hanno la robustezza e la texture di chi è cresciuto lottando, di chi ha saputo trasformare l'avversità in linfa vitale.

Sullo sfondo, e in parte sovrapposti alla figura, si distinguono dei cerchi cromatici che fluttuano come astri, o forse come bolle di pensiero. Questi elementi circolari richiamano l'idea di un universo più vasto, di cicli che si ripetono, di una prospettiva cosmica che a volte ci aiuta a ridimensionare i nostri "muri" terreni. Possono rappresentare opportunità, idee che brillano, o forse i diversi "filtri" attraverso cui percepiamo la realtà, come ho esplorato anche in altre mie opere. Il loro posizionamento suggerisce che, pur essendo radicati nella nostra realtà, siamo anche parte di qualcosa di più grande, che le nostre sfide personali sono immerse in un contesto universale.

Il processo creativo di "Muro... Due" è stato un'immersione profonda nella dialettica tra interno ed esterno, tra la fragilità umana e la sua intrinseca forza. Ho lasciato che i colori e le texture si fondessero e si scontrassero, proprio come le emozioni che si agitano quando si affronta un ostacolo. Questa opera è un invito a guardare al di là del blocco apparente, a riconoscere la propria capacità di fiorire nonostante le difficoltà, e a trovare la propria luce interiore anche quando il mondo esterno sembra denso e intricato. È un promemoria che il vero "muro" da superare, o da accettare e integrare, è spesso quello che costruiamo dentro di noi. E che proprio lì, in quel giardino interiore, può fiorire la più autentica bellezza.

Grazie per aver esplorato con me questo frammento del mio percorso artistico e per aver dedicato il vostro tempo a queste riflessioni.


~Mia.

martedì 31 ottobre 2023

Filtro …Due…




La Ragnatela della Percezione e le Ombre della Mente

Nel mio percorso artistico, la serie "Filtro" rappresenta un'indagine continua su come la realtà esterna venga costantemente elaborata e rimodellata dalla nostra coscienza individuale. Dopo aver esplorato l'idea di un "occhio interiore" che decifra il mondo, con "Filtro... Due" mi addentro in una dimensione più intricata, dove il velo della percezione si fa denso, quasi una ragnatela di pensieri e sensazioni.

Anche in questa raffigurazione, la scelta del bianco e nero è fondamentale. È un modo per spogliare l'immagine di ogni distrazione cromatica, invitando lo spettatore a concentrarsi sulla pura forma, sulla profondità delle ombre e sulla texture vibrante. Il monocromo accentua il senso di un mondo interiore, di un filtro che non è solo una lente trasparente, ma una matrice complessa che modula ogni stimolo.

Osservando l'opera, si nota immediatamente un groviglio di linee e forme che si intersecano, quasi un tessuto organico o un reticolo di radici e rami. Non è una rappresentazione figurativa, ma piuttosto un'evocazione di quei momenti in cui la mente è un intricato labirinto di pensieri, memorie e anticipazioni. Questo "intreccio" visivo simboleggia i molteplici strati di interpretazione che applichiamo a ogni cosa. La realtà non ci arriva mai "pura"; è sempre mediata da un complesso sistema di credenze, esperienze passate, emozioni attuali e aspettative future. Questo groviglio è il nostro filtro attivo, in costante movimento.

Ci sono elementi che sembrano allungarsi, quasi a voler raggiungere qualcosa, o a trattenere. Altri sembrano frammenti spezzati, o forme che si dissolvono. Questa dinamica visuale riflette la fluidità e la complessità della percezione: a volte vediamo chiaramente, altre volte la visione è offuscata da preconcetti o da un eccesso di informazioni. Le aree più scure e dense possono rappresentare i punti ciechi, le incertezze, o forse le ombre che la nostra mente proietta sulla realtà. Le zone più chiare, invece, suggeriscono i momenti di lucidità, le intuizioni che riescono a farsi strada attraverso il caos.

Il processo creativo di "Filtro... Due" è stato un'immersione nell'ambiguità e nella non-linearità del pensiero. Ho lavorato per strati, costruendo e decostruendo le forme, quasi a voler replicare il modo in cui i nostri pensieri si accumulano e si modificano. Non c'è un punto focale unico, ma un flusso continuo che invita l'occhio a perdersi e a ritrovarsi, proprio come accade quando tentiamo di districare un pensiero complesso o un'emozione ambivalente. È un invito a esplorare il proprio paesaggio mentale, a riconoscere i "nodi" e le "aperture" che influenzano il nostro modo di vedere il mondo.

