Esplosione tra Action Painting e Guerra Interiore
L'arte ha il dovere di esplorare ogni angolo dell'esperienza umana, anche quelli più scomodi, violenti e caotici. La mia opera "Mitra" nasce da questa urgenza: dare una forma visibile all'energia dirompente, alla raffica, all'impatto. Il titolo è una dichiarazione d'intenti, una chiave di lettura che trasforma una tela di pittura astratta gestuale in un campo di battaglia. In questa analisi del quadro, vi invito a seguirmi nel decifrare la grammatica di questo caos controllato.
A prima vista, l'opera è un'esplosione di colore che ricorda lo stile dell'Action Painting di Jackson Pollock. La tela non è semplicemente dipinta, ma è diventata il ricettacolo di un'azione fisica: il colore è stato lanciato, gocciolato, schizzato. C'è un senso di immediatezza, di velocità, di un evento catturato nel suo momento culminante. Ma è il titolo, "Mitra", a guidare la nostra interpretazione oltre la pura estetica.
La Balistica del Colore: La Tela come Campo di Battaglia
La prima, più letterale, interpretazione vede l'opera come la rappresentazione di un conflitto a fuoco.
- Le Traiettorie: Le linee nere e sottili che attraversano la tela sono le traiettorie impazzite dei proiettili. Non seguono una logica, ma creano un reticolo di violenza che non lascia scampo.
- Gli Impatti: Ogni schizzo di colore (rosso, giallo, blu, nero) è un impatto. Il rosso è il sangue, il giallo il lampo dell'esplosione, il blu forse il freddo metallo delle armi o un livido, il nero il fumo e la distruzione. La tela è crivellata di colpi, testimone silenziosa di una violenza inaudita.
- L'Epicentro: Al centro-destra, una massa densa e scura di colore rappreso, prevalentemente rosso e nero, spicca sul resto. È il punto di impatto principale, la ferita più grave, il cuore dell'esplosione. La sua consistenza materica, quasi un grumo di vernice solida, gli conferisce un peso e una drammaticità unici. È il centro di gravità della violenza del quadro.
La "Mitra" Metaforica: Raffiche di Emozioni e Parole
Ma la guerra non è sempre combattuta con le armi. L'arte e la psicologia ci insegnano che le battaglie più feroci sono spesso quelle interiori. "Mitra" diventa allora la metafora di altre forme di raffica.
- Una Raffica di Parole: Il quadro può rappresentare la violenza di un litigio, una discussione feroce dove le parole diventano proiettili, ferendo e lasciando segni indelebili. Ogni schizzo è un'accusa, un'offesa, un urlo.
- Una Raffica di Emozioni: "Mitra" può essere la perfetta visualizzazione di un attacco di panico o di un'ansia travolgente. Il caos interiore prende il sopravvento, i pensieri si accavallano veloci e incontrollabili come una sventagliata di mitra, lasciando la mente crivellata e sfinita. È la rappresentazione dell'essere sopraffatti.
Creazione Esplosiva: L'Artista come "Mitra"
Esiste una terza via interpretativa, che vede l'artista non come vittima della raffica, ma come la fonte stessa. In quest'ottica, l'atto creativo diventa un'esplosione. L'artista non dipinge con calma e riflessione, ma "spara" il colore sulla tela in un impeto di creazione esplosiva.
Il gesto diventa una liberazione, una catarsi. L'energia accumulata viene rilasciata in modo potente e quasi violento, ma per dare vita a qualcosa di nuovo. L'artista è la "mitra", la vernice è la munizione, e la tela è il mondo che viene creato da questa forza primordiale.
In definitiva, "Mitra" è un'opera polisemica che vive della tensione tra distruzione e creazione. Racconta di come la stessa energia possa ferire o dare vita, di come il caos possa essere terrificante o, se incanalato, incredibilmente generativo.
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