dell’ istantaneo volere.
Istantaneo Volere
Viviamo nell'era dell'adesso. Un clic, uno swipe, un desiderio che nasce e muore nel giro di pochi istanti. Ma questa velocità, questa apparente abbondanza di scelte e soddisfazioni immediate, ci rende davvero più liberi? O ci sta, silenziosamente, costruendo una prigione intorno?
La mia poesia, un frammento quasi telegrafico intitolato "cinque_desio", è una diagnosi di questa condizione. È un'istantanea della paralisi che si nasconde dietro la frenesia del desiderio moderno.
Prima ancora di leggere i versi, il titolo ci offre una chiave di lettura. "Cinque_desio" è una combinazione insolita e affascinante.
- "Desio": È una parola antica, letteraria. Rispetto a "desiderio", ha un sapore più profondo, quasi ancestrale. Evoca la grande poesia, il desiderio come forza motrice della storia umana.
- "Cinque_": Il numero cinque, seguito da un "underscore" tipico del linguaggio informatico, ci proietta nel presente più assoluto. Ma a cosa si riferisce "cinque"? L'interpretazione più potente lo lega ai cinque sensi. Il "cinque desio" è il desiderio che nasce dai sensi: ciò che vedo, sento, tocco, gusto e odoro. È il desiderio primordiale, fisico, immediato.
- Il Titolo nel suo Insieme: L'unione di un termine arcaico e un formato digitale crea un cortocircuito. Ci suggerisce che stiamo parlando di un problema eterno (il Desio) nella sua specifica manifestazione contemporanea, filtrata dai cinque sensi e amplificata dalla tecnologia.
I tre versi della poesia sono una diagnosi spietata. Il primo verso, "Intrappolati qui", stabilisce la nostra condizione. Siamo prigionieri. Il "qui" non indica un luogo fisico, ma uno stato esistenziale, un presente continuo da cui non riusciamo a fuggire.
Il secondo verso è il cuore della poesia e descrive la natura di questa prigione: "nel regresso desistere". È una frase complessa e potentissima.
- "Desistere": Significa arrendersi, rinunciare, smettere di lottare.
- "Regresso": Significa tornare indietro, peggiorare, involvere.
Mettendoli insieme, il "regresso desistere" non è una semplice resa passiva. È un circolo vizioso in cui ogni volta che ci arrendiamo, facciamo un passo indietro. È la condizione di chi salta da un piccolo desiderio all'altro: lo persegue per un attimo e poi "desiste" non appena un nuovo stimolo si presenta, senza aver costruito nulla di duraturo. Ogni volta che abbandoniamo un progetto a lungo termine per una gratificazione istantanea, stiamo operando un "regresso desistere". Stiamo attivamente tornando indietro.
L'ultimo verso identifica la causa di questa prigione regressiva: "dell’ istantaneo volere". È il motore di tutto il meccanismo. Questo "volere" è sia il desiderio (il capriccio, l'impulso) sia la volontà (l'atto di perseguirlo). Ma la sua caratteristica letale è l'essere "istantaneo".
È il desiderio che non conosce attesa, che rifiuta la pazienza, che esige tutto e subito. È il "volere" della società dei consumi, dello scroll infinito sui social media, del cibo consegnato in dieci minuti. Questo impulso costante ci impedisce di coltivare desideri più profondi e complessi, quelli che richiedono tempo, dedizione e sacrificio. E così, non raggiungendo mai nulla di significativo, rimaniamo intrappolati in un ciclo di piccoli desideri insoddisfacenti, desistendo e regredendo continuamente.
"Cinque_desio" è un grido d'allarme in tre versi. Ci mostra come, nella nostra corsa verso la gratificazione immediata, abbiamo smarrito la capacità di desiderare in modo profondo e paziente. La libertà di volere tutto subito si è trasformata nella prigione di non realizzare mai nulla di importante.
La poesia non offre una soluzione, ma una diagnosi lucidissima. Sta a noi, lettori, riconoscere questa trappola nella nostra vita. Sta a noi spezzare il ciclo, imparando a distinguere il "desio" profondo e nutriente dall'effimero "istantaneo volere". Sta a noi riscoprire il valore dell'attesa, della perseveranza e di una volontà che non si arrenda al primo stimolo.
~Mia.
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