Questa opera è un promemoria che la percezione non è una ricezione passiva, ma un atto creativo, un costante processo di costruzione e interpretazione. Il "filtro" non è solo uno schermo, ma un meccanismo dinamico che modella la nostra verità. Spero che "Filtro... Due" vi spinga a riflettere su come le vostre personali "ragnatele" di pensiero influenzino ciò che percepite e, in ultima analisi, il modo in cui vivete la vostra realtà.

Grazie per aver esplorato con me questi intricati sentieri della percezione.


~Mia.

domenica 29 ottobre 2023

Evoluzione



Il Mutamento Continuo

Nel mio percorso artistico, c'è un tema che mi affascina e mi spinge costantemente alla ricerca: quello dell'evoluzione. Non solo l'evoluzione intesa in senso biologico, ma quella trasformazione interiore, personale e collettiva, che ci modella giorno dopo giorno, rendendoci ciò che siamo e ciò che saremo. Oggi desidero condividere con voi un'opera che ho intitolato, semplicemente, "Evoluzione".

Quest'opera è un'immersione in quella costante dinamica di cambiamento. A prima vista, si percepisce un volto, o meglio, una forma che ricorda una testa o una maschera, che emerge da un contesto di colori e texture dense e stratificate. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma piuttosto l'archetipo dell'essere in divenire, una rappresentazione visiva dell'anima che si fa strada attraverso le esperienze e le sfide. La figura centrale, quasi primordiale, sembra pulsare di vita propria, inglobando e al tempo stesso distinguendosi dal suo ambiente.

Il colore gioca un ruolo cruciale in "Evoluzione". Le pennellate dense e sovrapposte sullo sfondo creano un effetto di profondità e complessità, suggerendo la stratificazione del tempo, delle esperienze, dei pensieri e delle emozioni che si accumulano e ci trasformano. Si possono intravedere lampi di rosso, blu, giallo, che si mescolano in un caotico ma armonioso turbinio. Questi colori rappresentano le diverse fasi, gli scontri e le fusioni che caratterizzano il processo evolutivo: le gioie e i dolori, le intuizioni e le incertezze, tutto ciò che contribuisce a scolpire il nostro essere.

Ma sono gli occhi a catturare e trattenere lo sguardo. Quel blu intenso, quasi elettrico, si staglia con forza dal resto della composizione. Sono occhi che sembrano guardare con una profonda saggezza, una consapevolezza che trascende il tempo. Non sono occhi che esprimono un'emozione specifica, quanto piuttosto una presenza, un'intensa osservazione del mondo e di sé. Per me, questi occhi simboleggiano la scintilla della coscienza, la parte più profonda di noi che rimane immutata pur nel continuo mutamento, il nucleo dell'anima che osserva e impara da ogni fase dell'evoluzione.

Il processo creativo dietro "Evoluzione" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di identità fluida. Non ho cercato di definire con precisione i tratti della figura, ma piuttosto di lasciarla emergere dalle texture, quasi come un'apparizione che si rivela gradualmente. Questa tecnica vuole richiamare l'idea che la nostra "forma" definitiva non è mai statica, ma è il risultato di un costante processo di scultura interiore, influenzato da ogni istante vissuto. È un promemoria che siamo in continua trasformazione, e che ogni esperienza, ogni caduta e ogni risalita, contribuisce a definire il nostro cammino.

"Evoluzione" è un invito a riflettere sul proprio percorso, sui cambiamenti che ci hanno reso chi siamo oggi e su quelli che ancora ci attendono. È un'opera che celebra la capacità umana di adattarsi, di imparare, di crescere, mantenendo sempre quella scintilla interiore che ci rende unici. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire il respiro dell'evoluzione che pulsa in ognuno di noi.


