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martedì 31 ottobre 2023

Filtro …Due…




La Ragnatela della Percezione e le Ombre della Mente

Nel mio percorso artistico, la serie "Filtro" rappresenta un'indagine continua su come la realtà esterna venga costantemente elaborata e rimodellata dalla nostra coscienza individuale. Dopo aver esplorato l'idea di un "occhio interiore" che decifra il mondo, con "Filtro... Due" mi addentro in una dimensione più intricata, dove il velo della percezione si fa denso, quasi una ragnatela di pensieri e sensazioni.

Anche in questa raffigurazione, la scelta del bianco e nero è fondamentale. È un modo per spogliare l'immagine di ogni distrazione cromatica, invitando lo spettatore a concentrarsi sulla pura forma, sulla profondità delle ombre e sulla texture vibrante. Il monocromo accentua il senso di un mondo interiore, di un filtro che non è solo una lente trasparente, ma una matrice complessa che modula ogni stimolo.

Osservando l'opera, si nota immediatamente un groviglio di linee e forme che si intersecano, quasi un tessuto organico o un reticolo di radici e rami. Non è una rappresentazione figurativa, ma piuttosto un'evocazione di quei momenti in cui la mente è un intricato labirinto di pensieri, memorie e anticipazioni. Questo "intreccio" visivo simboleggia i molteplici strati di interpretazione che applichiamo a ogni cosa. La realtà non ci arriva mai "pura"; è sempre mediata da un complesso sistema di credenze, esperienze passate, emozioni attuali e aspettative future. Questo groviglio è il nostro filtro attivo, in costante movimento.

Ci sono elementi che sembrano allungarsi, quasi a voler raggiungere qualcosa, o a trattenere. Altri sembrano frammenti spezzati, o forme che si dissolvono. Questa dinamica visuale riflette la fluidità e la complessità della percezione: a volte vediamo chiaramente, altre volte la visione è offuscata da preconcetti o da un eccesso di informazioni. Le aree più scure e dense possono rappresentare i punti ciechi, le incertezze, o forse le ombre che la nostra mente proietta sulla realtà. Le zone più chiare, invece, suggeriscono i momenti di lucidità, le intuizioni che riescono a farsi strada attraverso il caos.

Il processo creativo di "Filtro... Due" è stato un'immersione nell'ambiguità e nella non-linearità del pensiero. Ho lavorato per strati, costruendo e decostruendo le forme, quasi a voler replicare il modo in cui i nostri pensieri si accumulano e si modificano. Non c'è un punto focale unico, ma un flusso continuo che invita l'occhio a perdersi e a ritrovarsi, proprio come accade quando tentiamo di districare un pensiero complesso o un'emozione ambivalente. È un invito a esplorare il proprio paesaggio mentale, a riconoscere i "nodi" e le "aperture" che influenzano il nostro modo di vedere il mondo.

Questa opera è un promemoria che la percezione non è una ricezione passiva, ma un atto creativo, un costante processo di costruzione e interpretazione. Il "filtro" non è solo uno schermo, ma un meccanismo dinamico che modella la nostra verità. Spero che "Filtro... Due" vi spinga a riflettere su come le vostre personali "ragnatele" di pensiero influenzino ciò che percepite e, in ultima analisi, il modo in cui vivete la vostra realtà.

Grazie per aver esplorato con me questi intricati sentieri della percezione.


~Mia.

domenica 29 ottobre 2023

Evoluzione



Il Mutamento Continuo

Nel mio percorso artistico, c'è un tema che mi affascina e mi spinge costantemente alla ricerca: quello dell'evoluzione. Non solo l'evoluzione intesa in senso biologico, ma quella trasformazione interiore, personale e collettiva, che ci modella giorno dopo giorno, rendendoci ciò che siamo e ciò che saremo. Oggi desidero condividere con voi un'opera che ho intitolato, semplicemente, "Evoluzione".

Quest'opera è un'immersione in quella costante dinamica di cambiamento. A prima vista, si percepisce un volto, o meglio, una forma che ricorda una testa o una maschera, che emerge da un contesto di colori e texture dense e stratificate. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma piuttosto l'archetipo dell'essere in divenire, una rappresentazione visiva dell'anima che si fa strada attraverso le esperienze e le sfide. La figura centrale, quasi primordiale, sembra pulsare di vita propria, inglobando e al tempo stesso distinguendosi dal suo ambiente.

Il colore gioca un ruolo cruciale in "Evoluzione". Le pennellate dense e sovrapposte sullo sfondo creano un effetto di profondità e complessità, suggerendo la stratificazione del tempo, delle esperienze, dei pensieri e delle emozioni che si accumulano e ci trasformano. Si possono intravedere lampi di rosso, blu, giallo, che si mescolano in un caotico ma armonioso turbinio. Questi colori rappresentano le diverse fasi, gli scontri e le fusioni che caratterizzano il processo evolutivo: le gioie e i dolori, le intuizioni e le incertezze, tutto ciò che contribuisce a scolpire il nostro essere.

