La Profondità Silenziosa della Vita
Ci sono momenti nella vita in cui la bellezza appare effimera, quasi fragile, eppure la sua radice affonda in un terreno invisibile, fatto di profondità e silenzio. La poesia di oggi, con la sua suggestiva brevità, ci invita a riflettere proprio su questo contrasto, su questa danza tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto.
Questi versi ci trasportano immediatamente in un paesaggio interiore, dove la luce e l'ombra giocano un ruolo fondamentale. I "petali accesi" ci evocano l'immagine della fioritura, della vitalità, della passione. Sono la parte più visibile e gloriosa di un'esistenza, ciò che mostriamo al mondo, ciò che brilla e cattura l'attenzione. Pensiamo ai nostri successi, ai momenti di gioia intensa, alle passioni che ci animano e ci rendono vivi. Questi "petali" sono la nostra manifestazione più evidente, la nostra bellezza esteriore.
Ma poi arriva il "sole di carta". Che immagine potente! Non è il sole reale, che nutre e scalda, ma una sua rappresentazione, un simulacro. Potrebbe essere la luce artificiale che ci circonda, le aspettative imposte, le illusioni che ci costruiamo o che il mondo ci propone. È una luce che non nutre davvero, una luminosità che, per quanto brillante, manca di quella sostanza e calore essenziali. Ci invita a interrogarci: quanta della nostra "luce" è autentica e quanta è solo un riflesso, una costruzione fragile?
E da qui, la poesia ci guida verso il lato più enigmatico dell'esistenza: "Ombre lunghe, silenzi". Le ombre, inevitabili compagne della luce, rappresentano i nostri dubbi, le paure, le incertezze, forse anche le delusioni. Sono le parti della nostra storia che preferiamo tenere nascoste, gli angoli bui dell'anima che raramente esponiamo. E i "silenzi"? In un mondo sempre più rumoroso, i silenzi sono quasi un lusso, o forse una necessità. Sono gli spazi di riflessione, i momenti di pausa, le attese, ma anche le verità taciute, le risposte che non arrivano, o che non siamo ancora pronti ad ascoltare.
Ma è l'ultimo verso a chiudere il cerchio, offrendo una prospettiva cruciale: "radici nel buio." Questo è il punto di forza, il nucleo resistente. Mentre i petali possono appassire e il sole di carta ingannare, le radici rimangono salde. Affondano nel buio, nell'ignoto, nel profondo della nostra essenza. Sono la nostra resilienza, i valori in cui crediamo, le esperienze passate che ci hanno forgiato, la nostra vera identità. Il buio non è qui inteso come negatività, ma come profondità, come luogo di nutrimento essenziale, come l'inconscio che ci sostiene. È la fonte della nostra forza, anche se spesso invisibile e silenziosa.
La mia poesia di oggi ci invita a una contemplazione profonda. Ci suggerisce che la vera bellezza e la vera forza non risiedono solo nella manifestazione esteriore, nei "petali accesi", né nella luce artificiale del "sole di carta". Risiedono invece nella capacità di riconoscere e accettare le nostre "ombre lunghe" e i nostri "silenzi", sapendo che è proprio in quel "buio" che le nostre "radici" trovano il nutrimento più autentico e profondo. È un promemoria potente: per fiorire veramente, dobbiamo prima assicurarci che le nostre radici siano ben piantate, anche se nessuno può vederle.
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