~Mia.

mercoledì 25 ottobre 2023

Corpi …Uno…




L'Anima Multiforme e la Rete dell'Esistenza

Nel vasto universo della mia arte, c'è un tema che mi spinge a esplorare le profondità dell'essere umano: quello dei "Corpi". Non intendo solo il corpo fisico come involucro, ma la complessa interazione tra la nostra fisicità, le nostre emozioni, i nostri pensieri e le connessioni invisibili che ci legano gli uni agli altri. Quest'opera, che ho intitolato "Corpi... Uno", è una delle prime e più intense manifestazioni di questa ricerca.

A prima vista, il quadro ci accoglie con una composizione densa e stratificata, dove emergono figure stilizzate, quasi delle presenze ancestrali o archetipiche. Non sono ritratti individuali, ma piuttosto la rappresentazione di corpi come contenitori di esperienze, di storie, di anime. Le texture ricche e le pennellate vigorose suggeriscono una vitalità pulsante, quasi un'energia che si sprigiona dalla tela. Ho voluto che ogni strato di colore, ogni segno, contribuisse a costruire la complessità di queste forme, a richiamare l'idea che ogni corpo è un universo in sé, intessuto di mille fili.

I colori sono un elemento fondamentale in "Corpi... Uno". Vediamo un'esplosione di tonalità vibranti e terrose che si mescolano e si sovrappongono: i rossi ardenti, i blu profondi, i gialli luminosi e i verdi vitali. Questa palette non è casuale; essa evoca la vasta gamma di emozioni e stati d'animo che abitano il corpo umano. Il giallo potrebbe rappresentare la gioia o l'intelletto, il blu la calma o la malinconia, il rosso la passione o la rabbia. La loro fusione e interazione suggeriscono la costante danza tra queste forze dentro di noi, e come esse influenzino la nostra percezione e interazione con il mondo.

Gli occhi, sebbene non dettagliati, sono un punto focale potente. Sono grandi, quasi onnipresenti, e sembrano osservare con una consapevolezza profonda, quasi primordiale. Non sono occhi che giudicano, ma che comprendono, che portano il peso della storia e della vita. Suggeriscono l'idea che il corpo, pur essendo fatto di materia, è anche un veicolo per l'anima, e che attraverso gli occhi si può intravedere la profondità dell'essere. Il loro posizionamento e la loro forma irregolare potrebbero anche richiamare l'idea di molteplici punti di vista, di prospettive diverse che si fondono.

Il processo creativo dietro "Corpi... Uno" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di interconnessione. Ho lasciato che le forme emergessero gradualmente, quasi che i corpi si componessero e si scompongero sotto le mie mani, riflettendo l'idea che siamo tutti parte di una rete più grande, che le nostre singole esistenze sono intessute nel vasto arazzo dell'umanità. Le texture granulare e i dettagli minuti, quasi fossero punti e nodi, enfatizzano questa tessitura.

Questa opera è un invito a riflettere sulla propria corporeità non solo come un guscio, ma come un'entità complessa e ricca di significato, un crocevia di esperienze, emozioni e connessioni. "Corpi... Uno" celebra la molteplicità dell'identità umana e la bellezza che emerge dall'intreccio delle nostre esistenze. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire la risonanza di tutti quei "corpi" e "anime" che, in modi visibili e invisibili, ci circondano e ci definiscono.


~Mia.

martedì 24 ottobre 2023

Schizzo d’ un Giorno

 


L'Effimero splendore del Momento e la Memoria Emozionale

Nel flusso incessante del tempo, ogni giorno è una tela bianca, pronta ad accogliere colori, luci e ombre. C'è un fascino intrinseco nel tentativo di catturare la fugacità di un istante, di fermare su una superficie l'impressione vivida di una giornata. Ed è proprio da questa idea che nasce l'opera che vi presento oggi, intitolata "Schizzo d'un Giorno".

Questa raffigurazione non è un quadro nel senso più elaborato del termine; è, come suggerisce il titolo, un'istantanea, un'impressione rapida e sentita. Ho voluto ricreare la sensazione di un appunto visivo, di un'emozione colta al volo, quasi a voler fissare la temperatura cromatica e l'energia di un momento specifico. A prima vista, si percepiscono tonalità calde, avvolgenti, dominate dall'arancione e dal giallo, che immediatamente evocano la luce del sole, il calore e la vitalità.

