C'è una donna che stringe le mani al petto, e in quel punto, dove il corpo si apre, emerge una cascata di luce, un vero e proprio tesoro di monete d'oro scintillanti. È una rappresentazione viscerale, quasi primordiale, di come l'adorazione non sia un sentimento superficiale, ma qualcosa di intrinseco, che ci pervade fino a penetrare fin dentro l'anima.
Non stiamo parlando qui solo di adorazione in senso religioso, ma di quel senso di profonda venerazione, di ammirazione così intensa da farci sentire un'energia che si irradia dal nostro centro. Può essere per un'idea, per una persona, per un'opera d'arte, per la bellezza della natura o per un'esperienza che ci trasforma.
Quando qualcosa ci "pervade" in questo modo, è come se si creasse uno squarcio in noi, non per ferirci, ma per rivelare ciò che di più prezioso abbiamo al nostro interno. Quel tesoro d'oro non è ricchezza materiale, ma la luce della passione, della devozione, della meraviglia che ci anima. È la manifestazione esteriore di un'emozione che brucia dentro, così forte da non poter essere contenuta.
Questo quadro mi fa pensare a quanto siamo capaci di sentire, di accogliere, di donare quando siamo completamente presi da qualcosa che adoriamo. È un promemoria che la nostra anima è un luogo di inestimabile valore, capace di contenere e di irradiare una bellezza e una ricchezza che vanno ben oltre ciò che è visibile.
Spero che questa riflessione vi ispiri a riconoscere e a onorare ciò che adorate nella vostra vita. Ma ricordiamo sempre che l'adorazione, per quanto profonda, non dovrebbe mai trasformarsi in dipendenza cieca o in un degrado del proprio sé. Deve rimanere una fonte di arricchimento e non di annullamento.