Ma sono gli occhi a catturare e trattenere lo sguardo. Quel blu intenso, quasi elettrico, si staglia con forza dal resto della composizione. Sono occhi che sembrano guardare con una profonda saggezza, una consapevolezza che trascende il tempo. Non sono occhi che esprimono un'emozione specifica, quanto piuttosto una presenza, un'intensa osservazione del mondo e di sé. Per me, questi occhi simboleggiano la scintilla della coscienza, la parte più profonda di noi che rimane immutata pur nel continuo mutamento, il nucleo dell'anima che osserva e impara da ogni fase dell'evoluzione.

Il processo creativo dietro "Evoluzione" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di identità fluida. Non ho cercato di definire con precisione i tratti della figura, ma piuttosto di lasciarla emergere dalle texture, quasi come un'apparizione che si rivela gradualmente. Questa tecnica vuole richiamare l'idea che la nostra "forma" definitiva non è mai statica, ma è il risultato di un costante processo di scultura interiore, influenzato da ogni istante vissuto. È un promemoria che siamo in continua trasformazione, e che ogni esperienza, ogni caduta e ogni risalita, contribuisce a definire il nostro cammino.

"Evoluzione" è un invito a riflettere sul proprio percorso, sui cambiamenti che ci hanno reso chi siamo oggi e su quelli che ancora ci attendono. È un'opera che celebra la capacità umana di adattarsi, di imparare, di crescere, mantenendo sempre quella scintilla interiore che ci rende unici. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire il respiro dell'evoluzione che pulsa in ognuno di noi.


~Mia.

mercoledì 25 ottobre 2023

Corpi …Uno…




L'Anima Multiforme e la Rete dell'Esistenza

Nel vasto universo della mia arte, c'è un tema che mi spinge a esplorare le profondità dell'essere umano: quello dei "Corpi". Non intendo solo il corpo fisico come involucro, ma la complessa interazione tra la nostra fisicità, le nostre emozioni, i nostri pensieri e le connessioni invisibili che ci legano gli uni agli altri. Quest'opera, che ho intitolato "Corpi... Uno", è una delle prime e più intense manifestazioni di questa ricerca.

A prima vista, il quadro ci accoglie con una composizione densa e stratificata, dove emergono figure stilizzate, quasi delle presenze ancestrali o archetipiche. Non sono ritratti individuali, ma piuttosto la rappresentazione di corpi come contenitori di esperienze, di storie, di anime. Le texture ricche e le pennellate vigorose suggeriscono una vitalità pulsante, quasi un'energia che si sprigiona dalla tela. Ho voluto che ogni strato di colore, ogni segno, contribuisse a costruire la complessità di queste forme, a richiamare l'idea che ogni corpo è un universo in sé, intessuto di mille fili.

I colori sono un elemento fondamentale in "Corpi... Uno". Vediamo un'esplosione di tonalità vibranti e terrose che si mescolano e si sovrappongono: i rossi ardenti, i blu profondi, i gialli luminosi e i verdi vitali. Questa palette non è casuale; essa evoca la vasta gamma di emozioni e stati d'animo che abitano il corpo umano. Il giallo potrebbe rappresentare la gioia o l'intelletto, il blu la calma o la malinconia, il rosso la passione o la rabbia. La loro fusione e interazione suggeriscono la costante danza tra queste forze dentro di noi, e come esse influenzino la nostra percezione e interazione con il mondo.

Gli occhi, sebbene non dettagliati, sono un punto focale potente. Sono grandi, quasi onnipresenti, e sembrano osservare con una consapevolezza profonda, quasi primordiale. Non sono occhi che giudicano, ma che comprendono, che portano il peso della storia e della vita. Suggeriscono l'idea che il corpo, pur essendo fatto di materia, è anche un veicolo per l'anima, e che attraverso gli occhi si può intravedere la profondità dell'essere. Il loro posizionamento e la loro forma irregolare potrebbero anche richiamare l'idea di molteplici punti di vista, di prospettive diverse che si fondono.

Il processo creativo dietro "Corpi... Uno" è stato un'esplorazione intuitiva del concetto di interconnessione. Ho lasciato che le forme emergessero gradualmente, quasi che i corpi si componessero e si scompongero sotto le mie mani, riflettendo l'idea che siamo tutti parte di una rete più grande, che le nostre singole esistenze sono intessute nel vasto arazzo dell'umanità. Le texture granulare e i dettagli minuti, quasi fossero punti e nodi, enfatizzano questa tessitura.

Questa opera è un invito a riflettere sulla propria corporeità non solo come un guscio, ma come un'entità complessa e ricca di significato, un crocevia di esperienze, emozioni e connessioni. "Corpi... Uno" celebra la molteplicità dell'identità umana e la bellezza che emerge dall'intreccio delle nostre esistenze. Spero che, osservando questo quadro, possiate sentire la risonanza di tutti quei "corpi" e "anime" che, in modi visibili e invisibili, ci circondano e ci definiscono.


~Mia.

martedì 24 ottobre 2023

Schizzo d’ un Giorno

 


L'Effimero splendore del Momento e la Memoria Emozionale

Nel flusso incessante del tempo, ogni giorno è una tela bianca, pronta ad accogliere colori, luci e ombre. C'è un fascino intrinseco nel tentativo di catturare la fugacità di un istante, di fermare su una superficie l'impressione vivida di una giornata. Ed è proprio da questa idea che nasce l'opera che vi presento oggi, intitolata "Schizzo d'un Giorno".

