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giovedì 14 dicembre 2023

Sent




Pensieri Destinati ad Altre Realtà

Nel vasto universo delle emozioni e dei pensieri umani, esistono interi mondi che rimangono inesplorati, parole mai pronunciate, messaggi che non raggiungono mai il loro destinatario. Il mio schizzo, o forse sarebbe più appropriato dire la mia visione dipinta, intitolata "Sent", nasce proprio da questa profonda riflessione: l'infinito flusso di pensieri destinati ad altre realtà, a persone lontane, a momenti passati o futuri, che poi, alla fine, decidiamo di tenere per noi. È un'opera che cerca di dare forma visibile a ciò che è intangibile, all'energia di un'intenzione che resta sospesa.

L'Ispirazione: Il Volo dei Pensieri Non Detto

L'idea alla base di "Sent" è scaturita dalla consapevolezza di quante volte tratteniamo una parola, un'emozione, un desiderio di comunicazione. C'è un'innata pulsione a connettersi, a esprimere, ma spesso ragioni profonde – la paura del giudizio, la distanza, la convinzione che il messaggio non verrebbe compreso o che non cambierebbe nulla – ci portano a interiorizzare quei flussi. Questi pensieri non spariscono, non si dissolvono nel nulla; essi assumono una propria esistenza, una sorta di "volo" interiore, dirigendosi verso quelle "altre realtà" che sono le nostre proiezioni, i nostri ricordi o i nostri desideri inespressi. "Sent" è il tentativo di visualizzare questa energia, questa tensione tra l'impulso a comunicare e la decisione di trattenere.

Il Linguaggio dei Colori: Un Ponte tra l'Anima e l'Etere

Il quadro è dominato da una palette di rosa intensi, viola profondi e bianchi luminosi, colori che evocano immediatamente un senso di spiritualità, di sogno, ma anche di intimità e vulnerabilità. I rosa vibranti creano un'atmosfera quasi onirica, un cielo carico di emozioni e sentimenti, quasi a voler rappresentare la natura stessa dei pensieri che fluttuano. I viola, con la loro profondità, suggeriscono il mistero e la complessità di queste realtà interiori, mentre i bianchi accendono squarci di luce, quasi a indicare la chiarezza dell'intenzione, pur se inespressa.

Al centro di questa esplosione cromatica, la figura alata emerge con delicatezza, quasi come un messaggero etereo o un angelo silente. La sua forma è definita ma non rigida, suggerendo fluidità e movimento. È l'incarnazione di quei pensieri, di quelle parole non dette, che prendono il volo non verso un destinatario esterno, ma verso un orizzonte interiore, un luogo dove possono esistere liberamente, senza la necessità di essere decifrati o giudicati. La sua postura, quasi in procinto di spiccare il volo o di planare dolcemente, evoca la sospensione, quel momento preciso in cui il messaggio è "inviato" (sent, appunto) ma non ancora ricevuto, o meglio, è stato destinato a un'altra dimensione.

Un Riflesso della Nostra Umanità Silenziosa

Con "Sent", invito l'osservatore a riflettere sulla propria esperienza di comunicazione inespressa. Quante volte abbiamo avuto qualcosa di fondamentale da dire, una verità da condividere, un affetto da manifestare, ma abbiamo scelto il silenzio? Questa opera vuole dare dignità a quei pensieri, a quelle intenzioni "sentite" ma non pronunciate, riconoscendone l'esistenza e la potenza anche nella loro forma più intima e privata.

Nonostante l'apparente solitudine di un messaggio non inviato, c'è una profonda bellezza in questa scelta. A volte, trattenere un pensiero è un atto di protezione, di saggezza, o semplicemente il riconoscimento che alcune cose sono destinate a rimanere tra noi e il nostro mondo interiore. "Sent" è un omaggio a questa complessità dell'animo umano, alla sua capacità di generare mondi di significato anche nel silenzio più profondo. È un'opera che parla della natura effimera ma potente delle nostre intenzioni, e del modo in cui esse continuano a vivere e a risuonare, anche quando non raggiungono le orecchie altrui, trovando la loro realtà nel nostro stesso essere.


~Mia.

giovedì 7 dicembre 2023

Toni caldi




L'Energia Vibrante di un Paesaggio Emozionale

L'arte astratta ha il potere unico di comunicare direttamente con le emozioni, bypassando la necessità di una rappresentazione figurativa esplicita. La mia opera, intitolata semplicemente "Toni Caldi", nasce proprio da questa ricerca: quella di tradurre su tela una sensazione, un'atmosfera, un'energia che risuona con il calore, la passione e la vitalità. Non è una veduta riconoscibile, ma un'immersione in un'esperienza cromatica e tattile che mira a stimolare i sensi e l'immaginazione dell'osservatore.