Al centro dell'opera, un girasole si staglia con forza, quasi un sole in miniatura che irradia energia. Il girasole è, per sua natura, un simbolo di ottimismo, di lealtà e della ricerca costante della luce. La sua presenza in questa composizione non è casuale: rappresenta il fulcro di quel "giorno", il suo momento più luminoso o la sua essenza più vibrante. Anche se non è riprodotto con dettagli iperrealistici, la sua forma iconica è immediatamente riconoscibile e il suo messaggio di vitalità è chiaro. Il petalo centrale, quasi una rosa all'interno del girasole, aggiunge un tocco di mistero e unicità, come un segreto custodito nel cuore del giorno.

Ai lati, delle rose stilizzate o abbozzate, con le loro sfumature di rosa e bianco, aggiungono un contrasto e una delicatezza all'energia del girasole. Le rose sono simbolo di amore, di bellezza effimera e, nella loro forma abbozzata, richiamano la fragilità dei ricordi e la natura incompleta di ogni istante che passa. Sono come pensieri laterali, dettagli periferici che compongono la memoria complessiva di quel giorno, contribuendo alla sua atmosfera senza prevaricare il messaggio centrale. Le pennellate materiche e quasi "spigolose" sia del girasole che delle rose, unendosi allo sfondo "legnoso", creano un senso di autenticità, come se la scena fosse stata graffiata direttamente sul legno della memoria.

La texture, quasi legnosa o ruvida, dello sfondo e della base su cui poggia il girasole, rafforza l'idea di un "schizzo" o di un'opera che affonda le sue radici nella materia grezza della vita quotidiana. È come se il giorno stesso avesse lasciato le sue impronte dirette sulla superficie, con tutte le sue imperfezioni e la sua autenticità.

Il mio processo creativo per "Schizzo d'un Giorno" è stato un esercizio di sintesi emotiva. Ho cercato di catturare l'essenza di un'impressione, non una narrazione dettagliata. È un invito a soffermarsi sulle piccole, ma significative, vibrazioni che compongono la nostra esistenza quotidiana. Spero che, osservando questa raffigurazione, possiate sentire il calore di quel "giorno", la sua energia vibrante e la delicatezza delle sue sfumature, e che vi spinga a riflettere sulla bellezza intrinseca di ogni singolo istante della vostra vita.

Grazie per aver dedicato un momento a questo mio "Schizzo".


~Mia.

domenica 22 ottobre 2023

Giorni …Uno…

"speranza", "vita", "famiglia", "amore", "adozione", "arte", "quadro", "pittura", "processo creativo"



Il Filo Invisibile della Speranza 

C'è un filo invisibile che lega ogni respiro, ogni desiderio, ogni attesa. Un filo che, a volte, si tende all'infinito, nutrendo la speranza di un domani che ancora non si rivela. Questo quadro, parte della mia serie "Giorni", nasce proprio da quel filo, intriso di un'emozione profonda e delicata, donato a una coppia il cui cuore batteva all'unisono con il sogno di una nuova vita.

Guardando le sfumature di questa tela, ho cercato di catturare l'essenza di quei "giorni" che si susseguono, carichi di aspettativa e a volte di malinconia, ma sempre attraversati da sprazzi di luce. I cerchi concentrici che danzano sulla superficie non sono solo forme astratte; per me, rappresentano cicli, attese, il perpetuo movimento della vita che si rinnova e si dispiega. Il rosso terroso e i toni del tramonto evocano la passione, la terra che accoglie e nutre, ma anche la pazienza e la resilienza necessarie quando il cammino si fa lungo. La luce che filtra, quasi un bagliore oltre l'orizzonte, è la promessa, l'intuizione che qualcosa di prezioso sta per accadere, in un modo o nell'altro.

Questo quadro è un inno alla speranza che non demorde. So che ci sono sfide che mettono a dura prova la forza d'animo, in particolare il desiderio di creare una famiglia, di accogliere una nuova vita. Il percorso può essere tortuoso, costellato di prove e attese infinite. Ma è proprio in quei momenti che l'arte, e spero anche questo dipinto, può servire da promemoria: di non perdere mai la fiducia, di nutrire la fiamma interiore della possibilità, di credere che la vita, in tutte le sue forme, trovi sempre un modo per fiorire.

