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giovedì 21 settembre 2023

Stella

Succede a volte di piangere
proprio del cuore
come fosse una terribile fine,
ragioni di vita, esperienze.
Esiste poi un posto
dove la felicità imposta
non arriva più 
e piangi proprio dal cuore
per permetterle di raggiungerti lì.



Oltre la Felicità Imposta: Riflessioni sulla mia poesia "Stelle"

Nel mio percorso artistico, che si snoda tra il colore sulla tela e il peso delle parole, ci sono temi che ritornano, urgenze che bussano con insistenza alla porta della mia coscienza. Uno di questi è il concetto di vulnerabilità, e il suo rapporto quasi paradossale con la felicità. Da questa riflessione è nata una delle mie poesie più intime, intitolata "Stelle".

A una prima lettura, potrebbe sembrare una poesia sulla tristezza. E in parte lo è. Ma il suo cuore pulsante, il suo messaggio più profondo, non è il pianto in sé, ma la sua funzione trasformativa.

Il Pianto che Viene "Proprio dal Cuore"

La poesia si apre con un'immagine potente: "Succede a volte di piangere / proprio del cuore". Non è un pianto superficiale, non sono le lacrime di un capriccio passeggero. È un pianto viscerale, che sgorga dal centro esatto del nostro essere, dal luogo in cui accumuliamo "ragioni di vita, esperienze". È il pianto che arriva quando il peso del vissuto diventa insostenibile, quando sentiamo che qualcosa dentro di noi ha raggiunto un punto di rottura, "come fosse una terribile fine".

Tutti conosciamo questa sensazione. È un momento di resa totale, in cui le maschere cadono e ci troviamo nudi di fronte al nostro stesso dolore. È un'esperienza che ci spaventa, perché la nostra società ci insegna a essere forti, a resistere, a "pensare positivo". Ma cosa succede se, per una volta, smettiamo di resistere?

Il Rifugio dalla "Felicità Imposta"

Qui si innesta il concetto chiave della poesia: "Esiste poi un posto / dove la felicità imposta / non arriva più". Cos'è la "felicità imposta"? È il sorriso forzato che indossiamo per non preoccupare gli altri. È la pressione dei social media che ci vogliono sempre performanti, vincenti, in vacanza. È l'idea che la tristezza sia un fallimento da nascondere a ogni costo.

Il "posto" di cui parlo nella poesia non è un luogo fisico. È uno stato interiore, un santuario dell'anima. È il punto di massima onestà con noi stessi. È il momento in cui ci diamo il permesso di essere fragili, di essere "sbagliati", di essere semplicemente umani. In questo spazio sacro, le aspettative esterne non hanno più potere. La felicità fasulla, quella da copertina, non può raggiungerlo perché è un luogo troppo autentico per lei.

Piangere per Fare Spazio

Ed è qui che avviene la magia, il paradosso: "...e piangi proprio dal cuore / per permetterle di raggiungerti lì". Il pianto non è più una fine, ma un inizio. Diventa un atto di purificazione, un modo per fare pulizia, per svuotare il cuore da tutto ciò che lo opprime. È come se le nostre lacrime lavassero via la patina della finzione, creando uno spazio vuoto, fertile.

E solo in quello spazio pulito e sincero, la vera felicità – non quella "imposta", ma quella autentica, silenziosa e gentile – può trovare la strada per raggiungerci. Non è una felicità che urla, ma una che sussurra. Non è una conquista, ma un accogliere. Il pianto diventa l'invito, la porta che apriamo per farla entrare.

Ma perché il titolo "Stelle"?

Forse vi sarete chiesti perché una poesia sul pianto si intitoli "Stelle", una parola che non compare mai nel testo. Le stelle hanno questa meravigliosa caratteristica: sono visibili solo nel buio. Non possiamo ammirare la loro luce tremolante in un cielo di mezzogiorno. Abbiamo bisogno dell'oscurità della notte per percepirne la bellezza e la vastità.

Allo stesso modo, la felicità autentica, la speranza, la nostra luce interiore – le nostre "stelle" – spesso possono essere viste solo quando ci concediamo di attraversare il nostro buio personale. Quel pianto che viene dal cuore è la nostra notte dell'anima, il buio necessario che ci permette, infine, di tornare a vedere le stelle.

Questa poesia è un invito ad abbracciare la nostra intera gamma di emozioni, a onorare il nostro dolore come un passo necessario nel cammino verso una gioia più vera e profonda.

~Mia.

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