Il Calore Che Abita il Cuore

Il titolo "Toni Caldi" è la chiave di lettura di quest'opera. Non si riferisce solo ai colori predominanti – gli arancioni vibranti, i gialli solari, i rossi terrosi – ma anche al calore intrinseco delle emozioni umane. Penso all'entusiasmo, alla gioia, alla passione, ma anche alla forza e alla resilienza che ci animano. Quest'opera è stata concepita in un momento in cui sentivo il bisogno di esprimere una carica positiva, una luce che potesse irradiare dalla tela e avvolgere chi la osserva. Immagino i caldi colori del tramonto o dell'alba, la luce che filtra attraverso le rocce o le nuvole, ma anche il calore del sole che nutre la terra, simbolo di vita e di energia inesauribile.

La parte superiore del dipinto, con le sue sfumature di arancione e giallo, rappresenta un orizzonte energetico, una fonte luminosa da cui tutto sembra emanare. Ho lavorato con pennellate ampie e strati sovrapposti per creare una transizione fluida tra i colori, suggerendo l'idea di un'espansione, di un'onda di calore che si propaga. Questa sezione è pensata per essere avvolgente, quasi a voler accogliere lo sguardo e trascinarlo in un'atmosfera di profonda intensità.

La parte inferiore del quadro è invece caratterizzata da un "frastaglio" di texture e volumi. Qui, i colori più scuri e le zone più chiare si alternano, creando un senso di profondità e di movimento. Questa sezione può essere interpretata in molti modi: potrebbe essere una cascata di lava incandescente che si solidifica, un paesaggio roccioso eroso dal tempo ma ancora intriso del calore del giorno, o persino le radici di un albero che si estendono nella terra, attingendo energia. Le pennellate sono qui più materiche, quasi scultoree, a voler evocare la concretezza della terra che accoglie e amplifica il calore che le scende addosso. Questa dualità tra la fluidità superiore e la densità inferiore crea una dinamica visiva che mantiene l'attenzione, invitando l'occhio a esplorare i dettagli e a scoprire le infinite sfumature nascoste.

"Toni Caldi": Un Inno alla Vitalità e alla Resilienza

"Toni Caldi" è, in ultima analisi, un'ode alla vitalità e alla capacità di risplendere anche nelle condizioni più complesse. L'opera suggerisce che anche quando il paesaggio sembra accidentato o le forme si fanno meno definite, l'energia e il calore persistono, trovando nuove vie per esprimersi. È un promemoria visivo che la forza e la passione possono emergere in molteplici forme, illuminando il cammino e nutrendo lo spirito. Spero che quest'opera possa infondere in chi la osserva un senso di energia positiva, un ricordo del calore che ci circonda e che risiede in noi, una fonte inesauribile di ispirazione e forza.


~Mia.

domenica 3 dicembre 2023

Muro …Quattro…




Oltre la Barriera Visibile

Nel mio ciclo pittorico dedicato al tema del "Muro", ogni opera rappresenta una nuova indagine sulle molteplici sfaccettature di questo simbolo. Non si tratta solo di una costruzione fisica, ma di un confine, una separazione, una barriera che può essere sia esterna che interna, visibile o invisibile. "Muro... Quattro...", in particolare, è una delle espressioni più vibranti e dinamiche di questa serie, un tentativo di visualizzare l'energia, la forza e la vita che pulsano incessantemente, anche in presenza di ostacoli.

Il Flusso Inarrestabile

L'ispirazione per "Muro... Quattro..." nasce dalla riflessione sulla natura dei "muri" che incontriamo nella vita: possono essere sfide personali, barriere sociali, pregiudizi, o persino le nostre stesse paure e limitazioni. Spesso, un muro è percepito come un punto di arresto, ma io lo vedo come una superficie su cui l'energia può scontrarsi, defluire, o persino creare nuove direzioni. Quest'opera vuole catturare proprio l'idea di un flusso inarrestabile, di una vitalità che si manifesta con prepotenza, noncurante dell'esistenza della barriera. È la rappresentazione visiva di quella resilienza intrinseca che ci spinge a trovare un varco, a superare l'ostacolo, o semplicemente a far fluire la nostra essenza nonostante tutto.

Colori che Rompono il Silenzio

A differenza di alcune delle opere precedenti della serie "Muro", che forse potevano esplorare le tonalità più cupe o la materialità grezza della barriera, in "Muro... Quattro..." ho scelto di abbracciare una palette cromatica esplosiva. Rossi ardenti, gialli luminosi, blu profondi e verdi vibranti si intrecciano in un'orgia di colori che sembrano danzare sulla tela. Le pennellate sono decise, quasi gestuali, seguendo traiettorie curve e parallele che suggeriscono un movimento costante, una forza direzionale. Ogni striscia di colore non è statica, ma carica di un'energia propria, quasi una corrente che si muove in un fiume di luce e materia.