E se il sentiero che si immaginava non dovesse rivelarsi quello destinato, questo quadro vuole anche essere un invito a aprire il cuore a orizzonti inattesi. La genitorialità, e l'amore che ne deriva, si manifestano in molteplici modi, non sempre quelli che la società o le aspettative personali ci hanno insegnato a considerare come unici. Adottare, ad esempio, non è una "seconda scelta", ma un atto di amore immenso e incondizionato, che accoglie e abbraccia un'anima già esistente, offrendole un rifugio, una famiglia, un futuro. Oppure, l'amore e la cura possono essere riversati in altre forme di "creazione": progetti, passioni, un impegno verso la comunità che nutre e arricchisce la vita altrui, generando un impatto significativo e duraturo.

La vita è un grande mistero, un'intricata trama di eventi e opportunità. A volte, il "giorno" che stiamo aspettando non arriva come ci aspettiamo, ma ne arriva un altro, magari più sorprendente, più profondo, più inaspettato. Questo quadro, con i suoi cerchi che si espandono, vuole ricordarci che l'amore, la creazione e la gioia possono trovare la loro strada in percorsi diversi, e che ogni "giorno" è un'opportunità per scoprire nuove forme di felicità e realizzazione. Che sia attraverso la nascita desiderata, l'adozione amorevole, o la fioritura di altri sogni, l'importante è non smettere mai di credere nel potere della vita di sorprenderci e di riempire il nostro cuore.


~Mia.

martedì 17 ottobre 2023

Integri

"integrità", "serate", "amici", "amore", "incontri", "consapevolezza", "pittura", "arte", "quadro", "emozioni"



L'Anima della Notte

C'è un'energia vibrante che permea le serate passate in compagnia, che siano incontri tra amici di vecchia data o l'elettricità palpabile di un nuovo amore che sboccia. Sono momenti intrisi di risate, confidenze sussurrate, sguardi che si incrociano e silenzi che parlano più di mille parole. Spesso, queste atmosfere sono accompagnate dal tintinnio dei bicchieri, dal calore di un buon vino o dalla complessità di un cocktail, elementi che aggiungono un tocco di euforia e leggerezza alla conversazione.

È proprio da queste suggestioni che nasce il mio quadro "Integri". Le pennellate decise e i colori profondi – il rosso intenso che evoca passione, calore umano e a volte un pizzico di audacia, e i blu scuri che rimandano alla notte, al mistero, all'introspezione – cercano di catturare la dualità di queste esperienze. I segni blu, quasi lampi di energia, suggeriscono la vivacità del dialogo, la scintilla dell'incontro, il flusso delle emozioni che si sprigionano. Le forme in basso, vagamente riconducibili a calici, richiamano l'elemento conviviale, quel rituale del brindisi che celebra l'unione e la condivisione.

Tuttavia, il titolo "Integri" non è casuale, né è un semplice riferimento all'atto di bere. È un invito alla riflessione, un monito sottile, ma potente. Nelle serate più intense, quando le difese si abbassano e l'atmosfera si fa più libera, è fondamentale ricordarsi di mantenere la propria integrità. Non solo nel senso fisico, di rimanere "incolumi" e responsabili, ma anche e soprattutto a livello emotivo e spirituale.

Rimanere integri significa preservare la propria essenza, i propri valori, le proprie convinzioni, anche quando ci si lascia andare alla leggerezza del momento. Significa essere consapevoli dei propri limiti, rispettare se stessi e gli altri, e non permettere che l'euforia o la pressione sociale ci spingano oltre ciò che sentiamo giusto per noi. È un atto di auto-rispetto che permette di godere appieno di ogni istante, senza rimpianti, senza perdere mai la bussola della propria autenticità.

Questo quadro è quindi una celebrazione delle connessioni umane, delle serate indimenticabili che nutrono l'anima, ma anche un promemoria dell'importanza della consapevolezza. È la bellezza di sapersi immergere completamente nell'esperienza, lasciandosi trasportare dall'onda delle emozioni, sapendo però riconoscere il momento di fermarsi, di ritirarsi, di proteggere quel nucleo profondo che ci rende unici. I colori possono essere audaci, le forme dinamiche, ma il messaggio sottostante è di equilibrio, di armonia tra il lasciarsi andare e il mantenersi saldi.

