Scolpire se Stessi
Se poteste inviare un messaggio al vostro io più giovane, cosa scrivereste? Quali avvertimenti, quali incoraggiamenti, quali verità affidereste a quella lettera impossibile? La mia poesia "al caro me" nasce da questo desiderio universale: creare un ponte nel tempo, un dialogo intimo con chi eravamo per capire chi siamo diventati. È un "messaggio in bottiglia" inviato attraverso il mare in tempesta degli anni.
Il Messaggio dal Naufragio: Un Dialogo nel Tempo
La poesia si apre con tre parole folgoranti: "Bottiglia, naufragio, messaggio". La cornice è chiara. Non stiamo leggendo una lettera scritta da un porto sicuro, ma un messaggio inviato dai resti di un "naufragio". Chi scrive è un sopravvissuto. Ha attraversato il "mare di anni" affrontando "onde e venti, battaglie e cicatrici". Questa consapevolezza conferisce un peso enorme alle parole che seguono. Non è saggezza a buon mercato, ma una verità conquistata a caro prezzo. Il dialogo con il "giovane me" è un atto di tenerezza ("caro me") e di urgenza.
L'Anima Scolpita: La Vita come Opera d'Arte
Il cuore metaforico della poesia è l'idea della scultura. Questa immagine ricorre con forza: "il tempo scolpisce", "la vita, un'opera d'arte, scolpita dalla sofferenza", "modellare l'anima". Questa è una potente rilettura del percorso di crescita personale.
La sofferenza, le difficoltà, le delusioni ("vetri infranti, illusioni") non sono viste come eventi puramente distruttivi. Sono lo scalpello. Sono gli strumenti necessari che, colpo dopo colpo, rimuovono il superfluo, smussano gli angoli, e rivelano la vera forma dell'anima. Il tempo è l'artista, un artigiano a volte brutale ma necessario.
In questa visione, la vita stessa si trasforma in un'opera d'arte unica, il cui valore deriva proprio dalle imperfezioni, dalle venature, dalle crepe lasciate dal processo. E quale è l'utensile fondamentale per chi scolpisce e per chi è scolpito? "La pazienza". La resilienza e la pazienza sono la capacità di sopportare i colpi, di attendere che la forma emerga, di non arrendersi durante il lungo e faticoso processo.
Il Viaggio e il Labirinto: "Cresci, muta, ma non perderti"
Parallelamente alla scultura, la vita è un "viaggio continuo". Ma non è un percorso lineare. È un labirinto in cui "l'infanzia si dissolve" e le illusioni si infrangono. In questo viaggio, il rischio più grande è perdere la propria essenza.
Ecco perché il monito "cresci, muta, ma non perderti" è il fulcro emotivo del messaggio. È un appello a evolversi senza snaturarsi. La crescita implica il cambiamento ("muta"), la perdita di vecchie pelli ("maschera che cade rivelando un volto nuovo"), ma il nucleo più autentico di sé deve essere protetto. È il filo d'Arianna che permette di non smarrirsi nel labirinto. La destinazione non è un ritorno al punto di partenza, ma un approdo a un "io sconosciuto", una versione di sé più vera e consapevole, forgiata ma non distrutta dal viaggio.
In conclusione, "al caro me" è un inno alla resilienza. È un invito a guardare al nostro passato non con rimpianto, ma con la consapevolezza che ogni difficoltà, ogni cicatrice, è stata un colpo di scalpello necessario per creare la persona che siamo oggi. Un'opera d'arte unica, imperfetta e meravigliosa.
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