Questo uso audace del colore serve a contrastare l'idea stessa di "muro" come ostacolo insormontabile. La vivacità delle tinte simboleggia la vita, la speranza, la determinazione. Il modo in cui i colori si sovrappongono e si lasciano intravedere l'uno attraverso l'altro crea un effetto di profondità e trasparenza, quasi a suggerire che il "muro" non è compatto e impenetrabile come appare, ma è attraversato da fessure, da spiragli attraverso cui l'energia può fluire. Le pennellate, pur essendo separate, si influenzano a vicenda, creando armonie e contrasti che richiamano la complessità delle interazioni che avvengono anche in presenza di barriere.

Un Inno alla Libera Espressione

Quest'opera è, in definitiva, un inno alla libera espressione e alla capacità umana di superare le avversità. Non si tratta di abbattere fisicamente il muro, ma di riconoscerne la presenza e, al tempo stesso, di affermare l'inesauribile energia che lo attraversa o che cerca vie alternative per manifestarsi. "Muro... Quattro..." ci invita a riflettere sui nostri "muri" personali e collettivi, e a trovare il coraggio di lasciar fluire la nostra autenticità, la nostra creatività, la nostra passione, anche quando il mondo sembra porci dei limiti. È un promemoria visivo che la vita è un flusso continuo, e che anche le barriere possono diventare parte di un paesaggio più grande, trasformandosi in superfici su cui dipingere nuove direzioni e nuove possibilità. L'opera suggerisce che la vera libertà non è l'assenza di confini, ma la capacità di esprimere la propria essenza nonostante essi.



~Mia.

mercoledì 29 novembre 2023

Filtro …Quattro…


 


La Complessità del Passaggio e della Selezione

C'è una costante ricerca nel dare forma a concetti astratti, a quelle dinamiche invisibili che regolano la nostra percezione della realtà. La serie "Filtro" nasce proprio da questa indagine: come percepiamo, come elaboriamo e come lasciamo passare ciò che ci circonda. "Filtro... Quattro..." è una delle espressioni più intense di questa serie, un'opera che esplora la natura della selezione, del velamento e della trasparenza, non solo a livello visivo, ma anche emozionale e concettuale.

L'idea alla base di "Filtro... Quattro..." proviene dalla riflessione sul ruolo dei "filtri" nella nostra vita. Pensiamo ai filtri fisici che purificano, che separano il puro dall'impuro; ma anche ai filtri mentali ed emotivi che applichiamo costantemente: le nostre esperienze passate, le nostre convinzioni, le nostre aspettative. Essi influenzano ciò che percepiamo, ciò che tratteniamo e ciò che lasciamo andare. Quest'opera è un tentativo di visualizzare questo processo complesso: come la realtà si presenta a noi attraverso strati di interpretazione, come alcune informazioni ci raggiungono in modo chiaro, mentre altre rimangono velate o vengono completamente bloccate. È una meditazione su ciò che permettiamo di entrare nella nostra consapevolezza e su ciò che, consapevolmente o inconsapevolmente, escludiamo.

La scelta di una palette quasi monocromatica, dominata dalle sfumature di grigio, bianco e nero, non è casuale. Il bianco e nero, o il grigio nelle sue infinite tonalità, eliminano la distrazione del colore, costringendo l'occhio a concentrarsi sulla texture, sulla luce e sull'ombra, elementi essenziali per evocare l'idea di un filtro. L'assenza di colore diretto permette all'osservatore di proiettare le proprie emozioni e interpretazioni sull'opera, rendendola una tela su cui il subconscio può disegnare i propri significati.

La composizione è caratterizzata da bande orizzontali sovrapposte, ognuna con una texture e una densità diverse. Alcune bande sono più chiare e quasi trasparenti, suggerendo un passaggio agevole, una chiarezza nella percezione. Altre sono più scure, più dense, quasi materiche, evocando l'idea di una barriera più spessa, di un blocco o di una distorsione. Queste variazioni creano un ritmo visivo, una sorta di "respiro" che invita l'occhio a muoversi lungo la tela, esplorando i diversi livelli di permeabilità. Le piccole "bolle" o rilievi sulla superficie aggiungono un ulteriore strato di complessità, quasi come impurità che vengono trattenute, o come informazioni che cercano di farsi strada attraverso il filtro. Il processo stesso di pittura ha mirato a replicare l'idea di stratificazione e di sedimentazione, proprio come i pensieri e le esperienze si accumulano e si "filtrano" dentro di noi.

"Filtro... Quattro..." è un'opera che invita alla riflessione sulla natura della verità e della percezione. Ogni strato rappresenta una dimensione diversa della realtà, o una diversa modalità di elaborazione. Ci spinge a chiederci: cosa stiamo lasciando passare? Cosa stiamo bloccando? Quanto di ciò che vediamo è la realtà oggettiva e quanto è filtrato dalle nostre stesse lenti interiori? L'opera suggerisce che la nostra comprensione del mondo non è mai diretta, ma sempre mediata, interpretata attraverso una serie di "filtri" invisibili ma potenti.