"Integri" è un invito a vivere pienamente, con passione e gioia, ma sempre con la consapevolezza di chi siamo e di ciò che conta davvero. Perché è solo mantenendo intatta la nostra integrità che possiamo davvero assaporare la vera essenza delle serate, degli incontri e delle relazioni che arricchiscono la nostra vita.


~Mia.

domenica 15 ottobre 2023

Famiglia mia

Una pineta, distesa di aghi,
passi scalzi consapevoli di attimi costanti
scricchiolii incerti
ed ahimè ostinati dal profumo silvestre
del capolavoro non di mio frutto
né della mia immaginazione sfrenata.


Echi di Radici, Respiro di Pineta

Ci sono parole che, pur nella loro semplicità, racchiudono mondi interi. "Famiglia mia" è una di queste, un titolo che da solo evoca legami, ricordi, appartenenza. Ma come può una pineta, con i suoi aghi e i suoi scricchiolii, parlare di famiglia? La mia poesia, intitolata appunto "Famiglia mia", nasce proprio da questa apparente dicotomia, un tentativo di esplorare le radici profonde che ci legano, attraverso immagini concrete eppure cariche di suggestione.

I primi versi, "Una pineta, distesa di aghi, / passi scalzi consapevoli di attimi costanti", ci trasportano immediatamente in un luogo fisico, quasi primordiale. La pineta non è un semplice bosco; è un ecosistema denso, con la sua fragranza resinosa e il suo tappeto di aghi che ammortizza ogni passo. Ma non sono passi qualsiasi: sono "scalzi", un dettaglio che rimanda a un contatto diretto con la terra, a una vulnerabilità e al contempo a un senso di libertà e fiducia. E sono "consapevoli di attimi costanti": non c'è fretta, ma una presenza nel qui e ora, un'attenzione ai piccoli dettagli che compongono la quotidianità. Questo mi fa pensare alla famiglia: non è fatta solo di grandi eventi, ma di un'infinita serie di "attimi costanti", di gesti quotidiani, di presenze silenziose ma rassicuranti che ci forgiano e ci accompagnano.

Il verso "scricchiolii incerti ed ahimè ostinati dal profumo silvestre" aggiunge un elemento di realismo e autenticità. La natura, come la vita familiare, non è sempre perfetta e silenziosa. Ci sono "scricchiolii", piccole frizioni, incertezze, rumori che possono disturbare la quiete. Ma questi scricchiolii sono anche "ostinati", persistenti, parte integrante dell'esperienza. Il "profumo silvestre", con la sua forza primordiale e avvolgente, sembra dominare e unificare il tutto, suggerendo che, nonostante le piccole imperfezioni o le sfide, l'essenza, il "profumo" della famiglia, rimane potente e pervasivo. È un'immagine che parla di resilienza, della capacità di un sistema di persistere e di mantenere la sua identità nonostante le piccole turbolenze.

E poi arrivano i versi che, a mio avviso, racchiudono il cuore della poesia: "del capolavoro non di mio frutto / né della mia immaginazione sfrenata." Qui la poesia si eleva oltre la semplice descrizione di un luogo per toccare un concetto universale. La "famiglia" non è un'invenzione personale, non è qualcosa che si crea solo con la propria volontà o con la propria fantasia. È un "capolavoro" che esiste al di là del nostro controllo, un'entità che ci precede e ci trascende. Non è "di mio frutto" nel senso di essere una creazione puramente individuale, ma piuttosto un dono, un tessuto di relazioni, memorie e appartenenze che si eredita e si evolve. È un qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra diretta "immaginazione sfrenata", un sistema di legami che ha una sua propria logica e storia, un'opera d'arte complessa e vivente di cui siamo parte, ma non gli unici artefici.

"Famiglia mia" è, in fondo, un'ode a quell'insieme di connessioni che ci definiscono, spesso invisibili eppure tangibili come gli aghi sotto i piedi scalzi. È un riconoscimento della sua natura intrinseca, della sua bellezza imperfetta ma autentica, e del suo potere di nutrire l'anima in un modo che nessuna fantasia solitaria potrebbe eguagliare. È un invito a riscoprire il valore delle radici, degli "attimi costanti" che compongono il nostro quotidiano e del profumo inconfondibile di ciò che chiamiamo casa, anche quando quella casa non è un luogo fisico, ma un insieme di anime legate da un filo indissolubile.



~Mia.

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