Questa raffigurazione non è un quadro nel senso più elaborato del termine; è, come suggerisce il titolo, un'istantanea, un'impressione rapida e sentita. Ho voluto ricreare la sensazione di un appunto visivo, di un'emozione colta al volo, quasi a voler fissare la temperatura cromatica e l'energia di un momento specifico. A prima vista, si percepiscono tonalità calde, avvolgenti, dominate dall'arancione e dal giallo, che immediatamente evocano la luce del sole, il calore e la vitalità.

Al centro dell'opera, un girasole si staglia con forza, quasi un sole in miniatura che irradia energia. Il girasole è, per sua natura, un simbolo di ottimismo, di lealtà e della ricerca costante della luce. La sua presenza in questa composizione non è casuale: rappresenta il fulcro di quel "giorno", il suo momento più luminoso o la sua essenza più vibrante. Anche se non è riprodotto con dettagli iperrealistici, la sua forma iconica è immediatamente riconoscibile e il suo messaggio di vitalità è chiaro. Il petalo centrale, quasi una rosa all'interno del girasole, aggiunge un tocco di mistero e unicità, come un segreto custodito nel cuore del giorno.

Ai lati, delle rose stilizzate o abbozzate, con le loro sfumature di rosa e bianco, aggiungono un contrasto e una delicatezza all'energia del girasole. Le rose sono simbolo di amore, di bellezza effimera e, nella loro forma abbozzata, richiamano la fragilità dei ricordi e la natura incompleta di ogni istante che passa. Sono come pensieri laterali, dettagli periferici che compongono la memoria complessiva di quel giorno, contribuendo alla sua atmosfera senza prevaricare il messaggio centrale. Le pennellate materiche e quasi "spigolose" sia del girasole che delle rose, unendosi allo sfondo "legnoso", creano un senso di autenticità, come se la scena fosse stata graffiata direttamente sul legno della memoria.

La texture, quasi legnosa o ruvida, dello sfondo e della base su cui poggia il girasole, rafforza l'idea di un "schizzo" o di un'opera che affonda le sue radici nella materia grezza della vita quotidiana. È come se il giorno stesso avesse lasciato le sue impronte dirette sulla superficie, con tutte le sue imperfezioni e la sua autenticità.

Il mio processo creativo per "Schizzo d'un Giorno" è stato un esercizio di sintesi emotiva. Ho cercato di catturare l'essenza di un'impressione, non una narrazione dettagliata. È un invito a soffermarsi sulle piccole, ma significative, vibrazioni che compongono la nostra esistenza quotidiana. Spero che, osservando questa raffigurazione, possiate sentire il calore di quel "giorno", la sua energia vibrante e la delicatezza delle sue sfumature, e che vi spinga a riflettere sulla bellezza intrinseca di ogni singolo istante della vostra vita.

Grazie per aver dedicato un momento a questo mio "Schizzo".


~Mia.

domenica 22 ottobre 2023

Giorni …Uno…

"speranza", "vita", "famiglia", "amore", "adozione", "arte", "quadro", "pittura", "processo creativo"



Il Filo Invisibile della Speranza 

C'è un filo invisibile che lega ogni respiro, ogni desiderio, ogni attesa. Un filo che, a volte, si tende all'infinito, nutrendo la speranza di un domani che ancora non si rivela. Questo quadro, parte della mia serie "Giorni", nasce proprio da quel filo, intriso di un'emozione profonda e delicata, donato a una coppia il cui cuore batteva all'unisono con il sogno di una nuova vita.

Guardando le sfumature di questa tela, ho cercato di catturare l'essenza di quei "giorni" che si susseguono, carichi di aspettativa e a volte di malinconia, ma sempre attraversati da sprazzi di luce. I cerchi concentrici che danzano sulla superficie non sono solo forme astratte; per me, rappresentano cicli, attese, il perpetuo movimento della vita che si rinnova e si dispiega. Il rosso terroso e i toni del tramonto evocano la passione, la terra che accoglie e nutre, ma anche la pazienza e la resilienza necessarie quando il cammino si fa lungo. La luce che filtra, quasi un bagliore oltre l'orizzonte, è la promessa, l'intuizione che qualcosa di prezioso sta per accadere, in un modo o nell'altro.

Questo quadro è un inno alla speranza che non demorde. So che ci sono sfide che mettono a dura prova la forza d'animo, in particolare il desiderio di creare una famiglia, di accogliere una nuova vita. Il percorso può essere tortuoso, costellato di prove e attese infinite. Ma è proprio in quei momenti che l'arte, e spero anche questo dipinto, può servire da promemoria: di non perdere mai la fiducia, di nutrire la fiamma interiore della possibilità, di credere che la vita, in tutte le sue forme, trovi sempre un modo per fiorire.