È un promemoria visivo che la trasparenza e l'opacità coesistono, e che la bellezza può essere trovata anche nelle sfumature del grigio, nelle intersezioni tra luce e ombra. "Filtro... Quattro..." è una celebrazione della complessità del nostro sistema percettivo e un invito a esplorare le proprie lenti, a comprendere come esse influenzano la nostra visione del mondo e le nostre interazioni con esso. Un'opera che, pur nella sua apparente semplicità cromatica, si rivela profondamente concettuale e stimolante.


~Mia.

domenica 26 novembre 2023

Corpo …Due…



L'Anima Inscritta nella Materia e nel Colore

Nel mio percorso artistico, l'esplorazione del "corpo" va ben oltre la mera rappresentazione anatomica. La serie "Corpo" è un'indagine sulla sua essenza, sulla sua relazione con l'ambiente circostante, con le emozioni e con la dimensione spirituale. "Corpo... Due..." è una delle espressioni più intense e liriche di questa serie, un'opera che cerca di catturare la vitalità, la fragilità e la forza della presenza umana, non come entità statica, ma come un'energia in continua trasformazione, intrinsecamente legata al flusso della vita e dei sentimenti.

L'ispirazione per "Corpo... Due..." nasce dalla profonda consapevolezza che il corpo è molto più di un involucro fisico; è il veicolo attraverso cui esperiamo il mondo, un ricettacolo di sensazioni, emozioni, memorie e desideri. È il punto di incontro tra l'interiorità e l'esteriorità. Ho voluto rappresentare il corpo non in una posa statica o definita, ma in uno stato di fluidità e integrazione con il suo ambiente. È come se la figura umana fosse immersa in un turbine di vita, di sentimenti contrastanti – la gioia, il dolore, la passione, la calma – che si manifestano attraverso l'esplosione dei colori. La linea scura che emerge suggerisce una forma, una presenza, ma che non è rigida, bensì aperta, porosa, permeabile alle energie circostanti. È l'idea di un corpo che respira, che sente, che si fonde con l'universo che lo avvolge.

La palette cromatica di "Corpo... Due..." è un'esplosione di vita: i rosa carnali si mescolano ai gialli luminosi, ai blu profondi e ai rossi vibranti, creando un caleidoscopio di emozioni. Questi colori non sono applicati in modo piatto, ma con pennellate dense e materiche che creano texture e profondità. La gestualità è evidente: i tratti sembrano danzare sulla tela, simulando il movimento, il respiro, la pulsazione della vita. Ho cercato di non definire rigidamente i contorni della figura, ma di lasciarla emergere e dissolversi nel colore, suggerendo l'interconnessione tra l'essere e l'ambiente.

La figura, pur essendo stilizzata e quasi astratta, comunica una profonda umanità. La linea scura che delinea parzialmente una parte del "corpo" non è una barriera, ma piuttosto un accento, un modo per far emergere la presenza dalla pura astrazione del colore. Il corpo non è isolato, ma si intreccia con i vortici cromatici, quasi a voler comunicare che le nostre esperienze fisiche ed emotive sono inseparabili dal contesto in cui viviamo. L'uso di strati sovrapposti di colore contribuisce a questa sensazione di profondità e complessità, suggerendo che ogni individuo è un universo di sfumature, di luci e di ombre.

"Corpo... Due..." è un'ode alla complessità e alla bellezza dell'esistenza. Non è una rappresentazione idealizzata, ma una celebrazione del corpo come un'entità dinamica, un confine poroso tra l'io e il mondo. L'opera ci invita a riflettere su come le nostre emozioni e le nostre esperienze si manifestino fisicamente, e su come il nostro corpo sia costantemente in dialogo con l'ambiente che lo circonda.

La vita è un'esplosione di colori e sensazioni, e che ogni corpo, con le sue peculiarità e le sue storie, è un'opera d'arte in continua evoluzione. "Corpo... Due..." ci incoraggia a sentire, a vivere pienamente, a non temere la fluidità delle emozioni e a riconoscere la profonda bellezza che emerge quando ci permettiamo di essere parte integrante del vibrante flusso dell'esistenza. L'opera è un invito a celebrare la nostra presenza nel mondo, con tutte le sue sfumature e le sue intense manifestazioni.


~Mia.

venerdì 24 novembre 2023

Giorni …Tre…


 


Riflessi Cromatici

Oggi voglio condividere con voi un frammento della mia serie "Giorni", un percorso intimo e continuo che si snoda attraverso la tela, catturando l'essenza fluida e mutevole del tempo. Questo particolare dipinto, che vedete qui, è una delle tappe più significative di questo viaggio, un'esplorazione visiva che ho voluto intitolare, semplicemente, "Giorni...".

Ogni opera di questa serie nasce dal desiderio di immortalare l'impermanenza, di dare forma ai momenti che scivolano via, lasciando dietro di sé impronte indelebili sulla nostra percezione. Non si tratta di una cronaca fedele di eventi, ma piuttosto di un'interpretazione emotiva delle esperienze, delle sensazioni e degli stati d'animo che si susseguono, giorno dopo giorno.

