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mercoledì 27 settembre 2023

Spine

Ostinato nel diversificarmi
dagli stessi colori, 
ad ognuno il proprio mestiere.
Misticanza su tavole imbandite 
dai suoni grezzi e gravi, gli orchi, le voci soavi
acuti di chiacchiericci da intrattenimento
mentre la serata scivola; m’ allontano
per una passeggiata. Vera e cruda
la sua mano scruta la mia
come dune di sabbia 
dei paesaggi sterili e piatti,
leggeri su giorni nuovi da sperimentare;
alcune luci riflesse ed ombre sconfinate
corpi d’ acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia
con ognuno i propri sogni in testa.



L'Inquietudine dell'Anima e la Ricerca di Autenticità

La poesia è un viaggio nell'anima, un percorso che si snoda tra immagini, suoni e sensazioni, invitando il lettore a una profonda riflessione. La mia poesia "Spine" è un tentativo di catturare proprio questa complessità: la tensione tra il desiderio di distinguersi e la realtà di un mondo che, a volte, appiattisce le individualità. È una riflessione sulla ricerca di autenticità in un contesto sociale spesso chiassoso e superficiale.

I versi iniziali, "Ostinato nel diversificarmi dagli stessi colori, ad ognuno il proprio mestiere.", stabiliscono immediatamente il tono. C'è un desiderio profondo, quasi una necessità, di affermare la propria unicità. "Diversificarsi dagli stessi colori" evoca l'immagine di una ribellione contro l'omologazione, il rifiuto di essere un'altra sfumatura in una palette già vista. È una dichiarazione di intenti: ognuno ha la sua funzione, il suo scopo, il suo "mestiere" nel grande disegno della vita. Questa affermazione non è solo un atto di auto-affermazione, ma anche un riconoscimento della ricchezza che deriva dalla pluralità delle individualità.

La scena si sposta poi su un contesto sociale: "Misticanza su tavole imbandite dai suoni grezzi e gravi, gli orchi, le voci soavi acuti di chiacchiericci da intrattenimento mentre la serata scivola;". Qui percepiamo una "misticanza", un'unione eterogenea di persone e situazioni. Le "tavole imbandite" suggeriscono convivialità, ma i "suoni grezzi e gravi" e la presenza di "orchi" accanto a "voci soavi" e "acuti di chiacchiericci da intrattenimento" dipingono un quadro di contrasti. C'è una dissonanza: il divertimento può nascondere una certa ruvidezza, una superficialità intrinseca. La serata "scivola", suggerendo forse un tempo che passa senza un vero scopo o un'autentica connessione. È una rappresentazione vivida di come le interazioni sociali, pur apparentemente piacevoli, possano a volte lasciare un senso di vuoto o di alienazione in chi cerca qualcosa di più profondo.

Ed è qui che arriva il punto di svolta: "m' allontano per una passeggiata." Questo verso è un atto di evasione, una fuga necessaria dal rumore e dalla superficialità. La passeggiata è un atto di ricerca interiore, un modo per ritrovare se stessi lontano dalle distrazioni esterne. È un momento di pausa, di respiro, in cui la mente può liberarsi dalle catene del "chiacchiericcio da intrattenimento".

Il contatto con l'altro, o forse con una nuova percezione della realtà, avviene con "Vera e cruda la sua mano scruta la mia come dune di sabbia dei paesaggi sterili e piatti,". Qui l'immagine diventa potente e quasi tattile. La mano "scruta", non solo tocca, ma esplora, indaga. È un contatto autentico, "vera e cruda", privo di finzioni. Il paragone con "dune di sabbia dei paesaggi sterili e piatti" è suggestivo. Le dune, pur create dal vento, possono essere uniformi e apparentemente senza vita. Ma in questo contesto, la mano che le scruta forse rivela la loro unicità, le loro infinite sfumature. È una metafora della riscoperta della profondità e della texture anche dove sembra esserci piattezza, e del potere di una connessione autentica di rivelare la complessità al di là della superficie.

Infine, la poesia si apre al futuro: "leggeri su giorni nuovi da sperimentare; alcune luci riflesse ed ombre sconfinate corpi d’ acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia con ognuno i propri sogni in testa." Questo è il messaggio di speranza e resilienza. Le "dune di sabbia" diventano "leggere" e si proiettano su "giorni nuovi da sperimentare". Nonostante le sfide passate, c'è un senso di leggerezza e di apertura al futuro. Le "luci riflesse ed ombre sconfinate" simboleggiano la dualità dell'esistenza, la coesistenza di gioia e dolore, chiarezza e mistero, che continuano a definirci. I "corpi d’acciaio adiacenti scalfiti da tempeste di sabbia" sono un'immagine potente della resilienza umana. Siamo forti, quasi indistruttibili, ma le esperienze, le "tempeste di sabbia" della vita, lasciano segni, "scalfiture" che raccontano la nostra storia. E nonostante tutto, ognuno porta con sé "i propri sogni in testa", un bagaglio prezioso di aspirazioni e desideri che ci spinge avanti.

"Spine" è, in sintesi, un viaggio dal disagio sociale alla ricerca di autenticità, culminando in una visione di resilienza e speranza. Le "spine" del titolo potrebbero essere le piccole asperità della vita, le difficoltà nel trovare il proprio posto, o le piccole ferite che si accumulano. Ma sono anche un promemoria che l'autenticità, pur a volte dolorosa, è ciò che ci rende "integri" e capaci di portare avanti i nostri sogni, anche in un mondo pieno di contrasti.


~Mia.

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