E se il sentiero che si immaginava non dovesse rivelarsi quello destinato, questo quadro vuole anche essere un invito a aprire il cuore a orizzonti inattesi. La genitorialità, e l'amore che ne deriva, si manifestano in molteplici modi, non sempre quelli che la società o le aspettative personali ci hanno insegnato a considerare come unici. Adottare, ad esempio, non è una "seconda scelta", ma un atto di amore immenso e incondizionato, che accoglie e abbraccia un'anima già esistente, offrendole un rifugio, una famiglia, un futuro. Oppure, l'amore e la cura possono essere riversati in altre forme di "creazione": progetti, passioni, un impegno verso la comunità che nutre e arricchisce la vita altrui, generando un impatto significativo e duraturo.

La vita è un grande mistero, un'intricata trama di eventi e opportunità. A volte, il "giorno" che stiamo aspettando non arriva come ci aspettiamo, ma ne arriva un altro, magari più sorprendente, più profondo, più inaspettato. Questo quadro, con i suoi cerchi che si espandono, vuole ricordarci che l'amore, la creazione e la gioia possono trovare la loro strada in percorsi diversi, e che ogni "giorno" è un'opportunità per scoprire nuove forme di felicità e realizzazione. Che sia attraverso la nascita desiderata, l'adozione amorevole, o la fioritura di altri sogni, l'importante è non smettere mai di credere nel potere della vita di sorprenderci e di riempire il nostro cuore.


~Mia.

martedì 17 ottobre 2023

Integri

"integrità", "serate", "amici", "amore", "incontri", "consapevolezza", "pittura", "arte", "quadro", "emozioni"



L'Anima della Notte

C'è un'energia vibrante che permea le serate passate in compagnia, che siano incontri tra amici di vecchia data o l'elettricità palpabile di un nuovo amore che sboccia. Sono momenti intrisi di risate, confidenze sussurrate, sguardi che si incrociano e silenzi che parlano più di mille parole. Spesso, queste atmosfere sono accompagnate dal tintinnio dei bicchieri, dal calore di un buon vino o dalla complessità di un cocktail, elementi che aggiungono un tocco di euforia e leggerezza alla conversazione.

È proprio da queste suggestioni che nasce il mio quadro "Integri". Le pennellate decise e i colori profondi – il rosso intenso che evoca passione, calore umano e a volte un pizzico di audacia, e i blu scuri che rimandano alla notte, al mistero, all'introspezione – cercano di catturare la dualità di queste esperienze. I segni blu, quasi lampi di energia, suggeriscono la vivacità del dialogo, la scintilla dell'incontro, il flusso delle emozioni che si sprigionano. Le forme in basso, vagamente riconducibili a calici, richiamano l'elemento conviviale, quel rituale del brindisi che celebra l'unione e la condivisione.

Tuttavia, il titolo "Integri" non è casuale, né è un semplice riferimento all'atto di bere. È un invito alla riflessione, un monito sottile, ma potente. Nelle serate più intense, quando le difese si abbassano e l'atmosfera si fa più libera, è fondamentale ricordarsi di mantenere la propria integrità. Non solo nel senso fisico, di rimanere "incolumi" e responsabili, ma anche e soprattutto a livello emotivo e spirituale.

Rimanere integri significa preservare la propria essenza, i propri valori, le proprie convinzioni, anche quando ci si lascia andare alla leggerezza del momento. Significa essere consapevoli dei propri limiti, rispettare se stessi e gli altri, e non permettere che l'euforia o la pressione sociale ci spingano oltre ciò che sentiamo giusto per noi. È un atto di auto-rispetto che permette di godere appieno di ogni istante, senza rimpianti, senza perdere mai la bussola della propria autenticità.

Questo quadro è quindi una celebrazione delle connessioni umane, delle serate indimenticabili che nutrono l'anima, ma anche un promemoria dell'importanza della consapevolezza. È la bellezza di sapersi immergere completamente nell'esperienza, lasciandosi trasportare dall'onda delle emozioni, sapendo però riconoscere il momento di fermarsi, di ritirarsi, di proteggere quel nucleo profondo che ci rende unici. I colori possono essere audaci, le forme dinamiche, ma il messaggio sottostante è di equilibrio, di armonia tra il lasciarsi andare e il mantenersi saldi.

"Integri" è un invito a vivere pienamente, con passione e gioia, ma sempre con la consapevolezza di chi siamo e di ciò che conta davvero. Perché è solo mantenendo intatta la nostra integrità che possiamo davvero assaporare la vera essenza delle serate, degli incontri e delle relazioni che arricchiscono la nostra vita.


~Mia.

domenica 15 ottobre 2023

Famiglia mia

Una pineta, distesa di aghi,
passi scalzi consapevoli di attimi costanti
scricchiolii incerti
ed ahimè ostinati dal profumo silvestre
del capolavoro non di mio frutto
né della mia immaginazione sfrenata.


Echi di Radici, Respiro di Pineta

Ci sono parole che, pur nella loro semplicità, racchiudono mondi interi. "Famiglia mia" è una di queste, un titolo che da solo evoca legami, ricordi, appartenenza. Ma come può una pineta, con i suoi aghi e i suoi scricchiolii, parlare di famiglia? La mia poesia, intitolata appunto "Famiglia mia", nasce proprio da questa apparente dicotomia, un tentativo di esplorare le radici profonde che ci legano, attraverso immagini concrete eppure cariche di suggestione.