Osservando la texture ricca e quasi tattile di questo quadro, spero riusciate a percepire il dinamismo che ho cercato di infondere. Ho lavorato con stratificazioni di colore, quasi a voler replicare la sedimentazione dei ricordi e delle emozioni che si accumulano nel corso del tempo. Ogni pennellata, ogni strato cromatico, non è casuale; è il risultato di un dialogo interiore, un tentativo di dare voce al non detto, al percepito.

La palette di colori che ho scelto per questa composizione non è meramente estetica, ma profondamente simbolica. Vedrete i toni scuri e profondi che si mescolano a esplosioni di luce, come il rosso vibrante e i gialli accesi che emergono dalla profondità. Questi contrasti cromatici rappresentano la dualità della vita: le ombre e le luci, le sfide e le gioie, la malinconia e la speranza che si alternano costantemente. I blocchi orizzontali di colore potrebbero evocare il succedersi inesorabile dei giorni, ognuno con la sua specifica atmosfera, la sua temperatura emotiva.

Il processo creativo dietro "Giorni..." è stato per me un atto di meditazione. Ho lasciato che il colore si esprimesse quasi autonomamente, guidato però da un'intenzione profonda. Non si tratta di un'opera puramente astratta nel senso più rigido del termine; piuttosto, la vedo come un'astrazione del sentire, una materializzazione delle vibrazioni interiori. Le linee e le forme che emergono sono il riflesso di un paesaggio emotivo, una mappa dell'anima che si evolve e si trasforma con il trascorrere delle ore e dei giorni.

Mi auguro che, osservando questo quadro, ognuno di voi possa trovare un pezzo dei propri "Giorni". Forse vi riporterà a un ricordo, a un'emozione particolare, o semplicemente vi inviterà a riflettere sulla bellezza e la complessità del vivere quotidiano. L'arte, per me, è un ponte tra l'io interiore dell'artista e l'anima del fruitore, un invito a guardare oltre la superficie e a connettersi con qualcosa di più profondo.

Grazie per aver dedicato il vostro tempo a esplorare con me questo frammento della mia arte. Spero di poter condividere presto altri "Giorni" con voi.


~Mia.

domenica 19 novembre 2023

Muro …Tre…




Oltre l'Ostacolo, la Visione Completa

Quante volte nella vita ci troviamo di fronte a un "muro"? Non un muro fisico, fatto di mattoni e cemento, ma una barriera invisibile che sembra precludere la nostra visione, impedendoci di godere appieno del "panorama" che la vita ci offre. Oggi voglio presentarvi un'opera della mia serie intitolata, appunto, "Muro", un ciclo di lavori nato dalla profonda riflessione su questi momenti di fronteggiamento e sulle innumerevoli sfumature che possono assumere.

Questo dipinto, in particolare, incarna l'essenza stessa di quella battaglia interiore e, soprattutto, della successiva rivelazione. Ci sono stati momenti in cui sentivo il desiderio ardente di contemplare la bellezza del mondo, di assaporare la serenità di un orizzonte aperto, ma mi trovavo inspiegabilmente bloccata, con una sensazione di impedimento. È proprio in queste circostanze che nasce l'ispirazione per questa serie: l'idea che la vita, con le sue curve inaspettate e le sue apparenti interruzioni, a volte ci ponga dinanzi a degli ostacoli che sembrano insormontabili, oscurando la nostra prospettiva.

Osservate le forme che emergono in primo piano, queste "barriere" cromatiche. Non sono blocchi rigidi e invalicabili, ma piuttosto entità con una loro vitalità, quasi organiche. Ho scelto di dipingerle con colori intensi e stratificati – i rossi vibranti, i gialli luminosi, i verdi profondi, i blu sereni – per suggerire che anche ciò che percepiamo come un ostacolo non è mai privo di colore, di energia, di una propria complessa bellezza. Sono come delle presenze significative che si stagliano, ma non annullano, ciò che sta dietro.

La parte superiore del quadro, con le sue sfumature di azzurro e verde, rappresenta proprio quel "panorama" agognato, la vastità del cielo e la promessa di orizzonti aperti. Il contrasto tra il primo piano e lo sfondo è fondamentale: non c'è una netta separazione, ma una continuità, un'interazione. Questo è il cuore del messaggio che voglio trasmettere con "Muro": l'epifania che si verifica quando decidiamo non di abbattere l'ostacolo, ma di includerlo, di integrarlo nella nostra visione complessiva.

Vi è mai capitato di accorgervi che proprio quella difficoltà, quel limite apparente, in realtà definiva o arricchiva ciò che stavate guardando? Che senza quel "muro", forse, la prospettiva non sarebbe stata altrettanto unica, altrettanto significativa? Il mio processo creativo per questa serie è stato un viaggio personale verso questa consapevolezza. Invece di lottare contro la presenza di questi "ostacoli" sul mio cammino, ho imparato a riconoscerli, a dar loro spazio, e a scoprire come possano diventare parte integrante di un quadro più grande, talvolta persino contribuendo alla sua profondità e al suo carattere.

