La Doppia Anima dell'Estate
Ci sono poesie che sono narrazioni epiche e altre che sono come fotografie dell'anima: istantanee perfette, capaci di catturare un intero universo di sensazioni in una manciata di versi. La mia poesia "nella vita di un gemelli" appartiene a questa seconda categoria. È un ricordo che affiora con la chiarezza di un sogno, un frammento di infanzia che porta con sé il profumo dell'estate e il suono di una promessa.
Vi invito a leggerla con me, prima di "zoomare" sui suoi dettagli e scoprire come ogni parola sia un piccolo ingranaggio di un meccanismo emotivo più grande.
Il Palcoscenico della Memoria: Un Balcone tra Due Mondi
La scena è di una semplicità disarmante: un bambino (o una bambina) di dieci anni, un balcone, un'estate. Ma ogni elemento è un simbolo potente. Il balcone non è solo un luogo fisico; è un palcoscenico, un confine. È lo spazio che separa il "dentro" – la casa, la staticità, l'attesa – dal "fuori", il mondo esterno che si muove verso un luogo mitico: il mare. Il mare, con tutto ciò che rappresenta: la libertà, il gioco, l'infinito.
Il vero protagonista, però, è un suono: lo scricchiolio del cancello che si apre. Quel suono è una "madeleine" proustiana, un innesco sensoriale che fa esplodere l'anticipazione. È il segnale che il mondo sta per mettersi in moto, che la monotonia dell'attesa sta per essere spezzata dalla gioia della partenza. Quell'attesa impaziente è il cuore pulsante della poesia, il motore emotivo che tutti abbiamo provato nei lunghi pomeriggi estivi della nostra infanzia.
Il Cuore Gemelli: Dualità, Attesa e Comunicazione
E qui entra in gioco il titolo: "nella vita di un gemelli". Perché questa scena è intrinsecamente "gemellare"? Il segno dei Gemelli, governato da Mercurio, è il segno della dualità, della comunicazione, della curiosità e dell'eterna giovinezza. E questa poesia ne è un ritratto perfetto.
La Dualità: La scena è costruita su coppie di opposti.
- Dentro/Fuori: Il bambino sul balcone (dentro) e gli zii che vanno al mare (fuori).
- Staticità/Movimento: L'attesa immobile e la partenza imminente.
- Silenzio/Suono: Il silenzio dell'attesa spezzato dal suono del cancello.
- Realtà/Ricordo: La distinzione finale tra "quasi sempre" e "sempre", su cui torneremo.
La Comunicazione: L'atto di "farsi trovare sul balcone" non è passivo. È una strategia comunicativa geniale e sottile. Non è una richiesta esplicita, non è un capriccio. È un mettersi in mostra silenzioso, un messaggio non verbale che dice: "Eccomi, esisto, vorrei tanto venire con voi". È una forma di comunicazione elegante, quasi diplomatica, tipica dell'energia dei Gemelli che sa come ottenere le cose con l'intelligenza e il fascino piuttosto che con la forza.
L'Impazienza Curiosa: L'attesa "impaziente" è l'energia irrequieta del Gemelli, sempre proiettato verso la prossima avventura, il prossimo stimolo, la prossima scoperta. A dieci anni, il mare è la più grande delle avventure possibili, e l'attesa è una tortura dolce perché carica di speranza.
"Quasi Sempre... O Forse Sempre": La Nebbia Dorata del Ricordo
Gli ultimi due versi sono, a mio parere, il capolavoro della poesia. Introducono una crepa, un dubbio che rende il tutto incredibilmente autentico e struggente.
"Quasi sempre mi invitavano ad andare..."
Questa è la memoria razionale dell'adulto che ricorda. La mente sa che la perfezione assoluta è rara, che forse qualche volta l'invito non è arrivato, che qualche volta la delusione ha fatto capolino.
"... o forse sempre."
Questo è il cuore. È il desiderio del bambino interiore, è la memoria emotiva che tende a idealizzare, a trasformare i bei ricordi in una leggenda dorata. In questa piccola frase c'è tutta la nostalgia del mondo, il nostro bisogno umano di credere in un passato perfetto, in estati immacolate dove ogni attesa veniva sempre ripagata. Questa oscillazione tra il dato reale ("quasi") e il dato del cuore ("sempre") è l'essenza stessa della dualità gemellare.
Un'Estate Universale
Alla fine, "nella vita di un gemelli" trascende il suo titolo per parlare a tutti noi. Ci ricorda di quei momenti sospesi della nostra infanzia, di quelle attese cariche di promesse e di come la nostra memoria lavori incessantemente per proteggere la magia di quegli istanti.
È un invito a chiudere gli occhi e a cercare, nel nostro passato, il "suono del nostro cancello personale": quel piccolo segnale che ci diceva che stava per iniziare qualcosa di meraviglioso.
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