I primi versi, "Una pineta, distesa di aghi, / passi scalzi consapevoli di attimi costanti", ci trasportano immediatamente in un luogo fisico, quasi primordiale. La pineta non è un semplice bosco; è un ecosistema denso, con la sua fragranza resinosa e il suo tappeto di aghi che ammortizza ogni passo. Ma non sono passi qualsiasi: sono "scalzi", un dettaglio che rimanda a un contatto diretto con la terra, a una vulnerabilità e al contempo a un senso di libertà e fiducia. E sono "consapevoli di attimi costanti": non c'è fretta, ma una presenza nel qui e ora, un'attenzione ai piccoli dettagli che compongono la quotidianità. Questo mi fa pensare alla famiglia: non è fatta solo di grandi eventi, ma di un'infinita serie di "attimi costanti", di gesti quotidiani, di presenze silenziose ma rassicuranti che ci forgiano e ci accompagnano.

Il verso "scricchiolii incerti ed ahimè ostinati dal profumo silvestre" aggiunge un elemento di realismo e autenticità. La natura, come la vita familiare, non è sempre perfetta e silenziosa. Ci sono "scricchiolii", piccole frizioni, incertezze, rumori che possono disturbare la quiete. Ma questi scricchiolii sono anche "ostinati", persistenti, parte integrante dell'esperienza. Il "profumo silvestre", con la sua forza primordiale e avvolgente, sembra dominare e unificare il tutto, suggerendo che, nonostante le piccole imperfezioni o le sfide, l'essenza, il "profumo" della famiglia, rimane potente e pervasivo. È un'immagine che parla di resilienza, della capacità di un sistema di persistere e di mantenere la sua identità nonostante le piccole turbolenze.

E poi arrivano i versi che, a mio avviso, racchiudono il cuore della poesia: "del capolavoro non di mio frutto / né della mia immaginazione sfrenata." Qui la poesia si eleva oltre la semplice descrizione di un luogo per toccare un concetto universale. La "famiglia" non è un'invenzione personale, non è qualcosa che si crea solo con la propria volontà o con la propria fantasia. È un "capolavoro" che esiste al di là del nostro controllo, un'entità che ci precede e ci trascende. Non è "di mio frutto" nel senso di essere una creazione puramente individuale, ma piuttosto un dono, un tessuto di relazioni, memorie e appartenenze che si eredita e si evolve. È un qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra diretta "immaginazione sfrenata", un sistema di legami che ha una sua propria logica e storia, un'opera d'arte complessa e vivente di cui siamo parte, ma non gli unici artefici.

"Famiglia mia" è, in fondo, un'ode a quell'insieme di connessioni che ci definiscono, spesso invisibili eppure tangibili come gli aghi sotto i piedi scalzi. È un riconoscimento della sua natura intrinseca, della sua bellezza imperfetta ma autentica, e del suo potere di nutrire l'anima in un modo che nessuna fantasia solitaria potrebbe eguagliare. È un invito a riscoprire il valore delle radici, degli "attimi costanti" che compongono il nostro quotidiano e del profumo inconfondibile di ciò che chiamiamo casa, anche quando quella casa non è un luogo fisico, ma un insieme di anime legate da un filo indissolubile.



~Mia.

martedì 10 ottobre 2023

Filtro ..Uno..

"Filtro", "percezione", "essenza", "cuore", "interpretazione", "bianco e nero", "arte astratta", "significato quadro", "psicologia arte", "emozioni", "autenticità".



Tra Apparenza e Essenza

Nel vasto mare delle percezioni umane, la realtà non è mai una verità assoluta e univoca. Ogni esperienza, ogni emozione, ogni informazione che riceviamo passa attraverso un sistema complesso di lenti interiori, un meccanismo sottile che modella ciò che vediamo, sentiamo e crediamo. Questo processo è ciò che ho voluto esplorare con la mia opera intitolata "Filtro... Uno".

Questa raffigurazione, volutamente realizzata in un'intensa scala di grigi, bianco e nero, è un tentativo di spogliare la realtà dal suo velo di colore, per concentrarsi sull'essenza, sulle forme e sui contrasti che definiscono la nostra percezione. Il bianco e nero non è una limitazione, ma una scelta stilistica che amplifica il messaggio, costringendo l'osservatore a guardare oltre la superficie, a cercare il significato nelle tonalità e nelle trame.

Al centro della composizione, in alto, emerge una forma che evoca un cuore, ma non un cuore tradizionale, perfetto. È un cuore che sembra quasi un bocciolo, una gemma, o forse una forma organica in fase di trasformazione, quasi fatto di terra e radici, o di pietra lavorata dal tempo. Questa imperfezione, questa materialità, suggerisce la complessità dell'amore e delle emozioni. Non sono entità eteree, ma profondamente radicate nella nostra fisicità e nella nostra esperienza. Questo cuore, posto quasi a galleggiare o a emergere da uno sfondo che evoca increspature, vibrazioni, o forse una superficie d'acqua che riflette, simboleggia la nostra essenza più profonda, il nostro centro emotivo.