"Muro" è quindi un invito a riflettere sulla nostra capacità di adattamento, sulla resilienza dell'animo umano. È un promemoria che la vera bellezza non risiede nell'assenza di sfide, ma nella capacità di vedere la completezza, di godere del panorama con i propri ostacoli, riconoscendoli come parte integrante della nostra unica e irripetibile esperienza di vita. Spero che questa opera vi ispiri a guardare i vostri "muri" non come fine, ma come elementi che arricchiscono il vostro personale e meraviglioso panorama.

Grazie per essere qui e per aver condiviso con me questo momento di riflessione artistica.


~Mia.

giovedì 16 novembre 2023

Filtro …Tre…





L'Occhio Interiore e la Percezione della Verità

Nel vasto e complesso tessuto della nostra esistenza, la percezione gioca un ruolo fondamentale. Ogni informazione che riceviamo, ogni esperienza che viviamo, è inevitabilmente elaborata attraverso un "filtro" personale: la nostra storia, le nostre emozioni, le nostre convinzioni. La serie "Filtro" nasce proprio da questa profonda consapevolezza, dall'esigenza di esplorare come ciò che percepiamo sia sempre una versione "filtrata" della realtà, una lente attraverso cui interpretiamo il mondo.

Questo dipinto, in particolare, è un'immersione nell'essenza di questo concetto. La scelta del bianco e nero non è affatto casuale; è una decisione intenzionale per eliminare le distrazioni del colore e concentrarsi sulla forma, sulla texture e sulla profondità intrinseca del messaggio. Nel monocromo, ogni sfumatura di grigio, ogni linea, ogni punto assume un'importanza amplificata, invitando lo spettatore a guardare oltre la superficie, a sentire la vibrazione dell'immagine.

Al centro dell'opera, si staglia una forma che ricorda un occhio, o forse un vortice, una spirale che attira l'attenzione e la trascina verso il suo nucleo. Questa forma circolare e le texture concentriche evocano il processo di elaborazione interiore: come un'informazione, una sensazione, entra nel nostro essere e viene rielaborata, distorta, arricchita o depurata dalle nostre esperienze. È il punto focale dove la realtà esterna incontra la nostra interpretazione soggettiva. Non è un occhio che vede nel senso comune, ma un "occhio interiore", quello della coscienza o dell'anima, che filtra e processa.

Le marcate texture che circondano e compongono questa forma centrale non sono solo un elemento stilistico; sono la rappresentazione visiva dei "rumori", delle interferenze, delle stratificazioni di pensieri ed emozioni che inevitabilmente accompagnano ogni nostra percezione. Sembrano quasi rocce o strati geologici, a simboleggiare la solidità e la sedimentazione delle nostre esperienze che formano il nostro filtro. Ogni scanalatura, ogni ombra, racconta una storia di ciò che è stato assorbito, trattenuto o respinto.

Il mio processo creativo per "Filtro" è stato un'esplorazione del subconscio, un tentativo di dare forma a quel meccanismo intangibile che determina ciò che "vediamo" e come lo "sentiamo". Lascio che le forme emergano quasi spontaneamente, guidate da una sensibilità intuitiva, come se stessi cercando di catturare l'immagine di un pensiero. Il bianco e nero, in questo contesto, enfatizza l'idea di una verità essenziale, purificata, che trascende le apparenze superficiali.

Spero che questa opera vi spinga a riflettere sui vostri stessi "filtri". Come percepite il mondo? Quali sono le lenti attraverso cui guardate le situazioni, le persone, voi stessi? L'arte, per me, è un mezzo per stimolare queste domande, per invitare a una maggiore consapevolezza di sé e del proprio modo di interagire con la realtà. Questo "Filtro" è un promemoria che la verità è spesso un mosaico complesso, e che la nostra personale interpretazione è una parte irrinunciabile e affascinante di quel quadro.


~Mia.

giovedì 9 novembre 2023

Corpi o Anime

Il fervore di un tempo inatteso
quando rimane nulla in cui credere
ché su se stessi. 



Tempi di Inattesa

Questi pochi versi, che ho racchiuso nel titolo "Corpi e Anime", sono un frammento di un'esplorazione poetica che risuona profondamente con le esperienze umane più intime e universali. La poesia, nella sua essenza, è un tentativo di distillare l'immensa complessità del sentire in poche, significative parole, e in questo caso, ho cercato di catturare un momento di rivelazione, un punto di svolta che molti di noi potrebbero aver vissuto.

