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domenica 19 febbraio 2023

Felicità

Le ali
non spaventano
di occhietti
che trasformano in te 
la mia libertà.



Felicità è Libertà Trasformata: Analisi della Poesia "Felicità"

Cos'è la felicità? E cos'è la libertà? Spesso pensiamo a quest'ultima come a un paio d'ali, alla possibilità di volare senza restrizioni, senza legami. Ma se la vera felicità, la forma più pura di libertà, si trovasse non nell'assenza di legami, ma nel donare volontariamente le proprie ali a qualcun altro?

Questo paradosso meraviglioso è il cuore della mia breve poesia "Felicità", un testo che cerca di dare una forma a un sentimento tanto ineffabile quanto universale.

La poesia si apre con un'immagine potentissima: "Le ali". Le ali sono il simbolo archetipico della libertà, dell'indipendenza, dell'individualità. Rappresentano la vita del "prima", la capacità di andare ovunque, di perseguire ambizioni personali senza vincoli.

Il verso successivo, "non spaventano", è una dichiarazione di una forza e di una serenità immense. Implica che, in teoria, queste ali potrebbero spaventare. E perché? Perché l'arrivo di un figlio, l'atto di dedicarsi completamente a un altro essere, porta con sé la tacita consapevolezza che quelle ali dovranno cambiare funzione. C'è la paura, umana e legittima, di perdere la propria identità, di non poter più "volare" come prima.

La poesia inizia quindi con una vittoria: la paura è stata guardata in faccia e superata. Non c'è rimpianto né terrore in questa nuova fase della vita. C'è solo una calma e matura accettazione.

A chi appartengono queste ali che non fanno più paura? Il verso successivo ce lo svela con una tenerezza disarmante: "di occhietti".

L'uso del diminutivo "occhietti" è una scelta cruciale. Trasporta immediatamente il lettore in una dimensione di intimità e affetto profondo. Non sono gli occhi di un adulto, ma quelli piccoli e curiosi di un bambino. Sono questi occhietti ad essere i veri protagonisti, gli alchimisti capaci di compiere la magia descritta nei versi successivi.

Lo sguardo di un bambino ha un potere unico: ci costringe a vedere il mondo daccapo, a riscoprire la meraviglia nelle piccole cose. E, come ci mostra la poesia, ha il potere di operare una trasformazione radicale.

Questi ultimi due versi sono il cuore pulsante della poesia e la sua definizione di "Felicità". Gli occhietti del bambino compiono un miracolo: "trasformano in te la mia libertà".

Analizziamo questa frase straordinaria. La libertà non viene cancellata, non viene distrutta o rubata. Non è una perdita. È una trasformazione. La mia libertà personale, le mie "ali", non svaniscono nel nulla, ma vengono riforgiate e trovano una nuova, più elevata, forma di esistenza nella persona di mio figlio.

  • La libertà di viaggiare per il mondo diventa la libertà di esplorare l'universo in un filo d'erba nel parco, insieme a te.
  • La libertà di dedicarmi senza sosta alle mie passioni diventa la libertà di insegnarti a scoprire le tue, e di gioire dei tuoi successi come se fossero i miei.
  • La libertà di essere un "io" solitario e indipendente diventa la libertà più grande di tutte: quella di essere un "noi", uniti da un legame indissolubile.

La felicità, quindi, non è avere le ali per volare via, ma scoprire che quelle stesse ali possono diventare un nido, un rifugio. È capire che la massima espressione della propria libertà non è l'assenza di legami, ma la scelta consapevole di legarsi per amore.

"Felicità" ci offre una visione controcorrente ma profondamente vera. In un mondo che spesso esalta l'individualismo, questa poesia ci ricorda che l'essere umano trova il suo compimento più autentico nella relazione, nel dono di sé.

La vera libertà non è non avere nulla da perdere; è avere qualcosa – o qualcuno – per cui vale la pena trasformare tutto ciò che siamo. E questa, forse, è la definizione più accurata e commovente della felicità.