Sotto di esso, emerge una figura stilizzata, delle mani o una sagoma antropomorfa, con le braccia aperte, quasi in atto di ricevere, di accogliere, o di offrire. È una posizione di apertura, di vulnerabilità ma anche di forza. Questa figura rappresenta l'individuo, il "filtro" stesso. Siamo noi che, con le nostre esperienze, le nostre convinzioni, i nostri stati d'animo, accogliamo o respingiamo ciò che il mondo ci presenta. Siamo noi che, consapevolmente o meno, elaboriamo le informazioni, diamo forma alle emozioni e interpretiamo la realtà.

Il "filtro" è il nostro sguardo interiore. È il modo in cui le nostre gioie passate influenzano come percepiamo una nuova felicità. È il modo in cui le nostre ferite non rimarginate possono distorcere la percezione di un gesto d'affetto. È la somma delle nostre paure e delle nostre speranze che plasma il modo in cui affrontiamo il futuro. Questo quadro invita a riflettere su quanto di ciò che "vediamo" sia effettivamente esterno a noi e quanto sia una proiezione del nostro mondo interiore.

In un'era dominata dai filtri digitali che modificano le immagini, "Filtro... Uno" ci spinge a guardare ai nostri filtri più autentici, quelli dell'anima. Ci chiede di essere consapevoli di come percepiamo il mondo, di riconoscere che la nostra realtà è un'interazione costante tra ciò che è fuori e ciò che è dentro di noi. Non è un giudizio, ma un invito all'introspezione: quanto siamo aperti a ciò che l'universo ci offre? Quanto permettiamo ai nostri preconcetti di limitare la nostra visione? E quanto siamo disposti a guardare il cuore delle cose, anche quando non sono perfette, anche quando sono espresse solo in bianco e nero, per coglierne la vera, profonda essenza?

Attraverso le sue tonalità di grigio e le sue forme evocative, "Filtro... Uno" ci ricorda che la vera percezione risiede nella capacità di leggere oltre le apparenze, di sentire il cuore pulsare al di là del velo, e di accogliere la complessità della vita con mente e spirito aperti.


~Mia.

mercoledì 4 ottobre 2023

Muro .. Uno ..

"Muro", "ostacolo", "barriera", "speranza", "trasformazione", "percezione", "arte astratta", "significato quadro", "superare limiti", "prospettiva", "bellezza", "natura"



La Barriera che diventa Orizzonte

Nel linguaggio comune, la parola "muro" evoca immagini di separazione, ostacolo, limite invalicabile. Un muro divide, protegge a volte, ma più spesso preclude, nasconde ciò che sta oltre. Eppure, l'arte ha il potere di trasformare le percezioni, di svelare nuove prospettive anche nelle più comuni delle strutture. È con questa intenzione che ho dato vita alla mia serie "Muro", e in particolare a questa prima opera, "Muro... Uno".

A un primo sguardo, il quadro si presenta con una composizione che potrebbe suggerire proprio una barriera. Le linee verticali, quasi delle fitte trame di vegetazione o strutture, si ergono a creare un confine. Ma è osservando attentamente i colori e la luce che l'interpretazione si rovescia. Il muro non è grigio e inerte, ma vibrante di vita. Le tonalità dominanti di giallo brillante e verde intenso, con sprazzi di rosso e blu, suggeriscono una vitalità quasi febbrile, un'esplosione di energia che travalica la funzione di mero impedimento. Non è un muro di mattoni, ma un muro di natura, una barriera vivente.

E poi, sopra questo "muro" di foglie e rami, o forse attraverso una sua fessura, emerge una luce. Un cielo dai toni caldi del tramonto o dell'alba – rosa, arancio, viola, blu profondo – domina la parte superiore della tela. Questo elemento cromatico è cruciale. La luce non è nascosta o bloccata; anzi, si irradia, creando un contrasto potente con la densità della vegetazione sottostante. Quella che inizialmente poteva apparire come una barriera insormontabile, rivela ora una funzione inaspettata: diventa un portale, un telaio attraverso cui intravedere un orizzonte nuovo, una promessa di ciò che c'è oltre.

"Muro... Uno" non è un'ode all'ostacolo, ma alla sua trasformazione. Quanti "muri" incontriamo nella nostra vita? Possono essere paure interiori, pregiudizi radicati, difficoltà economiche, relazioni complesse, o semplicemente le sfide inattese che il destino ci pone davanti. Spesso ci sentiamo bloccati, convinti che ciò che ci sta di fronte sia un limite definitivo. Ma questo quadro suggerisce una prospettiva diversa. Se guardiamo più a fondo, se cerchiamo la bellezza e la vitalità anche nell'ostacolo, potremmo scoprire che il "muro" stesso è composto da elementi vivi, dinamici, che possono essere attraversati o che, in qualche modo, possono rivelare una via.

