La Complessità del Passaggio e della Selezione
C'è una costante ricerca nel dare forma a concetti astratti, a quelle dinamiche invisibili che regolano la nostra percezione della realtà. La serie "Filtro" nasce proprio da questa indagine: come percepiamo, come elaboriamo e come lasciamo passare ciò che ci circonda. "Filtro... Quattro..." è una delle espressioni più intense di questa serie, un'opera che esplora la natura della selezione, del velamento e della trasparenza, non solo a livello visivo, ma anche emozionale e concettuale.
L'idea alla base di "Filtro... Quattro..." proviene dalla riflessione sul ruolo dei "filtri" nella nostra vita. Pensiamo ai filtri fisici che purificano, che separano il puro dall'impuro; ma anche ai filtri mentali ed emotivi che applichiamo costantemente: le nostre esperienze passate, le nostre convinzioni, le nostre aspettative. Essi influenzano ciò che percepiamo, ciò che tratteniamo e ciò che lasciamo andare. Quest'opera è un tentativo di visualizzare questo processo complesso: come la realtà si presenta a noi attraverso strati di interpretazione, come alcune informazioni ci raggiungono in modo chiaro, mentre altre rimangono velate o vengono completamente bloccate. È una meditazione su ciò che permettiamo di entrare nella nostra consapevolezza e su ciò che, consapevolmente o inconsapevolmente, escludiamo.
La scelta di una palette quasi monocromatica, dominata dalle sfumature di grigio, bianco e nero, non è casuale. Il bianco e nero, o il grigio nelle sue infinite tonalità, eliminano la distrazione del colore, costringendo l'occhio a concentrarsi sulla texture, sulla luce e sull'ombra, elementi essenziali per evocare l'idea di un filtro. L'assenza di colore diretto permette all'osservatore di proiettare le proprie emozioni e interpretazioni sull'opera, rendendola una tela su cui il subconscio può disegnare i propri significati.
La composizione è caratterizzata da bande orizzontali sovrapposte, ognuna con una texture e una densità diverse. Alcune bande sono più chiare e quasi trasparenti, suggerendo un passaggio agevole, una chiarezza nella percezione. Altre sono più scure, più dense, quasi materiche, evocando l'idea di una barriera più spessa, di un blocco o di una distorsione. Queste variazioni creano un ritmo visivo, una sorta di "respiro" che invita l'occhio a muoversi lungo la tela, esplorando i diversi livelli di permeabilità. Le piccole "bolle" o rilievi sulla superficie aggiungono un ulteriore strato di complessità, quasi come impurità che vengono trattenute, o come informazioni che cercano di farsi strada attraverso il filtro. Il processo stesso di pittura ha mirato a replicare l'idea di stratificazione e di sedimentazione, proprio come i pensieri e le esperienze si accumulano e si "filtrano" dentro di noi.
"Filtro... Quattro..." è un'opera che invita alla riflessione sulla natura della verità e della percezione. Ogni strato rappresenta una dimensione diversa della realtà, o una diversa modalità di elaborazione. Ci spinge a chiederci: cosa stiamo lasciando passare? Cosa stiamo bloccando? Quanto di ciò che vediamo è la realtà oggettiva e quanto è filtrato dalle nostre stesse lenti interiori? L'opera suggerisce che la nostra comprensione del mondo non è mai diretta, ma sempre mediata, interpretata attraverso una serie di "filtri" invisibili ma potenti.
È un promemoria visivo che la trasparenza e l'opacità coesistono, e che la bellezza può essere trovata anche nelle sfumature del grigio, nelle intersezioni tra luce e ombra. "Filtro... Quattro..." è una celebrazione della complessità del nostro sistema percettivo e un invito a esplorare le proprie lenti, a comprendere come esse influenzano la nostra visione del mondo e le nostre interazioni con esso. Un'opera che, pur nella sua apparente semplicità cromatica, si rivela profondamente concettuale e stimolante.
~Mia.