~mia.

domenica 5 febbraio 2023

Passeggiare la sera

Passeggiare la Sera quadro Analisi quadro astratto Pittura espressionista italiana Pittura materica



Tra Caos Urbano ed Energia Interiore

Passeggiare la sera in una città non è quasi mai un'esperienza tranquilla. È un'immersione in un vortice di stimoli: le luci artificiali che deformano i colori, il nero del cielo che si scontra con il bagliore delle vetrine, il movimento incessante di un mondo che non si ferma.

La mia opera, intitolata "Passeggiare la Sera", non cerca di ritrarre una via o una piazza specifica. Cerca, piuttosto, di dipingere la sensazione stessa di questa esperienza: un dialogo tra l'energia interiore di un individuo e il caos vibrante del paesaggio urbano notturno. Attraverso l'uso di una pittura espressionista e di una tecnica a impasto, ho voluto dare corpo e materia a questo momento.

Al centro della composizione, sulla sinistra, si staglia una figura. Non è un ritratto, ma un'essenza. Il suo corpo è un blocco di giallo primario, un colore che qui non rappresenta la gioia solare, ma un'energia quasi elettrica, una luce personale che si fa strada nel buio. Potrebbe essere la luce di un lampione che si aggrappa alla sua figura, o più probabilmente, la sua stessa forza vitale, un nucleo di calore e individualità che lo rende protagonista della scena.

Su questo giallo vibrante, esplodono macchie di rosso e arancione. Sono il suo cuore pulsante, le sue emozioni, i suoi pensieri. Il rosso è il colore della passione, dell'intensità, forse anche di una certa urgenza. Le due pennellate spesse che si allungano verso il basso non sono semplici gambe: sono il gesto stesso del camminare, un passo deciso su un terreno tutt'altro che stabile.

Il Paesaggio Urbano: Un Vortice di Stimoli

Tutto intorno alla figura, la "sera" prende vita in un caos controllato.

  • Il Terreno: Il suolo è un amalgama di grigi, neri e bianchi. Non è un marciapiede liscio, ma una superficie scabra, irregolare, quasi tumultuosa. La pittura spessa e materica suggerisce un asfalto bagnato dalla pioggia, dove le luci si riflettono in modo confuso e frammentario.
  • Le Luci e le Ombre: Il resto della tela è una battaglia tra il blu profondo e il nero della notte e altre esplosioni di giallo. Questi gialli non sono fari rassicuranti, ma lampi, bagliori improvvisi di lampioni, vetrine o fari di automobili che lacerano l'oscurità.
  • I Colori della Notte: L'inclusione di verdi acidi e tonalità olivastre è una scelta deliberata per rappresentare come la luce artificiale della sera alteri la nostra percezione. Un albero o una siepe non appaiono mai del loro colore naturale sotto un lampione; assumono tinte strane, quasi aliene, contribuendo al senso di un'atmosfera vibrante e talvolta straniante.

La Tecnica che Racconta: Il Potere dell'Impasto

In quest'opera, la tecnica non è secondaria al soggetto, ma è essa stessa parte della narrazione. Ho utilizzato la pittura a impasto, applicando il colore in strati spessi e densi, spesso direttamente dal tubetto o con una spatola.

Questa scelta ha uno scopo preciso:

  • Dare Fisicità: La texture tridimensionale rende l'esperienza quasi tattile. Si può quasi sentire la ruvidità del terreno sotto i piedi della figura.
  • Esaltare l'Energia: Le pennellate non sono sfumate, ma sono gesti energici, a tratti quasi violenti. Questo trasmette il ritmo frenetico della città, il flusso incessante di energia che attraversa la scena. Le striature sulla destra potrebbero rappresentare la velocità, il movimento sfocato, il rumore visivo della metropoli.

"Passeggiare la Sera" non è la cronaca di una camminata, ma la sua traduzione emotiva. È il racconto della solitudine e allo stesso tempo della vitalità dell'individuo immerso nella folla anonima della città. È il contrasto tra la propria luce interiore, calda e definita, e la frammentazione di un mondo esterno che è affascinante e travolgente allo stesso tempo.

È l'energia di chi, passo dopo passo, non si limita a percorrere la città, ma la assorbe e la riflette, diventando egli stesso una luce in movimento nella notte.


~mia.

Random 3

Siamo Davvero Liberi di Scegliere o è Già Tutto Scritto nel Nostro Cervello? Ciao a tutti, appassionati della mente e curiosi dell'unive...