La luce che emerge dal cielo simboleggia la speranza, la possibilità, la visione. Ci ricorda che anche di fronte alle barriere più imponenti, c'è sempre un "oltre" da esplorare, una nuova alba o un tramonto suggestivo che ci attende. Il muro non è la fine, ma un punto di passaggio, un'opportunità per elevare lo sguardo, per cercare la luce, per trovare una via d'uscita che prima non avevamo considerato.

Questo quadro è un invito a ridefinire il nostro rapporto con gli ostacoli. È un incoraggiamento a non vedere un muro come un confine invalicabile, ma come un elemento del paesaggio che, con la giusta prospettiva, può rivelare un nuovo scenario, una nuova possibilità. "Muro... Uno" ci sussurra che la vera forza non sta nell'abbattere ogni barriera, ma nel trovare la bellezza e la speranza anche al loro interno, trasformando ciò che sembrava un limite in un varco verso l'infinito.


~Mia.

mercoledì 27 settembre 2023

Spine

Ostinato nel diversificarmi
dagli stessi colori, 
ad ognuno il proprio mestiere.
Misticanza su tavole imbandite 
dai suoni grezzi e gravi, gli orchi, le voci soavi
acuti di chiacchiericci da intrattenimento
mentre la serata scivola; m’ allontano
per una passeggiata. Vera e cruda
la sua mano scruta la mia
come dune di sabbia 
dei paesaggi sterili e piatti,
leggeri su giorni nuovi da sperimentare;
alcune luci riflesse ed ombre sconfinate
corpi d’ acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia
con ognuno i propri sogni in testa.



L'Inquietudine dell'Anima e la Ricerca di Autenticità

La poesia è un viaggio nell'anima, un percorso che si snoda tra immagini, suoni e sensazioni, invitando il lettore a una profonda riflessione. La mia poesia "Spine" è un tentativo di catturare proprio questa complessità: la tensione tra il desiderio di distinguersi e la realtà di un mondo che, a volte, appiattisce le individualità. È una riflessione sulla ricerca di autenticità in un contesto sociale spesso chiassoso e superficiale.

I versi iniziali, "Ostinato nel diversificarmi dagli stessi colori, ad ognuno il proprio mestiere.", stabiliscono immediatamente il tono. C'è un desiderio profondo, quasi una necessità, di affermare la propria unicità. "Diversificarsi dagli stessi colori" evoca l'immagine di una ribellione contro l'omologazione, il rifiuto di essere un'altra sfumatura in una palette già vista. È una dichiarazione di intenti: ognuno ha la sua funzione, il suo scopo, il suo "mestiere" nel grande disegno della vita. Questa affermazione non è solo un atto di auto-affermazione, ma anche un riconoscimento della ricchezza che deriva dalla pluralità delle individualità.

La scena si sposta poi su un contesto sociale: "Misticanza su tavole imbandite dai suoni grezzi e gravi, gli orchi, le voci soavi acuti di chiacchiericci da intrattenimento mentre la serata scivola;". Qui percepiamo una "misticanza", un'unione eterogenea di persone e situazioni. Le "tavole imbandite" suggeriscono convivialità, ma i "suoni grezzi e gravi" e la presenza di "orchi" accanto a "voci soavi" e "acuti di chiacchiericci da intrattenimento" dipingono un quadro di contrasti. C'è una dissonanza: il divertimento può nascondere una certa ruvidezza, una superficialità intrinseca. La serata "scivola", suggerendo forse un tempo che passa senza un vero scopo o un'autentica connessione. È una rappresentazione vivida di come le interazioni sociali, pur apparentemente piacevoli, possano a volte lasciare un senso di vuoto o di alienazione in chi cerca qualcosa di più profondo.

Ed è qui che arriva il punto di svolta: "m' allontano per una passeggiata." Questo verso è un atto di evasione, una fuga necessaria dal rumore e dalla superficialità. La passeggiata è un atto di ricerca interiore, un modo per ritrovare se stessi lontano dalle distrazioni esterne. È un momento di pausa, di respiro, in cui la mente può liberarsi dalle catene del "chiacchiericcio da intrattenimento".

Il contatto con l'altro, o forse con una nuova percezione della realtà, avviene con "Vera e cruda la sua mano scruta la mia come dune di sabbia dei paesaggi sterili e piatti,". Qui l'immagine diventa potente e quasi tattile. La mano "scruta", non solo tocca, ma esplora, indaga. È un contatto autentico, "vera e cruda", privo di finzioni. Il paragone con "dune di sabbia dei paesaggi sterili e piatti" è suggestivo. Le dune, pur create dal vento, possono essere uniformi e apparentemente senza vita. Ma in questo contesto, la mano che le scruta forse rivela la loro unicità, le loro infinite sfumature. È una metafora della riscoperta della profondità e della texture anche dove sembra esserci piattezza, e del potere di una connessione autentica di rivelare la complessità al di là della superficie.