Il primo verso, "Il fervore di un tempo inatteso", evoca subito una sensazione di urgenza, di energia inaspettata, o forse di un'attesa prolungata che culmina in un'intensità improvvisa. Un "tempo inatteso" può essere un periodo di crisi, di incertezza, ma anche di epifania, un momento in cui le coordinate abituali della nostra esistenza sembrano dissolversi. È un tempo che ci coglie impreparati, ma che allo stesso tempo accende una scintilla, un "fervore" interiore che ci spinge a una nuova consapevolezza. Questo fervore non è necessariamente gioia, può essere la tensione di una ricerca, l'intensità di un dubbio, la forza di una riscoperta.

Ed è proprio in questo "tempo inatteso" che emerge la condizione descritta nel secondo verso: "quando rimane nulla in cui credere". Questa è una frase che risuona con una risonanza quasi esistenziale. Ci sono momenti nella vita in cui le certezze esteriori – le istituzioni, le ideologie, persino le relazioni – possono vacillare o apparire prive di significato. È una fase di disorientamento, di spoliazione, in cui i pilastri su cui abbiamo costruito la nostra fiducia sembrano sgretolarsi. Questo senso di vuoto, però, non è necessariamente negativo; può essere il preludio a una nuova fondazione.

E qui arriviamo al cuore della poesia, al terzo e ultimo verso, così incisivo nella sua brevità: "ché su se stessi". Questa clausola finale offre la chiave di volta, la soluzione, o forse l'unica ancora di salvezza in quel "tempo inatteso" e di disillusione. Quando ogni altro punto di riferimento esterno crolla, l'unica verità, l'unico luogo di fede rimasto è il proprio io. Non si tratta di egoismo, ma di un profondo atto di auto-affidamento, di una riscoperta della propria forza interiore, della propria bussola etica e spirituale. "Credere su se stessi" significa riconoscere il proprio valore intrinseco, la propria resilienza, la capacità di trovare risposte e direzioni all'interno, anche quando il mondo esterno offre solo incertezza.

La scelta del titolo "Corpi e Anime" per questa poesia non è casuale. Mentre il corpo è ciò che ci lega al mondo materiale, l'anima è il nostro centro più profondo, il luogo dove risiedono le nostre credenze più autentiche e la nostra forza vitale. La poesia suggerisce che è proprio nel "fervore" di un tempo difficile che questa connessione tra corpo e anima si rafforza, permettendoci di radicarsi in noi stessi quando tutto il resto sembra effimero. È un invito a esplorare il proprio santuario interiore, a riscoprire la propria fede più pura, quella che non dipende da fattori esterni ma che sgorga dalla propria essenza.

Spero che questa mia breve riflessione possa offrirvi un punto di partenza per la vostra personale interpretazione di questi versi. La bellezza della poesia risiede proprio nella sua capacità di evocare risposte diverse in ciascuno di noi, stimolando una conversazione silenziosa tra l'autore e il lettore.


~Mia.

mercoledì 8 novembre 2023

Giorni …Due...




Il Fango e la Luce degli Angeli

Oggi desidero condividere con voi un'opera che, sebbene non sia un quadro nel senso tradizionale, porta con sé il peso e l'intensità di un'esperienza collettiva profonda. Fa parte della mia serie "Giorni", ma con una specificità che la distingue: è un'esplorazione artistica ispirata ai giorni di alluvione che hanno colpito diverse città, lasciando dietro di sé una traccia indelebile non solo sul paesaggio, ma anche nell'anima di chi ha vissuto quei momenti.

Questa raffigurazione è nata da una riflessione sul colore del fango. Non un semplice marrone terroso, ma quella tonalità opaca, quasi vischiosa, che diviene simbolo universale di devastazione e perdita. Per me, il fango non è stato solo un elemento materiale che ha sommerso case e oggetti; è diventato il colore stesso del panico. Quegli istanti di incertezza, di paura, di disorientamento che si sono impadroniti delle menti di migliaia di persone, rimarranno per sempre collegati a quella specifica, inconfondibile cromia. È un colore che la nostra memoria collettiva ha ormai tatuato sulla propria pelle emotiva, un ricordo che riemerge ogni volta che la natura si manifesta con la sua forza più indomita.

Attraverso le texture e le sfumature che ho cercato di catturare in quest'opera, ho voluto rappresentare proprio quella sensazione di sospensione, di un mondo che si disfa e si ricompone con una nuova, drammatica veste. Le linee verticali e le velature che emergono non sono state create con l'intento di riprodurre fedelmente una scena, ma piuttosto di evocare la sensazione di un passaggio, di un'onda che ha travolto, lasciando dietro di sé strati di detriti e, soprattutto, di memoria. È un'immagine che vuole essere un promemoria visivo di come la natura possa essere implacabile, ma anche di come l'essere umano sia costretto a confrontarsi con la propria vulnerabilità.

Eppure, in mezzo a quella desolazione cromatica, in quel mare di fango e incertezza, c'è stata una luce che ha saputo perforare l'oscurità: la straordinaria mobilitazione degli "angeli del fango". Giovani e meno giovani, volontari, cittadini comuni che, spinti da un'onda di solidarietà e altruismo, si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato instancabilmente, senza risparmiarsi. Loro sono stati i veri eroi silenziosi di quei giorni, figure di speranza che hanno dimostrato la resilienza e la compassione che risiedono nel cuore dell'umanità.

