Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

martedì 1 novembre 2022

La Mia Età

Camminando
ho imparato ad alzare la testa
per non perdermi tra le mie convinzioni,
perché continuando a perdermi
ho continuato a perdere tutto…
Ho imparato ad essere felice
anche quando stringo il mio cuore in un pugno
anche quando sono solo con me stesso,
ho dovuto imparare
e nonostante tutto ciò che accade
l’ amore s’ effonde 
nella sconfinata grazia dell’ esistenza. 



La Saggezza Appresa

L'età non è solo un numero che avanza. È un bagaglio, una somma di lezioni impartite dalla vita, spesso con durezza. È la saggezza che si conquista "camminando", cadendo e rialzandosi. La vera età di una persona si misura dalla profondità del suo sguardo, dalla sua capacità di trovare la pace nel tumulto e, infine, dalla sua comprensione del proprio posto nel mondo.

La mia poesia, intitolata "la mia età", è un tentativo di dare voce a questo percorso. È una mappa che segna le tappe di un'educazione sentimentale e spirituale, un viaggio dall'ego alla grazia.

La poesia inizia con il verbo che definisce la vita stessa: "Camminando". La vita è un viaggio, un percorso. E in questo cammino, la prima e fondamentale lezione è stata quella di "alzare la testa".

Questa non è solo un'azione fisica, ma una profonda metafora spirituale. "Alzare la testa" significa smettere di guardare solo la punta dei propri piedi, ovvero smettere di perdersi "tra le mie convinzioni". È il riconoscimento di un errore passato: l'errore dell'ego, della presunzione, del rimanere intrappolati nelle proprie certezze senza aprirsi al mondo.

La poesia sottolinea la conseguenza devastante di questo atteggiamento: "perché continuando a perdermi / ho continuato a perdere tutto…". La perdita di sé stessi porta inevitabilmente alla perdita del mondo esterno: relazioni, opportunità, bellezza. È una lezione pagata a caro prezzo, che pone le basi per la necessaria crescita successiva.

Superata la fase dell'errore, inizia quella della ricostruzione. E questa si basa su una nuova forma di felicità, una felicità matura, quasi stoica. "Ho imparato ad essere felice", ma non una felicità facile o superficiale. È una felicità che sa coesistere con il dolore e la solitudine.

  • "anche quando stringo il mio cuore in un pugno": Questa immagine è incredibilmente potente. Descrive la capacità di contenere la propria sofferenza, di sopportare il dolore con forza, senza farsene distruggere. Essere felici nonostante il cuore stretto in un pugno è un segno di immensa resilienza.
  • "anche quando sono solo con me stesso": Questa è la vittoria sulla paura della solitudine. Imparare a stare bene da soli, a trovare pace e completezza nel proprio essere, è una delle conquiste più importanti dell'età adulta.

La frase "ho dovuto imparare" è cruciale. Svela che questa saggezza non è stata un dono, ma una necessità imposta dalle circostanze, una lezione forgiata nel fuoco delle difficoltà.

L'ultima strofa è il culmine del percorso, la rivelazione che dà senso a tutto il cammino. Inizia con una frase che abbraccia ogni esperienza, positiva o negativa: "e nonostante tutto ciò che accade". Non nega il dolore, la solitudine o la perdita; li include, li accetta come parte del tutto.

È proprio da questa accettazione totale che scaturisce la visione finale. "l’ amore s’ effonde / nella sconfinata grazia dell’ esistenza." Qui, l'amore non è più solo un sentimento umano rivolto a un'altra persona. Diventa una forza cosmica, un principio universale.

  • "s’effonde": Il verbo "effondere" suggerisce qualcosa di liquido, di luminoso, che si sparge e permea ogni cosa dolcemente, come un profumo o la luce dell'alba. L'amore non è un atto, ma uno stato dell'essere, una forza che si diffonde nell'universo.
  • "nella sconfinata grazia dell’ esistenza": Questa è la scoperta definitiva. Al di là del caos, del dolore e della lotta, l'esistenza possiede una sua "grazia sconfinata", una bellezza intrinseca, un ordine superiore. L'amore è il veicolo attraverso cui possiamo percepire questa grazia. È il ponte che collega il nostro cuore, a volte stretto in un pugno, all'infinità benevola dell'universo.

"La mia età", quindi, non è un numero sulla carta d'identità. È lo stato di consapevolezza raggiunto al termine di questo viaggio. È l'età in cui si impara a guardare oltre sé stessi, a trovare la forza nella fragilità e, infine, a riconoscere l'amore non solo come un'emozione, ma come il tessuto stesso di un'esistenza piena di grazia. È la pace trovata dopo la battaglia, la luce vista dopo aver camminato a lungo nel buio.

Qual è la lezione più importante che la vostra "età" vi ha insegnato? E in che modo percepite l'amore e la grazia nel vostro cammino?



~mia.

Random 3

Siamo Davvero Liberi di Scegliere o è Già Tutto Scritto nel Nostro Cervello? Ciao a tutti, appassionati della mente e curiosi dell'unive...