Infine, la poesia si apre al futuro: "leggeri su giorni nuovi da sperimentare; alcune luci riflesse ed ombre sconfinate corpi d’ acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia con ognuno i propri sogni in testa." Questo è il messaggio di speranza e resilienza. Le "dune di sabbia" diventano "leggere" e si proiettano su "giorni nuovi da sperimentare". Nonostante le sfide passate, c'è un senso di leggerezza e di apertura al futuro. Le "luci riflesse ed ombre sconfinate" simboleggiano la dualità dell'esistenza, la coesistenza di gioia e dolore, chiarezza e mistero, che continuano a definirci. I "corpi d’acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia" sono un'immagine potente della resilienza umana. Siamo forti, quasi indistruttibili, ma le esperienze, le "tempeste di sabbia" della vita, lasciano segni, "scalfiture" che raccontano la nostra storia. E nonostante tutto, ognuno porta con sé "i propri sogni in testa", un bagaglio prezioso di aspirazioni e desideri che ci spinge avanti.

"Spine" è, in sintesi, un viaggio dal disagio sociale alla ricerca di autenticità, culminando in una visione di resilienza e speranza. Le "spine" del titolo potrebbero essere le piccole asperità della vita, le difficoltà nel trovare il proprio posto, o le piccole ferite che si accumulano. Ma sono anche un promemoria che l'autenticità, pur a volte dolorosa, è ciò che ci rende "integri" e capaci di portare avanti i nostri sogni, anche in un mondo pieno di contrasti.


~Mia.

lunedì 25 settembre 2023

Alcuni Mali

 "Alcuni Mali", "dolore", "inquietudine", "sofferenza", "emozioni", "arte astratta", "significato quadro", "psicologia arte", "ombra interiore", "espressione artistica", "catarsi", "consapevolezza".



Quando l'Arte Dà Voce alle Ombre Interiori

Esistono aspetti della nostra esistenza che preferiamo non affrontare, angoli bui della psiche o sfide della vita che ci appaiono come pesi invisibili, macigni che portiamo dentro. Sono i "mali", non intesi necessariamente come il male assoluto, ma come quelle afflizioni, quelle inquietudini, quei disagi che, a vari livelli, toccano l'esperienza umana. Il mio quadro, intitolato appunto "Alcuni Mali", è un tentativo di dare forma e colore a queste ombre, di esplorarle senza timore, riconoscendo la loro presenza e la loro capacità di influenzare il nostro mondo interiore.

L'impatto visivo dell'opera è immediato e potente. Il rosso, dominante e vibrante, satura quasi completamente la tela. Non è un rosso caldo e rassicurante, ma piuttosto una tonalità che evoca passione, certo, ma anche urgenza, allarme, dolore, la vitalità cruda di una ferita aperta o di un'energia indomita. Questo sfondo tumultuoso suggerisce un'atmosfera di tensione, un campo di battaglia emotivo dove i "mali" prendono forma.

Al centro di questo sfondo incandescente, emerge una figura scura e complessa, quasi una creatura informe o una forma organica contorta. È composta da tonalità di nero, grigio e blu profondo, che contrastano nettamente con l'esplosione di rosso. Le sue forme sono irregolari, quasi spinose, con elementi che sembrano protrudersi come artigli o punte. Questo nucleo scuro è la rappresentazione visiva dei "mali": non un'unica entità, ma un agglomerato di paure, ansie, dispiaceri, traumi, o forse anche malattie invisibili che affliggono l'anima e il corpo. Il modo in cui le pennellate blu si insinuano e si mescolano a questo nero, aggiunge una dimensione di freddezza o di lucida sofferenza, un contrasto tra il calore del dolore e la fredda consapevolezza.

L'espressione "Alcuni Mali" nel titolo è significativa. Non si tratta di tutti i mali del mondo, né di un'affermazione definitiva sulla natura del dolore. È un riconoscimento che, nella nostra vita, incontriamo alcuni di questi mali. Sono specifici, personali, eppure universali nella loro essenza. Questo quadro non ha la pretesa di risolvere o spiegare il dolore, ma piuttosto di visualizzarlo, di dargli un volto, per quanto astratto, affinché possiamo osservarlo, riconoscerlo e, forse, iniziare a comprenderlo.

L'arte, in questo contesto, diventa un mezzo di catarsi. Dipingere "Alcuni Mali" è stato un modo per esplorare quelle sensazioni che spesso restano inespresse, per tirar fuori ciò che a volte si tiene nascosto. Non è una resa, ma un atto di confronto. Riconoscere l'esistenza di queste ombre, dar loro uno spazio visibile, è il primo passo per affrontarle. Il quadro diventa uno specchio, un invito per l'osservatore a riflettere sui propri "mali", su quelle sfide interiori che ciascuno porta con sé.

In un mondo che spesso ci spinge a mostrare solo la parte migliore di noi, a celare le fragilità, "Alcuni Mali" è un'affermazione della complessità dell'essere umano. È un promemoria che la bellezza non risiede solo nella luce, ma anche nella capacità di contemplare e integrare le ombre. Accettare che ci siano "alcuni mali" nella nostra vita non è segno di debolezza, ma di profonda onestà e forza interiore. È attraverso il riconoscimento di queste sfide che possiamo aspirare a una maggiore consapevolezza e a una più completa integrità.


~Mia.

Random 3

Siamo Davvero Liberi di Scegliere o è Già Tutto Scritto nel Nostro Cervello? Ciao a tutti, appassionati della mente e curiosi dell'unive...