In questa raffigurazione, sebbene il fango sia il colore dominante, spero che si possa intravedere anche la tenacia, la forza che emerge da quella stessa materia, la capacità di ricostruire, di purificare, di ricominciare. Gli angeli del fango non hanno solo spalato detriti; hanno spalato la disperazione, hanno offerto mani, sguardi, parole di conforto, e in questo modo hanno contribuito a ridefinire il significato di quel colore. Da simbolo di distruzione, il fango è diventato anche il terreno su cui è germogliata una straordinaria rete di solidarietà e coraggio.

Quest'opera è un omaggio a tutti coloro che hanno vissuto quei giorni difficili, a chi ha perso qualcosa ma ha trovato la forza di rialzarsi, e soprattutto a quegli "angeli" che, con il loro indefesso lavoro, hanno trasformato un'immagine di distruzione in un ricordo di umanità e speranza. È un monito a non dimenticare, e un invito a credere nella forza del legame umano.


~Mia.

sabato 4 novembre 2023

Muro ...Due…



Il Giardino Interiore

Continuando il mio viaggio all'interno della serie "Muro", oggi voglio presentarvi un'opera che, pur mantenendo il tema centrale dell'ostacolo e della percezione, si arricchisce di una dimensione profondamente umana e spirituale. Se nel precedente dipinto ci siamo concentrati sulla natura delle barriere stesse, in "Muro... Due" l'attenzione si sposta su come l'individuo si relaziona con esse, e su cosa fiorisce nonostante o proprio a causa di questi impedimenti.

A prima vista, la tela ci accoglie con un'esplosione di texture e colori che richiamano la complessità del mondo circostante, un "muro" non più solo fisico ma fatto di stimoli, di pensieri, di emozioni che si stratificano. Ma è la figura centrale a catturare immediatamente lo sguardo: un volto, dai tratti quasi eterei, che emerge da questo sfondo caotico e denso. Ho cercato di dipingere questa figura in modo che sembri trasparente, quasi un'anima che si fa strada attraverso la materia, o forse una manifestazione della coscienza che si rivela. Non è un ritratto nel senso tradizionale, ma l'archetipo della persona che, pur trovandosi di fronte a un "muro", non si arrende alla sua imponenza. I suoi occhi, sebbene non dettagliati, sembrano scrutare oltre, e le labbra appena schiuse suggeriscono una parola non detta, un respiro trattenuto, o forse un canto silenzioso.

Intorno e attraverso questa figura, ho integrato elementi che per me sono carichi di simbolismo. I fiori, in particolare quelli rossi in primo piano, rappresentano la vita che rinasce, la bellezza che trova sempre il modo di fiorire anche nelle crepe, sui detriti, o proprio al di là di un ostacolo. Sono un simbolo di resilienza, di speranza e di un'inesauribile forza vitale. Non sono fiori perfetti, ma hanno la robustezza e la texture di chi è cresciuto lottando, di chi ha saputo trasformare l'avversità in linfa vitale.

Sullo sfondo, e in parte sovrapposti alla figura, si distinguono dei cerchi cromatici che fluttuano come astri, o forse come bolle di pensiero. Questi elementi circolari richiamano l'idea di un universo più vasto, di cicli che si ripetono, di una prospettiva cosmica che a volte ci aiuta a ridimensionare i nostri "muri" terreni. Possono rappresentare opportunità, idee che brillano, o forse i diversi "filtri" attraverso cui percepiamo la realtà, come ho esplorato anche in altre mie opere. Il loro posizionamento suggerisce che, pur essendo radicati nella nostra realtà, siamo anche parte di qualcosa di più grande, che le nostre sfide personali sono immerse in un contesto universale.

Il processo creativo di "Muro... Due" è stato un'immersione profonda nella dialettica tra interno ed esterno, tra la fragilità umana e la sua intrinseca forza. Ho lasciato che i colori e le texture si fondessero e si scontrassero, proprio come le emozioni che si agitano quando si affronta un ostacolo. Questa opera è un invito a guardare al di là del blocco apparente, a riconoscere la propria capacità di fiorire nonostante le difficoltà, e a trovare la propria luce interiore anche quando il mondo esterno sembra denso e intricato. È un promemoria che il vero "muro" da superare, o da accettare e integrare, è spesso quello che costruiamo dentro di noi. E che proprio lì, in quel giardino interiore, può fiorire la più autentica bellezza.

Grazie per aver esplorato con me questo frammento del mio percorso artistico e per aver dedicato il vostro tempo a queste riflessioni.


~Mia.

Random 3

Siamo Davvero Liberi di Scegliere o è Già Tutto Scritto nel Nostro Cervello? Ciao a tutti, appassionati della mente e curiosi dell'unive...